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15-09-2008
PATRICK LEAGAS
La voce fuori dal coro
di Michele Viali
La ristampa del classico "The Fruits Of Yggdrasil" ci ha dato il 'la' per contattare Patrick Leagas e scandagliare la sua carriera, ricca di momenti importanti come anche di delusioni e di scelte azzardate o rischiose. Ci troviamo di fronte una persona che ha accumulato un'esperienza musicale non indifferente, avendo cominciato a far musica sul finire degli anni '70 ed avendo, tra gli altri, contribuito a fondare il nome Death In June, ma anche un individuo disilluso e distaccato da un panorama che ha dato tanto a tanti e che ha tolto a pochissimi. Patrick è forse uno dei grandi eroi perdenti reduci dall'età d'oro dell'underground inglese: quando in molti si andavano arricchendo con le prime release usa e getta, altri campavano bene sfornando singoli mediocri ormai dimenticati da tutti, mentre il Nostro ha scelto la strada più dura, sempre controcorrente, sempre ragionando in funzione dei propri gusti, snobbando sia il mercato che il proprio portafogli, definendosi un non-musicista. Ma lo ritroviamo ancora oggi in piedi, fiero e disincantato verso una scena che gli è indubbiamente debitrice, verso un mondo che lui stesso ha formalmente rifiutato ma da cui non si è mai totalmente disgiunto. La sua ininterrotta carriera, ripercorsa qui di seguito, rimane una testimonianza di libertà, romanticismo, sfortuna e sfida. Una sfida ancora aperta...
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Salve Patrick! Anzitutto, congratulazioni per la meravigliosa ristampa di "The Fruits Of Yggdrasil". Da dove è nata l'idea di dare di nuovo alle stampe questo classico? L'iniziativa è partita da te o da Albin (titolare della Hau Ruck!)?
"Avevo già deciso di ristampare l'album due anni fa e ne avevo dato annuncio un paio di volte, ma non ho mai avuto il tempo di realizzare il progetto. Ho ricominciato a interessarmi alla musica e alle produzioni solo adesso come hobby, ed ho una limitata quantità di tempo da dedicargli. Ho incontrato Albin quando stava suonando all'Hinoeuma Malediction/Hagshadow festival lo scorso anno: lui mi chiese perché non stavo ristampando il mio vecchio materiale. Abbiamo chiacchierato un po' di questo fatto e ho accettato che lui realizzasse 'The Fruits Of Yggdrasil' tramite la sua label. Questo e il primo album di Sixth Comm, 'Content With Blood', realizzato inizialmente tramite la mia etichetta Kenaz, saranno gli unici lavori del mio vecchio catalogo che ristamperò."
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Conoscevi Albin da prima del vostro incontro all'Hinoeuma?
"Ci siamo incontrati al festival per la prima volta e poi a casa degli organizzatori, a Londra. In realtà non conoscevo tantissimo Albin, in precedenza ci eravamo scambiati solo un paio di email. Lui aveva supportato Mother Destruction con il suo vecchio progetto (The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud, nda) molti anni fa, ma al tempo non avevamo avuto modo di conversare."
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Tornando al 1987, perché decidesti di creare un album particolare come "The Fruits Of Yggdrasil"? Fu un lavoro assai distante dal resto della scena musicale, e probabilmente lo è ancora!
"Di certo al tempo avevo un grande interesse per le rune e la mitologia nordica, e quando ho incontrato Freya - se non ricordo male tramite Douglas Pearce - ho pensato che potesse essere la persona giusta per creare un progetto. Allora come adesso non avevo alcun interesse o preoccupazione riguardo ciò che avveniva in ambito musicale, semplicemente facevo ciò che volevo fare. Non facevo parte di nessuna scena o stile musicale, così come non sono mai stato un affiliato della World Serpent. Mi piace creare in relazione a un'idea o a un significato, e non per essere parte di un gruppo di artisti. Non sapevo che l'album stava trovando problemi in Germania, sebbene in piccola misura, così come non sapevo che in quello stato le rune erano vietate in relazione ad alcuni aspetti, fino a quando 'The Fruits Of Yggdrasil' non è stato effettivamente realizzato."
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A proposito, molti artisti con cui hai lavorato e a te relazionabili (penso a Douglas P., Tony Wakeford, David Tibet ed altri) sono entrati a far parte della 'famiglia' World Serpent. Qual è la tua personale opinione riguardo a questa discutibile etichetta e alla sua recente bancarotta?
"So molto poco al riguardo. Tuttavia, in generale, penso il mercato abbia distrutto sé stesso e ne sono contento. Chi se ne frega! Ciò è avvenuto con la caduta delle vendite dei CD e la nascita del downloading, combinata al fatto che troppe etichette producono troppi gruppi che hanno inondato il mercato, guarda soltanto tutti i myspace attivati! Ognuno adesso ha una band e la gente che frequenta quei siti riesce a diventare più nota di artisti che sono attivi da decenni, così chiunque adesso può essere una 'star'. Tornando al tema principale, ritengo che la World Serpent sia stata per anni un buon veicolo di promozione per il genere che trattava, ma le cose non durano per sempre."
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Perché non decidesti di entrare nel giro World Serpent alla fine degli anni '80, dopo la bancarotta delle compagnie che distribuivano all'epoca il tuo materiale discografico? A tutti gli effetti l'unico grande nome che mancava nel vecchio catalogo della World Seprent era proprio Sixth Comm...
"Non ho voluto aggregarmi a quelle band all'interno della World Serpent, avevo solo un grande rispetto per Douglas e Death In June e una piccola conoscenza di tutti gli altri. Questo è il mio modo di essere: non sono mai stato parte di una scena, eccetto per quanto riguarda il primo periodo del punk, scena che divenne di lì a poco una vera e propria impresa commerciale, piuttosto che essere un significativo veicolo di cambiamento. Ma questo è un modo di fare abituale."
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Qual è stato il metodo compositivo che hai adottato per "The Fruits Of Yggdrasil"?
"In realtà non c'è stato alcun metodo. Freya aveva molti dei suoi testi già pronti, inoltre avevamo un'idea di base per la traccia 'Havamal'. Prenotai uno studio (l'Alaska Studios, dove furono registrati tutti i primi dischi dei Death In June e dei Sixth Comm) e in cinque giorni mettemmo insieme l'album. Usai qualunque cosa era a disposizione nello studio. Portammo pochi strumenti: Freya portò un tamburo e il suo corno rituale, che fortunatamente sapevo usare, avendo già suonato la tromba; io portai una tromba militare, alcune percussioni e una batteria. In un modo o nell'altro ci organizzammo. Inventai la musica e la partiture melodiche da inserire qua e là, che non è certo un buon modo di lavorare. Considerando ciò, il tutto andò abbastanza bene. Non dimenticare che allora non avevamo un MIDI e ogni cosa era suonata in presa diretta, fatto che avvenne in 'The Fruits Of Yggdrasil' così come in tutte le mie prime produzioni. Nello studio c'era un emulatore di tastiera che funzionava con giganteschi floppy disc, da lì prendemmo venti minuti di suoni per riempire e arrangiare l'album. Fortunatamente vi trovai alcuni interessanti motivi orchestrali che potevo utilizzare! È incredibile la differenza tra ciò che avevamo a disposizione allora e ciò che ognuno può creare oggi nella propria camera, utilizzando solo un PC."
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Puoi spiegare ai nostri lettori il significato nascosto dietro al titolo "The Fruits Of Yggdrasil"?
"Beh, Yggdrasil può essere tradotto come 'cavallo di Odino' o di Wodan. Tra le altre interpretazioni i frutti dell'albero Yggdrasil sarebbero le rune e i segreti dati a Odino e, quindi, giunti a noi attraverso la mitologia. In realtà ciò è come io intendo la questione: Freya, ad esempio, può fornire spiegazioni differenti."
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Le rune e la mitologia nordica sono i temi principali dell'album: qual è stato il tuo primo contatto con questi argomenti e da dove è nato il tuo grande interesse verso di essi?
"Non posso rispondere con sicurezza, anche se da quando ero bambino (avevo forse 4, 5 o 6 anni) ero interessato agli antichi Romani, dato che vivevo vicino ad uno dei più grandi insediamenti romani in Inghilterra: Silchester. Ma ero interessato anche agli Anglosassoni, dato che al tempo conoscevo solo loro, sebbene ci fossero molte altre tribù ed etnie. Il tema delle antiche culture mi ha condotto poi ai Vichinghi, e quindi alla rune. Ero solito tracciare rune nella corteccia degli alberi situati nel bosco dove ho passato parte della mia giovinezza (soprattutto quando sarei dovuto andare a scuola), ma non avevo una vera comprensione del loro significato, se non addirittura una totale ignoranza. Non sapevo e non avrei potuto sapere dove andare a cercare una profonda conoscenza dell'argomento a quei tempi, considera che allora non erano ancora in vendita libri con rune in plastica! Dunque, perché ero così interessato? ...beh, è una domanda difficile. Ti posso solo dire che sentivo qualcosa dentro di me: una fortissima affinità con le antiche culture del mio luogo, ma ero anche molto interessato alle connessioni che intercorrono tra noi tutti ed alle affinità tra tante antiche culture europee. Non c'è mai stata una sola religione nel Nord Europa e la forma e il nome di un dio cambiavano da un'area a quella limitrofa: in passato c'era una complessità infinitamente maggiore di quanto siamo portati a credere. Fortunatamente le cose stanno cambiando, e con una migliore comprensione degli studi archeologici stiamo ottenendo una notevole penetrazione all'interno del mondo antico."
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Come mai nel 1987 stampasti solo 600 copie dell'edizione in vinile di "The Fruits Of Yggdrasil"? Oggi è normale vedere edizioni limitate, dato che il vinile è diventato un oggetto per collezionisti, ma a quei tempi...
"Era molto normale anche allora. Innanzitutto non pensavo che potessi vendere molte copie, dato che non sapevo a chi potesse interessare questo disco. Inoltre abbiamo voluto realizzare una copertina molto speciale, di fatto assai più costosa delle normali copertine che venivano prodotte al tempo. Il prezzo di realizzazione era di gran lunga più alto del normale, così abbiamo dovuto vendere il disco ad un prezzo maggiore per coprire i costi. Sfortunatamente la compagnia di distribuzione andò in bancarotta, e noi perdemmo tutto il denaro ricavato dalle vendite fatte tramite il distributore e i negozi. Le copie che abbiamo venduto via posta ci hanno garantito qualche entrata, ma avevamo perso troppo denaro, e non solo in relazione a questo disco, ma a tutto il mio catalogo. A dire la verità, dato che avevo annunciato 'The Fruits Of Yggdrasil' come un'edizione limitata, ho distrutto la copia master per non essere tentato in futuro di ristampare il disco. Non c'è stata dunque la possibilità di riprodurre l'album su vinile una seconda volta, senza dover per forza ripercorrere di nuovo tutto il processo di mastering e il lavoro già fatto: avevo inciso rune ovunque!"
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Circolano notizie riguardo un'edizione di "The Fruits Of Yggdrasil" con copertina realizzata a mano: puoi darci qualche conferma al riguardo?
"Alcuni vinili della tiratura originaria rimasero senza copertina, credo 50 o 100 copie, così ho creato una copertina ad hoc usando alcune foto e un libretto, vendendo poi il tutto tramite posta. Cercavamo disperatamente di recuperare parte delle nostre perdite, avevamo perso moltissimo e avevamo da pagare i costi di manifattura, oltre ad altri lavori. Il tutto ammontava, a quel tempo, ad un enorme quantitativo di denaro. Da quei giorni la mia sfiducia negli affari crebbe tantissimo, e non ho mai fatto fronte finanziariamente o musicalmente a questo e ad un altro analogo disastro avvenuto due anni dopo."
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Chi è l'uomo della copertina di "The Fruits Of Yggdrasil"? E qual è il significato delle rune che adornano l'artwork?
"Si tratta di un'incisione su legno che ritrae Odino, estratta da un vecchio libro. Beh, le rune indicano un segreto, e tale rimarrà. Ma puoi anche scorgere il vecchio stemma della mia etichetta Kenaz agli angoli della copertina."
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Nella ristampa della Hau Ruck! il colore nero ha sostituito il rosso della copertina originaria: un cambio grafico netto...
"Semplicemente gli stampatori a volte sbagliano colore, e ciò avviene in special modo con il rosso. Così, non volendo una copertina rosa, anche se i vichinghi gay avrebbero approvato (ride, nda), è stato meglio semplificare il tutto. Non c'è comunque alcun significato nel cambio di colore."
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Quanto ritieni che "The Fruits Of Yggdrasil" possa aver ispirato e influenzato la scena musicale alternativa dei nostri giorni? Mi riferisco in particolar modo a filoni come il neofolk o a certa industrial rituale...
"Non sono la persona giusta a cui chiedere ciò, dato che non ne ho alcuna idea. Non sono coinvolto nel neofolk, così come non sono coinvolto in nessun'altra scena: questi generi musicali non esistevano quando ho registrato l'album. Dato che il mio materiale non è stato proposto in performance dal vivo, non ha avuto la stessa esposizione al pubblico che hanno avuto i brani di gruppi come Death In June, Current 93, ecc... questi ultimi hanno prodotto costantemente dischi e hanno fatto svariati concerti negli ultimi 25 anni. Quindi non saprei rispondere... So però dirti che tanta gente che al tempo comprò 'The Fruits Of Ydggrasil' adesso ha una propria band o una propria etichetta, quindi forse, insieme ad altri ben noti artisti del settore, quest'album ha avuto una piccola influenza sulla scena attuale."
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Pensi che dopo "The Fruits Of Yggdrasil" ci sia stato qualche altro autore in grado di realizzare un buon album su di un tema come le rune?
"Sono di nuovo costretto a dirti che non saprei rispondere. Ho condotto un tipo di vita diversa e ho avuto pochi contatti con gruppi e artisti musicali. Ovviamente c'è molta gente che usa le rune, sia seriamente, sia perché crede che esse rappresentino qualcosa di aggressivo o di trendy. Non mi è mai capitato di sentire qualcosa di simile a 'The Fruits Of Yggdrasil', e non penso che ci siano altre Freya Aswynn: lei è unica! La musica è solo e nient'altro che musica: chiunque può realizzarla, se solo ci prova. Certo è che il mio album ha venature molto anni '80, sia nei suoni che nella produzione: ci sono troppi riverberi per gli standard attuali."
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Le rune e la mitologia nordica sono state relazionate in passato a precise ideologie e a regimi totalitari; ugualmente, ai giorni nostri, qualcuno usa tali temi con finalità politiche. Qual è la tua opinione riguardo a tutto ciò?
"Sono state utilizzate da un 'unico' regime totalitario in Germania. Principalmente ciò avvenne per l'interesse che c'era al tempo in tutta Europa nel riscoprire, e perlopiù nel ricreare, una nuova mitologia nazionalistica. Ciò è stato fatto anche dagli inglesi, dagli italiani e dai francesi per le loro visioni romantiche (celtiche, romane, galliche, anglosassoni) del passato: all'epoca la storia e la mitologia sono state ampiamente riscritte e reinventate al fine di adattarle ai punti di vista delle nazioni che intendevano celebrare la grandezza del proprio passato e della propria storia, nonché per collocare sé stesse in una posizione di superiorità rispetto ai paesi confinanti. Forse in realtà ciò fu un mezzo utile a tutte le nazioni che si combattevano l'un l'altra nell'economia, nell'industria e via dicendo, ai tempi in cui iniziava la fine degli imperi. Allora una nuova religione accomunava l'intera nazione e la indirizzava verso poteri che ben si adattavano all'industria, alla guerra o all'arte. Di certo la visione germanica della mitologia sembra essere la più forte e precorse molte idee alla base del nazionalismo tedesco, il quale sfociò più tardi nel nazismo. Tali idee provengono principalmente da Von List, Von Liebenfeld, dalla società segreta Thule e via dicendo. Il sistema runico creato da Von List è assai poco veritiero e ruota attorno ad un'interpretazione aggressiva e di potenza delle Rune, piuttosto che collegarsi all'Edda. Tuttavia, ogni genere di magia che venga affrontato seriamente e dalle persone giuste è destinato a mostrare risultati. Per quanto mi riguarda, benché io sia molto interessato all'argomento sia sul piano storico che magico, non ho mai aderito a nessuno dei due aspetti, né ho mai preso sul serio un dogma creato da una manciata di scolari post-vittoriani per i loro propositi di discordia sociale. Inoltre l'influenza che tali aspetti hanno avuto su Hitler e altri membri della società Thule può essere solo congetturale."
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Il tuo interesse per le Rune è mai stato interpretato in chiave negativa dalla stampa e dal pubblico? In questo senso hai mai subito contestazioni o boicottaggi?
"Ma no! In fondo penso che presentarmi su un palco vestito con l'uniforme delle SS mi abbia creato veramente pochi problemi (ride, nda)! Se qualcuno vuole usare le rune con finalità destrorse o come simboli politici, in fin dei conti sono affari suoi. Ma va tenuto presente che la maggior parte della gente è alquanto stupida e non ha una propria preparazione riguardo la storia e le rune, considerando anche che queste ultime sono un set di simboli che vengono tradotti dall'estremo nord all'estremo sud. Di fatto, chi usa tali simboli solo con intenti destrorsi è interessato esclusivamente ai propri, patetici fatti personali. Di solito molte persone deboli attaccano gli altri a causa di un'insoddisfazione che hanno verso loro stessi e verso il ruolo che occupano nel mondo. Forse adesso capisci perché io non sono benvoluto da alcuni dei miei contemporanei. In fin dei conti è giusto che un individuo usi le rune o qualsiasi altro simbolo come meglio desideri: ciò rende il mondo un po' più interessante. Personalmente non ho finalità politiche e penso che tale ambito non abbia nulla a che vedere con le rune, e in ultimo non me ne potrebbe fregare di meno di ciò che la gente pensa di me. Le persone, e in particolar modo i giornalisti e le riviste come la vostra, che non concedono a gruppi, individui e artisti di esprimere i loro punti di vista, dovrebbero capire sempre se sono in accordo con gli artisti che trattano e intervistano o se i punti vista altrui possano essere giudicati come oltraggiosi e fuori da una decenza morale massificata. Se tu, giornalista, non concedi la possibilità di una libera espressione, allora tu, presunto moralista dei media, diventi il protetto del Dr. Goebbels o di un McCarthy. Così è giocoforza che giornali analoghi al vostro finiscano col fare un blocco unitario e col definire in modo unanime ciò che è giusto. Di conseguenza, il lettore arriverà ad una conclusione e darà un giudizio imposto dai più grandi giornali e dalle maggiori pubblicazioni. Queste hanno ormai ceduto alle direttive finanziarie e potranno presentare solo i punti di vista che soddisferanno i paganti e i sorveglianti della morale: questi ultimi, nascosti dietro la loro assurda identità, sono convinti di essere i protettori della libertà, quando nei fatti non sono altro che i distruttori di qualsiasi discussione. Le correnti artistiche più interessanti, così come i movimenti politici o le iniziative scientifiche innovative, hanno avuto avvii impopolari e ricchi di incomprensioni. Ma d'altronde un individuo non dovrebbe mai avere paura di fare errori o di raccontare la verità sempre, in ogni momento in cui si percepisca la necessità di farlo. Cosa abbiamo da guadagnare dalla vita, se non possiamo comportarci in modo trasparente? Puoi diventare una persona migliore solo acquisendo nuova conoscenza dalla conoscenza, o maturare ascoltando punti di vista opposti al tuo."
"Se tu, giornalista, non concedi la possibilità di una libera espressione, allora tu, presunto moralista dei media, diventi il protetto del Dr. Goebbels o di un McCarthy. Così è giocoforza che giornali analoghi al vostro finiscano col fare un blocco unitario e col definire in modo unanime ciò che è giusto. Di conseguenza, il lettore arriverà ad una conclusione e darà un giudizio imposto dai più grandi giornali e dalle maggiori pubblicazioni..."
(Patrick Leagas)
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Ricordi alcuni eventi in particolare in cui non sono stati rispettati i tuoi punti di vista da parte di giornalisti e riviste?
"Sì, parecchi. Ma non ho intenzione di tornare sulle loro opinioni: questa gente ha già parlato abbastanza."
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Come mai avete scelto di usare per "The Fruits Of Yggdrasil" alcuni testi estratti da Nietzsche?
"Dovrai chiederlo a Freya, dato che lei ha scelto e creato i testi per 'The Fruits Of Yggdrasil'."
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Cosa pensi di questa mente (Nietzsche), centrale tanto nel passato quanto nel mondo attuale?
"Nietzsche è stato un uomo del suo tempo, totalmente in sintonia con l'estetica, la filologia e la filosofia che segnavano l'intelligentia del suo periodo. Durante gli anni '80 lessi molti suoi testi, ma fortunatamente riesco anche a dimenticarli."
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Dopo il 1987, ma anche in "Content With Blood", album coevo di "The Fruits Of Yggdrasil", hai prodotto sonorità più ritmiche e meno industriali: perché non hai continuato a seguire una linea artistica sperimentale?
"Bella domanda! Suppongo che la risposta sia abbastanza semplice. La maggior parte del materiale firmato Sixth Comm ('Content With Blood', 'A Nothing Life', 'Morthogenisis' e altri) è stato registrato in un brevissimo arco di tempo, all'incirca nel giro di un anno o giù di lì. Non è mai esistito un vero gruppo o progetto, la musica non è mai stata la mia professione. Anche se è sembrato che ci fossero molte produzioni, in realtà erano ben poche, e ti ripeto che non ho fatto concerti per tutti gli otto anni successivi, dopodiché ho suonato dal vivo solo due o tre volte, e per la precisione quattro brani dei Sixth Comm in Germania per aprire i concerti di un tour dei Mother Destruction. Questa è la storia della mia carriera dal vivo! Nada! Un sacco di altri lavori che ho registrato non sono mai stati realizzati a causa del crack finanziario della casa distributrice, avvenuto nel 1987, ed è capitato di nuovo con la Rough Trade pochi anni più tardi. Penso non sia la storia di un buon successo! E non c'è nemmeno una base accettabile per descrivere una carriera musicale! Alcune registrazioni, che non trovarono spazio allora, hanno trovato posto nel recente album retrospettivo 'Headless', ed altre saranno pubblicate al più presto."
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Come sei entrato in contatto con Freya Aswynn e come è iniziata la vostra collaborazione?
"Mi sembra di ricordare che Douglas mi portò a casa di Freya per incontrare qualcuno, ma non ricordo chi. Suppongo che eravamo andati lì solo per parlare, e l'idea per The Fruits Of Yggdrasil' venne rapidamente fuori. Io fui uno dei reietti che si erano trasferiti all'interno della comune occulta Enclave X, una casa a nord di Londra dove avevano stazionato e vissuto molti artisti, inclusi David Tibet, Ian Read ed altri. Un gran numero di trame e intrighi sono stati orditi in quella casa che, ahimé, non esiste più!"
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Puoi raccontarci qualcosa di più riguardo all'Enclave X? Ad esempio, vorremmo capire come è nata e per quale motivo non esiste più...
"Era una casa situata nel nord di Londra, posseduta cooperativamente e abitata da molti occultisti nel periodo compreso tra gli anni '60 e '70. Più tardi gente come e David Tibet ha vissuto lì per un po'. Freya Aswynn, per vari motivi, era una specie di 'madre' della casa, ed ha aiutato molta gente che stava vivendo momenti di difficoltà. Attualmente la casa è stata venduta e l'Enclave X non esiste più."
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Parlando dell'Enclave X hai nominato due personaggi importanti del panorama esoterico underground di quel periodo: David Tibet e Ian Read. Al tempo quali erano i legami tra te e questi autori?
"Nessuno. Ho solo incontrato Tibet molte volte durante le sessioni di 'Nada!' e in un paio di esibizioni dal vivo. Di Ian Read non so proprio nulla..."
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Come mai non ci sono state altre collaborazioni tra te e Freya?
"Forse ce ne sarebbero state altre, se non fosse sopravvenuto il disastro finanziario della casa di distribuzione. Questo crack ha contribuito a creare molto stress, e rovinò tutto quello che avevo prodotto fino a quel momento. Non è stato facile andare avanti, e la nostra amicizia è stata disintegrata da questo avvenimento."
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Sei ancora in contatto con lei? Ci sarà mai la possibilità di vedere un'altra collaborazione artistica tra di voi?
"Siamo stati in contatto via email in modo molto occasionale. Sì, potrebbe esserci una collaborazione di qualche tipo, forse (lo stesso Patrick ci conferma però che nel settembre 2009 ci sarà una performance speciale di 'The Fruits Of Yggdrasil' a Londra, e tale data rappresenta per ora l'unica occasione di vedere un'esibizione di Freya e Patrick insieme, nda)..."
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"The Fruits Of Yggdrasil" è stato ristampato molte volte e con titoli diversi, in alcuni casi intestato alla sola Freya Aswynn o con tracklist e copertina differenti. Tutti le ristampe sono state autorizzate da te, oppure ci sono anche alcuni bootlegs? E perché in alcuni casi ci sono state modifiche grafiche e sostanziali all'opera originaria?
"Ho realizzato una ristampa in digipack all'inizio degli anni '90 e un piccolo numero di CD in formato standard durante lo stesso periodo, ma era tutto materiale ufficiale stampato dalla mia etichetta. Onestamente posso dire che non ho mai visto nulla riguardante altre edizioni. Mi è stato detto che c'erano anche altre stampe, ma non me ne importa nulla."
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L'album "Content With Blood" è stato stampato nello stesso anno di "The Fruits Of Yggdrasil", ma sembra essere relazionato al periodo "Nada!" di Death In June, suonando assai pop-wave... Come mai hai scelto di realizzare album così diversi nel medesimo periodo?
"Perché no? Perché confrontare un album con un altro? Nello stesso periodo ho fatto anche alcune produzioni su cassetta di electro/industrial assai dura. Credo che gruppi o artisti che rimangono uguali a sé stessi per decenni risultino totalmente noiosi e senza vitalità, o forse vogliono solo mantenere una vacca d'oro e continuare a mungerla. La gente mi chiede sempre perché non faccio altra musica sul genere di 'Calling' (il celebre e ancora ballato singolo di Death In June, nda), o giù di lì... Perché dovrei? Io faccio ciò che è appropriato al momento. Sembra che la gente in questa scena - come in ogni altra scena - rispetti solo gli egocentrici e chi vuol essere una pop-star: è una condotta veramente stereotipata. E se la possono tenere. Sto continuando a produrre del materiale per Sixth Comm che ha alcuni legami col mio sound usuale, ma ho anche un altro progetto assai differente, e un altro ancora che porto avanti quando ho tempo e che ha un suono ulteriormente diverso. Da quando non sono più interessato a costruirmi un'audience e ad ottenere da vivere con la musica posso permettermi di essere un po' più aperto nel mio lavoro."
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Una piccola curiosità: nel vinile di "Content With Blood" è inciso il messaggio "szig scophthalmus maximus". Cosa significa? E come è relazionato alla musica dell'album?
"Sembra essere latino (ride, nda)! Alcune cose, però, è meglio tenerle nascoste (scophthalmus maximus è la dizione scientifica del pesce rombo chiodato, il resto è avvolto da un velo di simpatico mistero, nda)..."
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In molte release dei Sixth Comm risalenti al periodo 1987-1990 (penso agli album "Content With Blood" e "Asylum" e ai singoli "Paradise", "The Taste For Flesh" e "Morthogenisis") compaiono più volte le medesime tracce, ed alcune di queste provengono dai lavori firmati Death In June. Perché hai scelto di riutilizzare vecchi brani in album e singoli diversi?
"Come ho detto prima, tu conosci solo una piccola parte della produzione risalente a quel periodo, ma in quei tempi ho avuto l'opportunità di registrare anche altro materiale, e quindi queste domande non dovrebbero esser fatte (già, ma la domanda è un'altra... nda). Comunque ho rinunciato alla musica e ho sfruttato la mia vita per fare altre cose."
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Penso che uno dei migliori album dei Sixth Comm sia "Seething", pubblicato circa venti anni fa. Dopo tutto questo tempo, qual è la tua opinione riguardo a questo lavoro e quale quella del pubblico?
"L'album 'Seething' era una collaborazione tra me e la mia ex-partner. Non è un album dei Sixth Comm, ma di Mother Destruction. I distributori avevano chiesto di inserire anche il nome Sixth Comm nell'album al fine di facilitarne le vendite. Così abbiamo fatto, ma è stato un errore che ha causato molti fraintendimenti, e ad essere onesto è stata colpa mia. C'erano molti interessi attorno a questa release, e credo di aver iniziato un altro genere rispetto a ciò che avevo fatto in precedenza. Se non altro penso sia stata una bella svolta, se paragonata al sound che avevo messo in piedi per Death In June. Di certo a suo tempo i fans dei tradizionali suoni targati Death In June e Sixth Comm hanno odiato questo lavoro, ma d'altro canto abbiamo trovato un'audience totalmente nuova e più ampia."
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Esistono edizioni diverse di "Seething" in formato LP: con copertina rossa e fregi dorati realizzati a mano, con semplice cover rossa ed un'altra con artwork diverso dalle precedenti. Da cosa furono dettate queste differenziazioni grafiche?
"Non ho una risposta interessante per questa domanda. Il motivo è lo stesso di tutte le altre band della terra: fare qualcosa di diverso e speciale per la prima stampa e rendere più economiche le successive."
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Come è nata l'idea di creare una copertina fatta a mano? Si vocifera contenesse anche moltissimi inserti e delle carte...
"Beh, a volte è bello fare qualcosa in modo un po' artigianale, ed io ero solito comprare moltissime edizioni speciali. Le carte inserite in 'Seething' sono state realizzate dal nostro amico Dave Grimbleby, un grande artista e un grande percussionista che ci ha aiutato nelle esibizioni dal vivo durante il primo tour dei Mother Destruction, nel 1994. Le carte avevano immagini esoteriche, penso fossero in tutto venti grosse cartoline con testo esplicativo sul retro. Un artwork veramente bello!"
"Al tempo avrei preferito che fossimo diventati dei veri terroristi, non solo fantocci con la chitarra. Che scherzavano soltanto... penso. Tuttavia, Death In June è stato la vetta di un genere e ha colpito dritto alla coscienza dei media e del music business in un modo che nessun'altra band è riuscita a fare. Peccato che alla fine si sia adagiato sul suo guanto, anche se penso che la frusta sarebbe ancora nella sua mano, se mai fosse interessato a maneggiarla ancora. Sarei felice di vedere ciò!"
(Patrick Leagas)
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Con il progetto Mother Destruction vengono aggiunte ritmiche tribali e sperimentali: come hai modificato la tua musica nel passaggio dal primo periodo Sixth Comm, segnato soprattutto da titoli come "Content With Blood" e "The Fruits Of Yggdrasil", alla seconda era caratterizzata da "Seething", ma anche da lavori come "Serpent Dance" o dal più recente "Fetch"?
"È avvenuto tutto naturalmente: per me non c'è alcuna differenza nel produrre sonorità tribal, neofolk o noise, certo è che il genere tribal/experimental ben si adattava alla voce di Amodali. Non sono sicuro di cosa sia 'Fetch'. Abbiamo realizzato quattro album per Mother Destruction: 'Seething', 'Hagazussa', 'Pagan Dance' e un ultimo di cui ho dimenticato il titolo (probabilmente si tratta di "Chemantra", risalente al 2000, nda). C'erano anche altri titoli, ma questi sono i principali. Forse tu ti riferisci a un 12" in vinile picture che è stato realizzato da un'altra etichetta, ma è un prodotto che non ha nulla a che vedere con me e Amodali (il titolo in questione, 'Fetch', è stato realizzato dalla Ant-Zen nel 1998 e presentava sul lato A tre titoli estratti dall'album di Mother Destruction 'Hagazussa', mentre nel lato B c'erano remix di tre classici act della Ant-Zen. L'ok per questo lavoro fu dato alla stessa Ant-Zen dall'etichetta che aveva prodotto 'Hagazussa', la Schwarzrock, il che farebbe pensare, ancora una volta, a come il mercato abbia sfruttato indebitamente l'operato di Patrick, lucrando sul suo lavoro, nda)."
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Puoi raccontarci qualcosa riguardo l'incontro artistico con Amodali?
"È una storia veramente lunga e non ha importanza raccontarla in questa sede. Siamo stati legati per molti anni, insieme abbiamo fatto musica e abbiamo avuto due figlie. Lei era ed è una persona estremamente talentuosa e versatile in campo artistico, avevamo un'attitudine molto simile per il lato affaristico della musica. Abbiamo deciso di mettere fine al progetto Mother Destruction e parecchi anni fa abbiamo deciso di terminare la nostra relazione, indirizzandoci verso nuove vite."
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Due anni fa hai realizzato il doppio CD "Headless", contenente materiale registrato durante gli anni che vanno dal 1985 al 2005. In che modo hai selezionato i brani? E perché hai scelto di mettere a punto un lavoro retrospettivo così ampio?
"Il lavoro è così ampio perché tante registrazioni che ho messo a punto in passato non hanno mai visto la luce. Anche durante il periodo di Mother Destruction stavo facendo piccoli lavori personali che non sono mai stati realizzati. 'Headless' è stato un album molto difficile su cui lavorare, dato che ho reperito il materiale da periodi e studi di registrazione diversi e ho rimesso a punto e mixato di nuovo ogni cosa per far amalgamare tutte le tracce, attraverso l'uso di un PC e di un software. Penso che quest'album goda di una sua propria atmosfera e non possa essere collocato in nessun modo in alcun genere. Ho molto altro materiale da mettere a punto quando avrò tempo."
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Durante il 2001 hai remixato una traccia dei Kirlian Camera per l'album tributo "Kalte Container". Cosa ti affascina della musica di questa fondamentale band italiana? Sei più legato al loro passato o alle release più recenti?
"Non ho avuto modo di ascoltare nuovi brani dei Kirlian Camera da molti anni, quindi suppongo di essere più legato al vecchio materiale. Mi è sempre piaciuta l'elettronica oscura di Angelo e siamo stati occasionalmente in contatto epistolare per anni. Presumo che condividiamo anche gli stessi problemi in relazione alle immagini che usiamo ed ai piccoli fraintendimenti che ne nascono."
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Durante la tua carriera hai creato varie etichette, scomparse in breve tempo (mi riferisco ai nomi Kenaz, Cenaz, Eyas Media, Pagan Dance e forse qualche altra). Puoi spiegarci in che modo sono nate le tue label e perché hanno smesso di esistere?
"Beh, Cenaz/Kenaz è ancora attiva da 25 anni a questa parte (forse è più corretto dire che è in stand-by, nda). La Eyas Media nasceva da una collaborazione con un mio vecchio amico, e l'ho lasciata nel 1989. La Pagan Dance fu creata appositamente per Mother Destruction, ed ha finito di esistere vari anni fa con il progetto che supportava. Cenaz/Kenaz è la mia label principale, ma non ho mai preso la musica come una direzione seria della mia vita. Non penso sia una buona cosa continuare a mandare avanti una label, una band, un nome, un tipo di musica, solo nell'interesse della stessa. A volte è meglio uccidere una cosa e iniziarne un'altra: quando l'energia è andata, si rinnova in un momento successivo. Riaccendi il fuoco, se lo desideri."
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Andando indietro fino agli albori della tua carriera, vorrei chiederti perché il tuo primo progetto Runners From 1984 cessò di esistere dopo solo un EP...
"Perché non meritava di esistere al di là di quel titolo."
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Quali erano i propositi artistici del progetto?
"Non sono sicuro che avessimo dei propositi artistici. Erano stranezze post-punk senza alcuna idea. Per quanto mi riguarda suonavo percussioni militari e trombe, formulavo ritmiche austere indossando la mimetica, ecc. Tutto ciò sarebbe diventato più tardi una parte di Death In June."
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Hai mai pianificato una ristampa dell'EP dei Runners From 1984? Oggigiorno quel 7" è molto difficile da trovare e assai richiesto...
"No, mai. Inoltre quello non è un mio lavoro, sebbene fossimo in due. È più un lavoro di Richard che mio."
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Hai collaborato con Richard Butler (l'altra metà dei Runners From 1984) anche nel progetto Concrete Temple. Puoi spiegarci perché avete pubblicato il materiale di Concrete Temple solo nel 1991, circa dieci anni dopo la sua registrazione?
"Volevamo toglierci uno sfizio. Non c'è altro da aggiungere al riguardo."
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Alla fine, nei primi anni '80, hai fondato insieme a Douglas Pearce e Tony Wakeford l'immortale progetto Death In June. Raccontaci di quel periodo iniziale, del tuo ruolo nella band e dei propositi e delle speranze che animavano l'alba del progetto stesso.
"Tony ed io avevamo lavorato insieme prima di creare Death In June. Direi che all'inizio tutti e tre avevamo propositi un po' diversi e un po' particolari. Per quanto concerne le speranze artistiche, onestamente penso che ne avevo proprio poche: ero troppo introverso e volubile per i miei gusti. Certamente non volevo che Death In June diventasse la band che è diventata a quei tempi. Avevamo discusso riguardo un tipo di progetto diverso, ma in un modo o nell'altro l'idea andò persa appena vennero fuori le telecamere e i media. Ciò è avvenuto perché io non comparivo nelle prime foto promozionali, e penso di aver fatto la scelta giusta. Credo che Death In June poteva essere qualcosa di migliore e di diverso da ciò che è diventato in quel primo periodo, ma sfortunatamente al tempo non avevo la capacità di tentare un cambiamento. Non intendo denigrare le produzioni, le quali a volte sono state grandiose, altre un po' meno... ma piuttosto intendo rivolgermi contro una presenza noiosa sul palco e contro le solite chitarra e batteria in stile rock'n'roll. Al tempo avrei preferito che fossimo diventati dei veri terroristi, non solo fantocci con la chitarra. Che scherzavano soltanto... penso. Tuttavia, Death In June è stato la vetta di un genere e ha colpito dritto alla coscienza dei media e del music business in un modo che nessun'altra band è riuscita a fare. Questo è stato per lo più un lavoro di Douglas P., lui sapeva esattamente cosa stava facendo e Death In June si è dimostrato essere da allora una spina nel fianco per molti. Ho lasciato Death In June dopo 'Nada!' e da quei giorni Douglas è stato aiutato da altri che hanno portato il progetto ad un livello più alto, creando alcune tra le musiche più belle e il miglior linguaggio figurativo e simbolico del suo genere, cosa che nessun altro gruppo relazionato a questo stile potrà mai anche solo avvicinarsi a fare. Peccato che alla fine Death In June si sia adagiato sul suo guanto, anche se penso che la frusta sarebbe ancora nella sua mano, se mai fosse interessato a maneggiarla ancora. Sarei felice di vedere ciò!"
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Probabilmente questa domanda ti è stata rivolta spesso: c'è la possibilità che tu possa realizzare ancora qualcosa con Douglas e Tony?
"Come Death In June? Non può essere. Douglas ed io abbiamo parlato adesso e durante gli anni passati riguardo una collaborazione o qualcosa di simile, ma non si è raggiunto niente. Lui è l'unica persona del mio passato a cui avrei dato il mio tempo ma, ad esser sinceri, non avverrà nulla. Né io né Douglas vorremmo lavorare di nuovo insieme, meglio lasciare la storia come è stata!"
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Ricordi come fu accolto "Heaven Street", primo singolo di Death In June, dalla stampa e dal pubblico? Se non sbaglio avevate avuto qualche problema per via dei testi...
"Non ricordo proprio. Probabilmente qualche problema c'era stato, ma il brano era basato solo sull'osservazione dei fatti, e non riesco a vedere un problema in questo aspetto. Non me ne frega niente se qualcuno si è sentito offeso da qualcosa che abbiamo detto o fatto. Il mondo mi offende ogni giorno della mia vita per vari motivi. L'arte serve per fare osservazioni e riflettere."
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Il secondo album "Burial" fu una produzione alquanto strana: diviso in due parti, una registrata in studio e una dal vivo, è stato stampato in dieci differenti vinili colorati! Come nacque l'idea per la creazione di questo disco?
"Dieci vinili diversi? Beh, ne sai più di me. Pensavo che ce ne fossero solo tre, e per me un solo colore sarebbe stato abbastanza (per maggior chiarezza sulla questione vi rimando al sito ufficiale di Death In June: http://www.deathinjune.net/, nda). Douglas aveva il controllo dell'etichetta e delle release, per cui sarà meglio che tu chieda direttamente a lui. Non ascolto quest'album da oltre vent'anni e non ricordo nemmeno quali tracce contenga, tanto è il mio interesse per la storia di Death In June (ride, nda)."
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Il successivo full-lentgh da studio "Nada!" (il primo senza Tony Wakeford) conteneva molte tracce con sessioni ritmiche wave o sperimentali, e questo fu forse l'album più popolare per Death In June. Quanta parte del successo di "Nada!" è accreditabile a te?
"In 'Nada!' eravamo io e Douglas. Probabilmente in quest'album ci sono in egual misura il lavoro e le idee di entrambi. Ovviamente il materiale basato su suoni di chitarra è accreditabile a Douglas, ma a volte abbiamo piegato verso forme diverse l'uno il lavoro dell'altro. Non ho mai saputo fino a venti anni dall'uscita del disco che questo era l'album più noto di Death In June. In parte posso capire l'interesse in merito, in parte no, ma le cose erano molto diverse al tempo e nessuno è stato in grado di replicare quel momento, diversamente dal periodo post-'Nada!', che è stato copiato fino alla morte."
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Ricordo che il singolo "Calling/She Said Destroy" è stato un'autentica hit nelle classifiche inglesi. Perché secondo te "Nada!" è stato un album di così grande successo?
"Non so. Lo è stato? Il successo dipendeva solo da noi, non c'era una scena e non c'era il neofolk, questi termini non esistevano e non avevano nulla a che fare con me. Quindi non sono sicuro di questo successo, non analizzo molto il passato, tanto meno il mio passato. Probabilmente eravamo parte del circuito underground, ma l'underground a quei tempi vendeva tanto quanto le major, poiché la gente era interessata più ampiamente alle idee ed alla musica. La generazione punk era ancora attiva e comprava dischi."
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Puoi dirci qualcosa riguardo i metodi compositivi che hanno portato te e Douglas a creare "Nada!"?
"Credo che non sia una questione molto interessante. Funzionava come per ogni altro gruppo: da un lato strumenti, macchine e parole, che è la parte più facile; dall'altro mantenere l'idea di base, che è la parte più difficile. Douglas ha fatto quel che non siamo riusciti a fare io e Tony."
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È cosa nota che Death In June abbia avuto vari problemi durante i primi anni '80 per ragioni politiche e ideologiche. Vuoi raccontarci qualcosa secondo il tuo personale punto di vista?
"Non penso che abbiamo avuto problemi, ci divertivamo a procurarci problemi! Come ho detto prima, ci vestivamo in un modo che molti trovavano offensivo: in realtà non erano i vestiti, ma la nostra intensità che rendeva le divise più dure di un semplice atteggiamento modaiolo. Intendo dire che se un'altra band avesse indossato le stesse uniformi non avrebbe fatto notizia, mentre noi invece eravamo un set completo di malvagità estremamente distante da come era concepito il mondo musicale, il quale appariva perfettamente corretto. Penso che all'epoca siamo sempre stati molto onesti nei nostri punti di vista, e credo che abbiamo fatto bene a fare ciò che abbiamo fatto."
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Perché eravate così affascinati dalle divise naziste?
"Perché no? Guarda solo via internet quanta gente è interessata a queste uniformi! Non era un aspetto che affascinava solo noi, esiste un grande mercato che raccoglie dai collezionisti seri fino agli amanti del fetish. Esteticamente penso che quelle uniformi siano tornate assai utili per lo scopo che avevano, e noi siamo stati educati con le immagini della minaccia tedesca... Beh, forse qualcuno di noi avrebbe preferito 'alcuni aspetti' della minaccia tedesca rispetto a quel che abbiamo adesso in Europa. Voglio lasciare di proposito la questione aperta dicendo 'alcuni aspetti'. Ad ogni modo sono formidabili anche diverse uniformi italiane del periodo, come anche alcune sovietiche, oppure inglesi, come ad esempio quelle del British Commandos o del reggimento dei paracadutisti. Mio padre ha combattuto in guerra su vari fronti, da Dunkirk (Francia) al Nord Africa, per entrare poi in Europa da Salerno (Italia): nonostante ciò, ha lasciato che io indossassi un elmetto tedesco e ha sempre avuto un alto rispetto per l'esercito che aveva la Germania in quel periodo, sebbene, come tutti, avesse perso i fratelli e la famiglia durante il conflitto. La Germania ebbe una certa genialità per vari motivi, i tedeschi furono un po' più saggi e accorti sia nell'ambito della razza che dell'economia: ai nostri giorni sarebbero stati in grado di gestire bene il mondo. È un'idea affascinante! Tuttavia questa è la storia, e noi dobbiamo agire per conto nostro."
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Perché hai deciso di abbandonare il progetto Death In June quando era al top del successo?
"Perché quello era il momento migliore per lasciarlo. Se allora fossi rimasto, il progetto si sarebbe spezzato. Non avevo intenzione di condurre uno stile di vita rock'n'roll, avrei preferito morire piuttosto. Nella vita c'erano altre strade più interessanti da percorrere che non preoccuparmi a mettere insieme il nuovo album o battermi per ottenere i soldi dai distributori. Tuttavia, se riesci a sopportarlo, questo tipo di vita è preferibile al classico 'lavorare per vivere'. Più tardi sono riuscito a trarre da vivere dalla musica per qualche anno, ma se avessi fatto concerti ed altro sono sicuro che adesso avrei un sacco di soldi."
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Durante gli anni '80 sono apparse diverse audiocassette firmate Death In June, contenenti concerti o materiale d'archivio (tra queste la celeberrima "Archive Material", ristampata in CD soltanto un paio di anni fa). Qualcuno afferma che siano state stampate da te. Puoi raccontarci qualcosa al riguardo?
"Alcuni di questi nastri erano stampe regolari. Ma in origine erano bootlegs, poi li ho raccolti dai banchi di vendita di Londra e, dato che qualcuno li stava già vendendo, ho deciso di venderli anch'io. L'unico nastro che ho registrato direttamente è 'Oh! How We Laughed'."
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A proposito, c'è un modo per riconoscere i nastri originali? Come saprai circolano moltissime falsificazioni...
"No, non lo so e non me ne importa niente: un nastro è un nastro. Tutta la nostra musica è stata venduta durante l'ultima decade nel mercato russo sotto forma di spazzatura mp3. Quindi non me ne frega più niente, il vecchio mondo discografico sta finendo."
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Il primo album ufficiale dal vivo per Death In June è proprio "Oh! How We Laughed", che fu pubblicato in diverse edizioni tramite la Eyas Media e la Kenaz. Cosa ti ha spinto a stampare questo documento? E da cosa deriva l'ironico titolo?
"Perché qualcuno dovrebbe decidere di pubblicare un live? Senz'altro perché è una buona registrazione. Il titolo è in realtà solo una frase che scrissi sul retro della copertina in relazione ai media musicali inglesi del tempo. Nulla di importante."
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"Oh! How We Laughed" è stato stampato con diversi artwork. Puoi spiegarci il significato di alcuni di questi, tipo il curioso batterista col volto di maiale, o l'uomo che colpisce l'incudine?
"No. Non ho nulla da dire al riguardo."
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C'è una misteriosa traccia firmata Death In June, risalente al periodo 1982-83, intitolata "Some Of Our Best Friends Live In South America" e pubblicata solo su compilation. Qualcuno dice che sia un outtake di "Black Radio". Puoi darci qualche informazione al riguardo, oltre a spiegare il senso del titolo?
"Chiedi a Tony o a Douglas."
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Il nastro bootleg "The White Hands Of Death" contiene la registrazione del vostro concerto a Venezia, risalente al 5 aprile 1985. Puoi raccontarci qualcosa riguardo questo lontano avvenimento?
"Non ho mai visto questo oggetto e non l'ho mai ascoltato. Non possiedo una copia di tutte le release di Death In June, solo quelle a cui ho preso parte, e inoltre ci sono molte edizioni che ho solo ascoltato. Non ho alcun ricordo del concerto di Venezia: posso rammentare il tour e alcuni momenti, ma non ho memoria di quell'esperienza, quasi che io non avessi mai pensato a questo evento nel corso degli ultimi 25 anni (magari è errato il credito nel bootleg, nda)."
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Ci sono alcune esperienze live in Italia che rammenti con piacere?
"Solo caos. Volendo lasciare il progetto, sono al più presto tornato in Inghilterra. Non mi piaceva stare sul palco e cantare, volevo solo scappare. Quel poco che ho visto dell'Italia, attraverso il finestrino di una macchina, era bello come sempre, e i fans erano grandiosi. Il tour agent tentò di farci andare a letto con alcune giovani prostitute, il che fu assai divertente, dato che Douglas è notoriamente gay, mentre Tony ed io eravamo troppo inglesi! Solo stupide cose, quindi. L'Italia rimane il mio luogo preferito in Europa, ed è difficile spiegare il perché. Forse, adesso che ho una fidanzata italiana, vedrò il vostro paese un po' più spesso. Vorrei vedere Pompei e tutti i tipici posti turistici, dato che quando ti trovi in tour non hai mai tempo libero."
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Quali sono i tuoi programmi futuri? Ci sono altre uscite in vista per Sixth Comm, oppure conosceremo qualche nuovo progetto?
"Un altro album retrospettivo è in uscita per dicembre di quest'anno. Includerà nuove registrazioni e vecchi classici, alcuni provenienti dal periodo di 'Nada!', oltre a 4 o 5 inediti. Il titolo sarà 'Like Stukas Angels Fell' e non sarà disponibile nei negozi o tramite i normali canali di distribuzione. Se qualcuno è interessato, potrà acquistarlo presso il mail order inglese Hagshadow di Gaya Donadio. Forse qualche etichetta, tipo la Old Europa Cafe, ne acquisterà alcune copie, ma in generale il mio lavoro non sarà facilmente disponibile. È meglio vendere il prodotto direttamente a chi è interessato: in questo modo gli acquirenti avranno prezzi più bassi e noi non rischieremo di perdere tutto un'altra volta a causa dei distributori che falliscono, fatto che si sta verificando attualmente con il crollo mondiale delle vendite dei CD. Quest'album avrà cura della mia storia, e molto del materiale ivi contenuto sarà usato nei concerti del tour che avrà luogo nel 2009 in varie location europee. Sto lavorando anche ad un nuovo album di Sixth Comm in uscita per il prossimo anno, ma ancor più interessante sarà il nuovo side-project Godlessate, caratterizzato da un approccio più elettronico e sperimentale. Mi esibirò dal vivo con questo progetto durante il prossimo anno ed alcune uscite saranno a tiratura limitata con artwork fatto a mano, proprio come ai vecchi tempi. È più interessante ragionare in questo modo, piuttosto che seguire le linee di pensiero commerciali."
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Come mai adesso hai finalmente deciso di esibirti dal vivo, mentre in passato di norma evitavi i concerti?
"Ho fatto diversi concerti con Mother Destruction durante la metà degli anni '90, ma come Sixth Comm non ho mai voluto fare niente. Non sono un musicista e non vivo di musica. Adesso ho più tempo a disposizione per organizzare le performance dal vivo, e ho vinto la timidezza e la paura del palco che avevo ai tempi di Death In June. Forse è un cambiamento dovuto all'età. Non me ne frega più niente di ciò che la gente pensa riguardo quel che faccio, e poi alla fine dell'esibizione è bello uscire fuori e incontrare gente con cui sei stato in contatto per decenni."
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Qual è, secondo te, la migliore opera che hai realizzato durante la tua lunga carriera?
"È una domanda difficile. Forse il mio lavoro preferito è 'Headless', se non altro perché racchiude stili differenti. Tutto il resto lo cancellerei (ride, nda)."
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Guardando al passato, quali sono i migliori e i peggiori avvenimenti che hanno segnato la tua vita artistica? E qual è il fatto più assurdo avvenuto in seno alla tua carriera musicale?
"Le cose peggiori sono i collassi economici relazionati alle grandi compagnie di distribuzione discografica. Uno dei fatti più strani è avvenuto durante il primo tour di Death In June, in Francia, nell'ottobre dei primi anni '80: c'era stato un grande incidente e l'autostrada era bloccata, dato che anche il tempo era pessimo, nevicava e tirava vento! Ad ogni modo ci siamo diretti verso una fermata dell'autostrada appena fuori Parigi e, avvicinatici a un edificio immerso tra l'oscurità e la neve, abbiamo visto qualcosa che assomigliava ad una grossa pila di corpi morti stesi sul pavimento, proprio come quelle montagne di corpi che si vedevano nei campi di concentramento! Appena ci siamo avvicinati, siamo rimasti senza parole: infatti, guardando più da vicino, abbiamo capito che si trattava di una grossa pila di maiali morti!! Assurdo! Insomma, una volta spostati i camion dalle fattorie che erano state investite avemmo una visione assai divertente, ed inoltre, considerando che eravamo vestiti in mimetica, penso che la polizia ci abbia scambiato per una sorta di unità armata speciale, dato che non ci chiese di allontanarci dalla zona."
"Come molti altri ho nostalgia del passato, dalla seconda guerra mondiale al periodo neolitico: quei tempi farebbero bene a noi occidentali, che non abbiamo fronteggiato nessuna grande sfida negli ultimi decenni. Non c'è più nulla che ci lega o che stimoli la vera sopravvivenza dell'individuo. Non c'è nient'altro che consumismo, il quale non ci accontenta mai."
(Patrick Leagas)
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Durante la tua lunga carriera avrai sicuramente imparato molte lezioni dal music business: qual è la più importante?
"I migliori amici sono i migliori nemici, e dovrebbero essere annientati senza pietà."
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I primi lavori per Death In June, le produzioni a nome Sixth Comm e ulteriori progetti ti hanno reso una sorta di icona del panorama alternativo marziale ed esoterico. Cosa provi quando vedi persone e giornalisti che riconoscono al tuo lavoro un certo grado di importanza in questo ambito musicale?
"Non ho mai avuto contatti con gente che pensa questo, qualcosa del genere è trapelato solo in poche interviste che ho rilasciato negli ultimi anni. Voglio proprio vedere se questo interesse è reale, dato che inizierò a fare concerti quest'anno. Mi aspetto un grande pubblico in Italia, lo hai detto tu (ride, nda)."
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In un periodo in cui i grandi nomi del neofolk e dell'industrial marziale prendono le distanze dalla cosiddetta 'brown area', accusandola di essere in relazione con idee di estrema destra (ma attenzione: noi italiani intendiamo la 'brown area' unicamente come movimento musicale) e rinnegando persino alcuni propri lavori, cosa può dire un personaggio come te, che ha contribuito a fondare alcuni generi, riguardo a questa gente che sputa letteralmente nel piatto in cui ha mangiato per anni?
"Ma ci sono questi grandi nomi? Penso che ci siano molti gruppi con diversi impegni. È sbagliato dire che questo o quel tipo di musica è politicizzato: la politica è per gli idioti, la musica è per i sognatori. Non posso rispondere a questa domanda, dato che non ho una sufficiente conoscenza della scena. So che ci sono gruppi che mantengono certi punti di vista, ma i punti di vista sono vari tra le band. Sicuramente non vigono regole al riguardo!"
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Ultima domanda: il mondo è radicalmente cambiato dal 1987 ad oggi, e non solo per la musica. Sei in qualche modo un nostalgico del passato? E qual è la tua opinione riguardo l'attuale mondo in cui viviamo? Hai una tua personale visione del futuro della specie umana?
"Sono un dinosauro, un cavernicolo a cui sono sempre piaciute le sfide. Come molti altri ho nostalgia del passato, dalla seconda guerra mondiale al periodo neolitico: quei tempi farebbero bene a noi occidentali, che non abbiamo fronteggiato nessuna grande sfida negli ultimi decenni. Non c'è più nulla che ci lega o che stimoli la vera sopravvivenza dell'individuo. Non c'è nient'altro che consumismo, il quale non ci accontenta mai. Allora siamo portati a vedere nella storia e nei film i periodi romantici di lotta e sopravvivenza contro un nemico universale, quel nemico che è forse il tuo eroe o viceversa. Non ho trovato nulla di interessante negli anni '70 ed '80, la musica è stata solo una parte della mia vita. Meglio sentirsi vivo per un momento che soffrire il nulla per tutta la vita. Non ho una visione riguardo il futuro, è tutto ancora in forse. Sì, il mondo sta collassando, ma è sempre stato così. Sì, l'uomo continua a distruggere e inquinare, ma al tempo stesso potrebbe risolvere tutti questi problemi, infatti è ingegnoso sia nel costruire che nel distruggere. Forse accadrà qualcosa di fondamentale che farà aprire gli occhi al mondo intero, o forse questo è solo un sogno. Ogni generazione ha i suoi elementi buoni e i suoi elementi avidi. Cosa succederà con il conflitto creato ad arte tra il mondo musulmano e l'occidente? Chissà... forse il pericolo verrà da un angolo insospettato dell'Asia, o dal vecchio blocco dell'Europa orientale, o ancora dall'Italia! Ad ogni modo, visto che tra due anni raggiungerò i 50, lascerò che voi generazioni più giovani risolviate i problemi del nostro passato. Ricordate sempre che c'è un diavoletto che ci segue e che tenta di coglierci in fallo quando siamo rilassati: se tenete a mente questo, sarete pronti a difendervi dai suoi astuti giochetti... siate voi stessi, gli dei e i demoni sono il nulla!"
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