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30-11-2008
COLD FUSION/RUKKANOR
East Road
di Michele Viali
Creatori dei progetti Cold Fusion e Rukkanor, ma anche fondatori di una tra le più attive etichette industrial dell'est Europa, i polacchi Marcin Bachtiak e Robert Marciniak rappresentano un esempio (probabilmente uno dei più importanti) di come si stia evolvendo la scena underground del vecchio continente dopo la caduta del blocco sovietico. Con la loro attività di produttori sono riusciti a promuovere molte interessanti realtà locali, ma anche a scoprire nuovi talenti che l'occidente faceva fatica a vedere (si pensi a nomi come Pimentola o Division S). Parallelamente a tale attività i due hanno coltivato con attenzione i progetti personali Cold Fusion e Rukkanor, i quali si sono ritagliati dapprima un posto di tutto rispetto nel panorama marziale, fino ad imporsi negli ultimi tempi con suoni diversi (si vedano gli album "Silk Road" e "Despartica - Face Two"), evidenziando una propria libertà creativa che li porta a spaziare verso nuovi orizzonti. In questa intervista il duo, sempre in maniera univoca (nel senso che le singole risposte hanno valore per entrambi gli artisti, anzichè essere divise fra i due), diventa un testimone d'eccezione su più fronti: da quello strettamente artistico-personale alla panoramica sulla scena polacca, dal passato oscuro dettato dai condizionamenti di regime alla creazione dell'etichetta War Office Propaganda (con i suoi misteriosi problemi legati al nome, poi cambiato in Rage In Eden), fino alle fulgide prospettive future, lontane dai 'campi di battaglia'...
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Il sound orientale del vostro nuovo album "Silk Road" è decisamente fuori dal comune. Come è nata l'idea per questo lavoro e quali fonti di ispirazione vi hanno mosso?
"L'idea è venuta ad entrambi indipendentemente l'uno dall'altro, così abbiamo iniziato a comporre in contemporanea una musica fatta di suoni assai orientaleggianti. Non avevamo ancora deciso che quei suoni sarebbero diventati uno split, perché le parti di Cold Fusion erano più acustiche e ambientali, mentre le tracce di Rukkanor avevano un approccio più elettronico. Ma, ascoltando entrambi i lavori, abbiamo capito che in qualche modo si completavano a vicenda. L'idea di fare uno split è venuta naturalmente, così abbiamo lavorato insieme a tutte le tracce per creare un unico album. Durante la lavorazione è stata nominata più volte la 'silk road', e così abbiamo deciso di fare un disco incentrato unicamente sulla via della seta."
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Avete definito "Silk Road" come un 'road album': avete visitato direttamente quelle terre? I titoli sembrano formare una specie di mappa...
"Ci sarebbe piaciuto essere andati in quei luoghi, ma il tutto è frutto della nostra fantasia. Ad ogni modo la musica che abbiamo realizzato può essere descritta come una colonna sonora per l'immaginazione, e speriamo di aver fatto un buon lavoro. I titoli dei brani sono presi dai nomi di antiche città, al fine di dare proprio l'impressione di una mappa. La tensione gioca un ruolo molto importante nelle singole tracce: abbiamo cercato di ricreare l'atmosfera di diversi luoghi in cui si incontra gente diversa, durante un lungo viaggio. Il resto dipende dal pubblico e dalla sua immaginazione: 'Silk Road' è una rotta di viaggio per gli ascoltatori."
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Sembra emergano echi stilistici di Muslimgauze: possiamo considerare il vostro album anche come un ultimo saluto a Bryn Jones?
"In tutta onestà non siamo fans di Muslimgauze, non lo siamo mai stati. Probabilmente la somiglianza deriva da fonti di ispirazione in comune e arrangiamenti simili, ma non siamo ispirati da Jones. Gli echi che emergono sono dovuti a coincidenze del tutto non intenzionali. Preferiamo ascoltare e trarre ispirazione dal folk arabo, oppure dalla musica nordafricana tipo chaabi, andalousi, tindi e gnaoui. Ci piace la musica folk mediorientale, fatta di armonie fantastiche, ritmiche movimentate e atmosfere magiche. Di fatto 'Silk Road' non ha nulla a che vedere con l'opera di Bryn Jones."
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Quale metodo avete seguito per assemblare i suoni e i campionamenti di "Silk Road"?
"La gran parte dei ritmi e delle melodie sono stati creati da noi, mentre alcune tracce sono state costruite su campionamenti che abbiamo tratto da fonti diverse, e a cui abbiamo cercato di dare un nostro tocco di originalità. Abbiamo usato una miscela di metodi diversi: era l'unico modo per creare arrangiamenti multistrato. Abbiamo acquistato una gran quantità di equipaggiamento utile e di strumenti, al fine di costruire il nostro piccolo studio: lì abbiamo potuto registrare, mixare e masterizzare i nostri album. Realizziamo il mix e il mastering principalmente attraverso il PC, mentre per le registrazioni usiamo gli strumenti, tra cui chitarra, basso e diverse percussioni. Facciamo anche uso di campionamenti e di qualche sintetizzatore."
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Oggigiorno il Medio Oriente è una delle zone più calde e pericolose del mondo, lì sopravvivono anche culture diverse e tradizioni antiche. Qual è la tua personale opinione riguardo l'attuale situazione di quelle terre della "Silk Road"?
"Il commercio della via della seta è stato un significativo fattore nello sviluppo di molte antiche civiltà, tra cui Cina, India, Egitto, Roma, Persia e Bisanzio. Loro hanno fondato la civilizzazione del mondo moderno, lì l'arte e la scienza si sono sviluppate ad un livello altissimo: il nostro album riguarda solo questo aspetto. È incentrato sulla saggezza delle antiche culture, la forza delle tribù del deserto, le terre desolate, i miti, le leggende, la musica e le credenze. Non ci interessa cosa avviene lì oggigiorno, noi non abbiamo influenza su quelle zone e non desideriamo cambiare il mondo. Noi tutti sappiamo bene che la nostra opinione è creata da quanto ci comunicano i mass-media, dunque non c'è alcun bisogno di parlare di questo argomento."
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In "Silk Road" c'è l'intenzione di promuovere una cultura alternativa a quella occidentale?
"Oh, no! Non abbiamo mai pensato a questo. Questo disco è solo una libera impressione, una curiosità elaborata attraverso l'immagine, probabilmente ingenua, che abbiamo della cultura orientale, e in particolar modo della musica. Senza dubbio ci sono molti artisti che sanno fare meglio di noi e hanno una conoscenza più approfondita del settore. Non è né nostra ambizione né nostra intenzione essere ambasciatori della cultura orientale. Tuttavia saremmo molto soddisfatti se 'Silk Road' riuscisse a dare una scintilla di ispirazione a qualcuno."
"In Medio Oriente l'arte e la scienza si sono sviluppate ad un livello altissimo: 'Silk Road' riguarda solo questo aspetto. È incentrato sulla saggezza delle antiche culture, la forza delle tribù del deserto, le terre desolate, i miti, le leggende, la musica e le credenze. Non ci interessa cosa avviene lì oggigiorno, non abbiamo influenza su quelle zone e non desideriamo cambiare il mondo."
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Cold Fusion e Rukkanor sono progetti assai noti per il loro sound marziale: i vostri fans come hanno accolto i suoni diversi contenuti in "Silk Road"? Avete ricevuto critiche al riguardo?
"No, non ancora. Le stiamo aspettando (ride, nda). A parte gli scherzi, abbiamo ricevuto opinioni molto positive, come accadde anche per 'Deora' di Rukkanor, anch'esso influenzato da atmosfere orientali. Credo sia un buon segno quando un artista tenta di fare qualcosa di nuovo: anche se gli sforzi all'inizio non sono soddisfacenti, è sempre lodevole esplorare territori musicali diversi, guardare verso nuovi suoni e verso altre fonti di ispirazione. Onestamente non ci interessa quale sarà la reazione del pubblico, non ci curiamo della popolarità e del plauso generale. Un musicista deve cercare di evolversi, è un fattore indispensabile della vita artistica. Per contro, i fans sono di norma molto conservatori: ovviamente è piacevole per loro trattare la band come un giocattolo, ma per noi registrare sempre lo stesso album è come camminare tutta la vita con le stesse scarpe, indossare sempre gli stessi abiti, mangiare ogni giorno lo stesso cibo. Ad alcuni piace agire così, ad altri no. Noi diciamo sempre: se a qualcuno non piace la nostra musica, evidentemente non è stata creata per lui."
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Qualche mese fa avete ristampato lo split "Wunderwaffe", diventato ormai un classico del genere. Vorreste raccontarci come nacque, nel 2004, l'idea per quest'album?
"Non ce lo ricordiamo. Non ci sembra ci fossero circostanze particolari che avessero accompagnato la registrazione di quest'album. Facemmo uno split per promuovere i due progetti. Abbiamo creato il titolo e il concept utilizzando il tema della seconda guerra mondiale, e abbiamo composto due lunghe tracce. Questo miniCDr fu accolto in modo entusiasta, tanto che decidemmo di continuare il lavoro e metterne a punto una versione più lunga, ancora in formato CDr. Infine, in risposta all'alta richiesta, ne abbiamo ristampato una nuova e ultima versione quest'anno, per celebrare il quinto anniversario dell'etichetta War Office Propaganda/Rage In Eden."
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Siete molto interessati alla seconda guerra mondiale e alle tematiche militari: dove e come nasce questa passione?
"Certo, siamo molto interessati alla storia in generale, non solo alla guerra e alle tematiche militari. Ma la seconda guerra mondiale, piccola parte dei nostri interessi, rappresenta un episodio estremamente drammatico e sanguinoso, poiché non ci sono stati conflitti così grandi prima e dopo. Quando è iniziata questa passione? Quando eravamo bambini: cose come l'esercito e le armi ci affascinavano tantissimo. I nostri nonni parteciparono alla seconda guerra mondiale e noi ascoltavamo le loro storie, tutte cose altamente eccitanti per i giovani, e così abbiamo iniziato a interessarci a queste tematiche. Ma siamo attratti anche da musica, libri, poesia, cinema, pittura, arte in generale, scienza, tecnologie moderne, psicologia, buon vino e buon cibo (ride, nda), le nostre famiglie, ecc. Come potete vedere la seconda guerra mondiale è solo uno dei nostri interessi, forse un po' più accentuato nella musica, almeno fino ad ora."
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Quali sono i gruppi e i progetti d'ambito marziale che hanno ispirato i vostri album?
"Blood Axis, In Slaughter Natives, Sophia, Puissance e Der Blutharsch, solo per fare qualche nome. Non sono molto originale, questi nomi appaiono in quasi tutte le interviste (ride, nda). Ad ogni modo quei gruppi hanno qualcosa di interessante da dire con la loro musica, cosa importante oggigiorno, perché ci sembra che la cosiddetta scena martial-industrial stia diventando sempre meno attraente. Molte band fanno sempre le stesse cose: è assai difficile trovare idee fresche e il settore inizia a diventare noioso."
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Per commemorare l'anniversario della War Office Propaganda/Rage In Eden avete pubblicato un'edizione speciale di "Wundewaffe", contenuta in un box di legno. Raccontateci qualche dettaglio...
"Abbiamo approntato 50 copie di un box in legno che contiene l'album 'Wunderwaffe' più un CDr extra con brani realizzati nel 2004 e mai pubblicati prima. È una specie di documento dei primi lavori che abbiamo fatto insieme, contiene tutto materiale che suona interessante, e siamo convinti che i nostri fans non rimarranno delusi."
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Oltre i due lavori sopraccitati, Cold Fusion e Rukkanor hanno collaborato anche nel CD "Triumvire", insieme al ben noto progetto Stahlwerk 9. Potete raccontarci la genesi di questo lavoro (contrassegnato da una bellissima confezione) e come è nata la collaborazione con Reinhard Hopfe?
"La collaborazione con Reinhard è iniziata prima di 'Triumvire', risale ai tempi di 'Scontrum III' (celebre serie di compilation edite dalla War Office Propaganda, nda), allorché Reinhard rispose positivamente all'offerta di Marcin di partecipare alla line-up del disco. Più tardi abbiamo deciso di fare uno split tripartito, e ci venne subito in mente l'idea dell'impero romano. La copertina fu dipinta da Radek Kaminski, e la confezione è stata realizzata completamente a mano da noi. Lavoro molto, molto affascinante."
"L'unico motivo per cui abbiamo cambiato il nome War Office Propaganda erano i problemi con l'ufficio postale, con l'ufficio clientela e non so con quale altro stupido ufficio. Loro bloccavano i nostri pacchi lungo le frontiere, ciò perché esaminavano il contenuto ritenendolo sospetto o qualcosa del genere. È un comportamento estremamente idiota e sconveniente."
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La vostra etichetta discografica ha cambiato nome da War Office Propaganda a Rage In Eden: perché avete optato per questo cambiamento? E cosa vi ha fatto propendere per l'attuale nome?
"L'unico motivo per cui abbiamo cambiato nome erano i problemi con l'ufficio postale, con l'ufficio clientela e non so con quale altro stupido ufficio. Loro bloccavano i nostri pacchi lungo le frontiere, ciò perché esaminavano il contenuto ritenendolo sospetto o qualcosa del genere. È un comportamento estremamente idiota e sconveniente. Il risultato finale era che i nostri acquirenti rimanevano insoddisfatti, vedendosi recapitare pacchi svaligiati dopo mesi di attesa. Dato che perdevamo ordini e soldi, abbiamo deciso di cambiare nome. Il nuovo nome è valido quanto il precedente, ma ha un unico grande vantaggio: non crea problemi. È stato scelto in ricordo del fantastico album degli Ultravox 'Rage In Eden': ciò significa che le nostre produzioni underground sono parte di una 'rabbia' interna a questo 'Eden' politicamente corretto che ci circonda. Un'indicazione: il significato di 'Rage In Eden' non è una cosa importante, così come non aveva un valore speciale il precedente nome. Non sono importanti i nomi, ma la gente che ci sta dietro."
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Il nome War Office Propaganda era molto affascinante, e non credo fosse politicamente scorretto. Ci sono stati fraintendimenti con stampa e pubblico, oltre a quelli con la polizia postale?
"Hmmm, non trovo nulla di affascinante nel nome War Office Propaganda. È solo un conglomerato di tre parole. Dici che suona intrigante? Forse. Ma lasciaci ripetere che è solo un nome senza significato. Non penso nemmeno che fosse politicamente scorretto, d'altro canto non facciamo attenzione alla correttezza politica. Non abbiamo avuto problemi con stampa e pubblico, ma solo con gli stupidi che abbiamo menzionato prima: sono stati noiosi come una fitta nel culo, che è stata adeguatamente curata. Niente di più."
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Puoi raccontarci come nacque il progetto War Office Propaganda?
"In breve: il motivo per cui nacque la label è uno soltanto, o forse due. Eravamo tutti e due stanchi di cercare incessantemente etichette serie che potessero realizzare la nostra musica e quella dei nostri amici. Abbiamo interpellato molte persone, ma il problema era sempre lo stesso: come tu sai, c'erano molti progetti interessanti da produrre, ma non c'erano etichette pronte a farlo. Così abbiamo deciso di prendere in mano la situazione e produrre ciò che volevamo, quando e come lo volevamo, senza compromessi artistici. Tutto ciò ci dà ancora molta soddisfazione."
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Una delle più celebri serie di musica industrial-marziale è costituita dai vostri "Scontrum". Ora molti di questi CDr sono fuori catalogo: avete già pensato a ristamparli?
"No. All'inizio erano produzioni limitate a sole 36 copie, un numero incredibilmente piccolo. Dopo aver realizzato la terza parte della serie abbiamo ricevuto centinaia di email di richiesta, così abbiamo deciso di ampliare la tiratura a 369 copie. Questo è stato il numero definitivo, tutte le copie delle otto serie sono fuori catalogo e non saranno mai ristampate. La fine di 'Scontrum' sarà sancita dalla nona ed ultima parte."
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Dopo quasi un centinaio di produzioni, tra quelle firmate War Office Propaganda e quelle a nome Rage In Eden, quali sono secondo voi i migliori e i peggiori lavori che avete prodotto?
"Oh, mancano ancora 35 titoli per arrivare a cento, siamo solo due terzi dell'opera, il centesimo disco lo celebreremo forse nel 2012 (ride, nda)... Ad ogni modo ci sono alcuni album buoni ed altri un po' meno riusciti. Nel momento in cui abbiamo deciso di produrli ci sono piaciuti tutti, ora alcuni di loro non suonano più così interessanti: non hanno superato il test dell'invecchiamento (ride, nda). Ma senza dubbio la compilation 'Gloria Victis, Vae Victis' è stata un hit, tutti gli album di Cold Fusion e Rukkanor sono stati accolti bene, come anche il box di Toroidh, lo split tripartito 'Triumvire' e senza dubbio la serie 'Scontrum', tutta roba che ha soddisfatto il pubblico e ha venduto bene. Ovviamente, secondo noi, tutte le nostre produzioni sono ancora abbastanza valide. È importante ricordare che abbiamo anche prodotto molti eccellenti debutti, e vogliamo continuare a lavorare in questo modo."
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La Polonia è una zona molto attiva nel settore industrial (penso ad etichette come la _ilent, la Fluttering Dragon, la Beast Of Prey ed altre ancora). Quale opinione avete riguardo la scena alternativa del vostro paese? Ci sono progetti interessanti?
"La scena polacca sembra essere assai dinamica e forte, ma non è esente dai soliti vizi locali. Secondo noi la gente che 'crea' la scena dovrebbe supportarsi vicendevolmente. Tutto dovrebbe crescere attraverso nuove idee, nuove configurazioni e collaborazioni: ovvero concerti, festival, varie forme di promozione come riviste, webzine, ecc. Questo è ciò che noi intendiamo come scena 'attiva'. Invece molti preferiscono lamentarsi, piuttosto che fare cose interessanti: è molto più facile lamentarsi che rischiare. È questo il motivo per cui apprezziamo il duro lavoro degli organizzatori del Wroklaw Industrial Festival o del Temple Of _ilente Festival, dei proprietari delle etichette, delle band, delle webzine: tutta gente che tenta di fare qualcosa. Siamo felici che ci siano ancora alcuni progetti eccellenti, che noi cercheremo sempre di promuovere. Senza dubbio ci sono anche una manciata di etichette interessanti, il cui lavoro è apprezzato all'estero. Ma vogliamo puntualizzare che noi non ci sentiamo più parte della scena martial-industrial polacca: è un nostra volontà. In futuro vorremmo operare in uno spettro musicale più ampio, non vogliamo chiuderci nel ghetto marziale."
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Pensando alla vostra terra, mi viene spontaneo chiedervi qualcosa riguardo il presente e il passato. Come è cambiata secondo voi la vita in Polonia dopo il collasso del comunismo?
"È cambiata in modo diametralmente opposto. Non c'è abbastanza spazio per descrivere in questa sede ciò che è cambiato. Facciamo prima a dire che è cambiato tutto: questa è l'unica parola adatta a descrivere il range di modifiche avvenute. Sono passati quasi vent'anni da quel momento, e abbiamo fatto un enorme passo in avanti verso la normalità. Per qualche aspetto siamo anche più normali di alcuni paesi occidentali (ride, nda), ma per altre questioni ci troviamo ancora al medioevo."
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Ritieni che alcuni aspetti del comunismo potrebbero essere attualmente utili?
"Assolutamente no. Era un sistema di terrore, crimine e paura diffusa. Più di cento milioni di persone hanno perso la vita. Milioni di individui sono stati mentalmente mutilati, torturati e affamati. Milioni di persone erano estremamente povere e hanno vissuto in condizioni umilianti. Il comunismo è stato il più terrificante esperimento sociale attuato nella storia del mondo. Se qualcuno non lo capisce, vada a vivere in Corea del Nord. Nessuna notizia data dai mass-media può mostrare quanto sia terribile vivere sotto il dominio comunista."
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Secondo voi album come "Wundewaffe" o "Triumvire" potevano essere accettati sotto il dominio comunista? Quanto è cambiata la scena musicale in Polonia durante gli ultimi vent'anni?
"'Triumvire' è una libera impressione riguardo il periodo storico dell'impero romano, mentre 'Wunderwaffe' è dedicato alle vittime della seconda guerra mondiale. Non troviamo niente di 'sospetto' in questi temi, per cui penso che potevano essere accettati anche dal regime comunista; tuttavia, se ci fosse stata una registrazione, sarebbe stato completamente impossibile stamparla. C'erano forse due o tre etichette, ma erano proprietà dello stato e non erano interessate a promuovere dischi. Questo è anche il motivo per cui non troverai mai vecchi vinili di pionieri polacchi dell'industrial: semplicemente non esistono, non essendo mai stati stampati. Ad ogni modo, vista in generale, la scena musicale polacca è sempre stata molto interessante, con artisti talentuosi tipo Czeslaw Niemen, che è stato uno dei più originali compositori di musica elettronica degli ultimi trent'anni; o la musica strumentale e intuitiva di Osjan, fortemente influenzato da elementi etnici, o ancora gli SBB, una delle migliori band progressive, e ciò solo per fare qualche nome relativo agli anni '60 e '70. L'enorme scena underground di punk rock e new wave degli anni '80 è stata una delle armi più importanti nella lotta psicologica contro il comunismo. Non da ultima, l'originale scena metal degli anni '90 e quella industrial e post-industrial del nuovo millennio hanno il loro valore. In definitiva la scena underground polacca può essere facilmente comparata alle più grandi realtà, ma per molti anni è rimasta nascosta al pubblico mondiale."
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Vorrei farti una domanda riguardo i tempi correnti. Come abbiamo già detto, nei vostri CD ricorre spesso il tema della guerra: che opinioni avete riguardo i vari conflitti che si svolgono adesso nel mondo (penso soprattutto ai problemi sempiterni in Medio Oriente)?
"Ogni guerra è parte della storia del genere umano, e anche se non ci tocca direttamente ha un'influenza su tutto ciò che ci circonda. I segni rimangono per sempre, e a questo livello la guerra può essere trattata come fonte di ispirazione artistica. La guerra in Medio Oriente? Come sempre nei conflitti convivono verità e falsità, non c'è una linea dritta che divide il bene dal male: questa è una guerra senza vincitori né vinti. Ma per favore, non farci analizzare questi aspetti, smettiamo di parlare di guerra: noi vogliamo essere solo musicisti, non politici o soldati."
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Cosa state pianificando per i vostri progetti personali e per la vostra etichetta?
"Senza dubbio continueremo a realizzare album. Prima o poi dovrebbe uscire qualcosa di nuovo per Cold Fusion, mentre per Rukkanor stiamo pianificando la ristampa di 'Requiem For K-141 KYPCK', che di certo non sarà riproposto in modo casuale da qualche etichetta russa. Inoltre stiamo preparando una speciale sorpresa, a tiratura estremamente limitata, per i collezionisti di Rukkanor, ma per questo progetto non sarà proposto nulla di nuovo: è un capitolo chiuso. Robert ha deciso di fare cose completamente diverse: in questi tempi si sono aperte nuove prospettive, ma è ancora troppo presto per parlarne nei dettagli. Di certo ha deciso di abbandonare i 'campi di battaglia' dell'industrial marziale."
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Marcin, puoi raccontarci qualcosa riguardo l'unico album di Cold Fusion prodotto da una label non polacca? Sto ovviamente pensando a "Occupatria", uscito per i tipi dell'austriaca Steinklang: è un disco che ha ottenuto un gran successo...
"Max della Steinklang e Reinhard di Stahlwerk 9 hanno ascoltato l'album 'Report' e sono rimasti entrambi impressionati da alcune tracce. Max mi ha quindi contattato, proponendomi di realizzare il nuovo album di Cold Fusion su Steinklang, e mi ha fatto un'offerta che non ho potuto rifiutare. Tutti i titoli di 'Occupatria' sono stati ideati da Robert dopo aver ascoltato l'album, e penso che si fondano perfettamente alla musica. Senza dubbio è stato il miglior disco fatto da Cold Fusion fino ad ora. Questa produzione ci ha aiutato tantissimo a conquistare un pubblico nuovo e più ampio: dopo il successo di 'Occupatria' abbiamo aumentato la distribuzione dei nostri titoli in tutto il mondo."
"Il comunismo è stato il più terrificante esperimento sociale attuato nella storia del mondo. Se qualcuno non lo capisce, vada a vivere in Corea del Nord. Nessuna notizia data dai mass-media può mostrare quanto sia terribile vivere sotto il dominio comunista."
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Secondo te quali sono i messaggi e le sensazioni che il pubblico dovrebbe ricevere ascoltando i vostri album?
"Usa l'immaginazione, crea visioni personali, apri la mente e libera le emozioni: la musica è fatta per questo. Goditi ogni suono che ti piace ed estendi i tuoi orizzonti: questo è il messaggio principale per il nostro pubblico. La musica è l'arte migliore: sviluppa quasi tutti i sensi e arricchisce la vita interiore. Tutte le competizioni, classifiche, liste e altri giochetti non hanno senso. La cosa più importante è l'esperienza e l'abilità nel creare emozioni."
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...e quale messaggio vorresti lasciare agli ascoltatori italiani?
"Vi chiediamo un supporto incessante. Se vi piace ciò che produciamo, compratelo. Solo in questo modo possiamo continuare a esistere e stampare ciò che vi piace. Sappiamo di essere molto popolari in Italia e vi ringraziamo del sostegno: grazie infinite! Avrete presto notizia di nuovi sorprendenti progetti, forse un po' distanti dalla dark ambient e dall'industrial marziale (generi a cui rimarremo comunque legati), ma senza dubbio estremamente interessanti e validi."
http://cold.waroffice.org/
http://www.myspace.com/rukkanor