02-02-2009
SATORI
"Kanashibari"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (52:08)
Rating : 7.5
Justin Mitchell, boss della Cold Spring, decide di rimettere in piedi, insieme a Neil Chaney, l'antico progetto Satori. Infatti, sebbene siano apparsi in compilation diversi brani sotto questo monicker, inclusa l'ampia partecipazione al raro "Tesco Disco: Heavy Electronics II", retrospettiva edita dalla Tesco, era dai tempi della Broken Flag che non si vedeva più un album di lunga durata firmato Satori: ne uscirono tre nella seconda metà degli anni '80, tutti editi su cassetta, di cui uno per i tipi della Mindscan. In quegli anni (1987/88) il progetto era capitanato da Dave Kirby e Robert Maycock, e gli obiettivi, nonché i suoni, erano diversi da quanto viene proposto oggi. Justin entrò a far parte della band a giochi iniziati, durante gli anni '90, e ciò si sente adesso, nella nuova, larga produzione (un altro album è uscito durante il 2008, oltre a vari split), che tende per buona parte verso una dark ambient ben fatta e arricchita da elementi noise, assolutamente non low-fi, e aderente ad uno stile al passo coi tempi. "Kanashibari" esce originariamente lo scorso anno in formato LP per la giapponese Dogma Chase, che fornisce il vinile di una confezione splendida, ora ristampato in CD dalla Cold Spring con una traccia bonus ("Pavor Nocturnus"), probabilmente esclusa nella prima stampa per ragioni di spazio. L'album esplora la cosiddetta paralisi ipnagogica (richiamata nel titolo tramite la definizione giapponese), che sopraggiunge quando, in assenza di sonno cerebrale, il corpo è impossibilitato a muoversi: il fenomeno è senza dubbio oscuro e misterioso, e ben si presta ad essere ripercorso tramite cupi droni. Un ruolo importante nell'economia del lavoro è assunto dalle percussioni profonde e possenti (memori della lezione marziale piegata ad esigenze diverse) che, in brani come "Entity" e "Pavor Nocturnus", sembrano mimare le palpitazioni corporee, mentre in "Unseen Force" descrivono una sorta di forza soprannaturale che domina le membra, e ancora, in "Paralysis" e nell'ottima title-track, ci aprono le porte di un tetro stato di trance. Lo sfondo su cui si muovono le ritmiche è una miscela di droni neri che compongono la colonna sonora di uno stato orrorifico, solo di tanto in tanto commentato da voci filtrate. Il CD è assai aderente ai classici prodotti della Cold Meat Industry, ma gode di un'attenzione particolare sia nelle atmosfere di base che nella rifinitura dei suoni, evidente impronta delle mani esperte degli autori. Stilisticamente nulla di nuovo, ma formalmente una prova incisiva e trascinante.
Michele Viali
http://www.myspace.com/satoriofficial