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23-08-2013
PHRAGMENTS
Astrattismi orchestrali
di Michele Viali
Progetto nato in sordina a Bratislava, in quella che dieci anni fa era ancora geograficamente la periferia della musica underground oscura, il duo Phragments si è ritagliato col tempo un posto di rilievo tra le nuove leve del post-industrial, riuscendo sempre a distaccarsi dai luoghi comuni troppo in voga e sapendo dare al proprio sound una forma univoca e personale. Il tempo ha dato i suoi frutti: quell'Europa definita una volta 'oltre cortina' è diventata terreno fertile per tante realtà, mentre i Nostri hanno maturato una qualità di primo livello, tanto da riuscire a rinnovare con sorprendente gusto le classiche coordinate della vecchia dark ambient. Fonti d'ispirazione, tecniche compositive e tante felici curiosità personali arricchiscono un'intervista a 360 gradi in cui Matej non risparmia le parole, adornando il tutto con qualche sincera frecciatina al veleno, dimostrandosi interessante almeno quanto la sua musica...
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"New Kings And New Queens" arriva cinque anni dopo il vostro ultimo album "Earth Shall Not Cover Their Blood", nel mentre avete pubblicato solo uno split con Korinth. A cosa è stato dovuto un così lungo silenzio?
"Sì, dopo aver terminato "Earth Shall Not Cover Their Blood" abbiamo lavorato allo split con Korinth, che ha richiesto un intero anno per essere finalizzato. Dopodiché abbiamo impiegato due anni per mettere a punto "New Kings And New Kings", per cui alla fine non c'è stato un silenzio così prolungato. Il nuovo album ha richiesto più tempo rispetto al solito in quanto la tecnica è stata diversa: ho voluto sperimentare nuovi approcci compositivi, inoltre il mixaggio e il mastering sono stati assai complicati, ma sono veramente soddisfatto del risultato che ne è venuto fuori."
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Inizialmente questo arco di tempo aveva fatto pensare ad un distacco dall'ambiente o a un interesse minore... Qualche cosa ti ha impegnato in particolare, oltre la musica?
"No, no. Nessun disinteresse. Ci sono aspetti della scena che mi piacciono ed altri che non mi piacciono. Dopo dieci anni in cui ho frequentato questo tipo di sonorità nulla può sorprendermi, comunque ho la felice impressione che sembra esserci più interesse per la dark ambient oggigiorno rispetto a quanto ce n'era un decennio fa. Durante gli ultimi cinque anni ho lavorato alla mia carriera professionale: svolgo infatti l'attività di professore assistente nell'università di Bratislava, la mia città."
"Ci sono aspetti della scena che mi piacciono ed altri che non mi piacciono. Dopo dieci anni in cui ho frequentato questo tipo di sonorità nulla può sorprendermi, comunque ho la felice impressione che sembra esserci più interesse per la dark ambient oggigiorno rispetto a quanto ce n'era un decennio fa..."
(Matej)
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A proposito, colgo l'occasione per chiederti una breve riflessione sullo split album con Korinth, prodotto, tra l'altro, da una label italiana...
"Quel lavoro è stata una bella esperienza, sebbene risalga ormai a qualche anno fa. Conosco Robert di Korinth personalmente, siamo amici. Realizzai il suo primo album "Sign Of Eternal Return" con la mia etichetta (la Construct.Destroy.Collective, nda) nel 2006: è un musicista talentuoso. Abbiamo deciso di fare un album collaborativo, non un vero split, dato che abbiamo lavorato insieme su tutte le tracce. Era la mia prima collaborazione, e credo che sia venuto fuori un gran bell'album. Ho riascoltato "Mysteries Of The Greylands" ultimamente, dopo parecchio tempo, e lo trovo ancora un ottimo lavoro. Anche il tema era diverso dal solito, più mistico e psicologico, il che era in certo qual modo rinfrescante rispetto alla norma. Riguardo la collaborazione con la Greytone, ricordo che la label mi aveva contattato con l'intenzione di pubblicare un album di Phragments, mentre io stavo cercando un'etichetta per il disco messo a punto con Korinth, per cui la pubblicazione è stato il successivo passo logico. Tutto è avvenuto in modo impeccabile e le persone che gestiscono la Greytone si sono dimostrate eccellenti."
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Tornando a "New Kings And New Queens", vorrei chiederti chi sono i re e le regine che citi nel titolo e quale valenza assumono...
"Quando stavo componendo l'album, ho deciso che avrei provato a fare una cosa molto aperta in termini di significato: l'ascoltatore può raccogliere informazioni dalla musica, dalla copertina e dai titoli dei sei capitoli del disco, e nulla più. L'album funziona come lo schermo di una proiezione, dove ognuno ascolta e comprende in base alla propria percezione sensoriale. La musica è come il panorama di un quadro e i titoli delle tracce fungono da punti di riferimento, danno un orientamento di base per capire dove ci si trova, ma spetta a voi decidere quale strada prendere e quale parte dello spazio scoprire. Per cui tutto ciò che posso dirti al riguardo è che i "nuovi re" e le "nuove regine" rappresentano noi umani. C'è una storia dietro i capitoli, ma mi piace mantenere degli spazi vuoti a disposizione degli ascoltatori: questo è uno dei solidi principi della dark ambient, ovvero lasciare un po' di spazio alla fantasia del pubblico supportandone l'immaginazione."
"L'album funziona come lo schermo di una proiezione, dove ognuno ascolta e comprende in base alla propria percezione sensoriale. La musica è come il panorama di un quadro e i titoli delle tracce fungono da punti di riferimento, danno un orientamento di base per capire dove ci si trova, ma spetta a voi decidere quale strada prendere e quale parte dello spazio scoprire. Questo è uno dei solidi principi della dark ambient, ovvero lasciare un po' di spazio alla fantasia del pubblico supportandone l'immaginazione..."
(Matej)
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Che ci dici riguardo l'artwork della copertina?
"Anch'essa è stata concepita con le stesse finalità della musica dal mio amico Nenad Brankovi, già attivo con i progetti Metrom e Atranenia. Nenad ha il suo studio di graphic designer (www.nenbra.com) e ha già realizzato artwork per miei album precedenti, come anche per i lavori di Svartsinn, Metrom ed altri ancora. Amo la copertina di "New Kings And New Queens", la trovo sorprendente ed è in grado di arricchire l'atmosfera dell'album."
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Raccontaci qualcosa riguardo il suono e lo stile dell'album, sicuramente distante dai tuoi vecchi lavori... A cosa ti sei ispirato?
"Dopo "Earth Shall Not Cover Their Blood" e la collaborazione con Korinth ho voluto sperimentare nuove strutture, nuovi approcci compositivi e nuove fonti sonore. I vecchi lavori erano basati su più brani, mentre "New Kings And New Queens" è una singola composizione divisa in sei capitoli, non c'è voce e l'architettura è diversa dai miei precedenti dischi. In termini di stile, ho voluto creare un album di pura dark ambient. Quando ho iniziato a comporlo ho deciso per un'estetica strettamente minimalista, cercando di realizzare grandi cose con pochi mezzi. Mi è sempre piaciuto darmi restrizioni e in passato ho spesso complicato di proposito il processo compositivo dei miei lavori: "New Kings And New Queens" rappresenta la vetta di questo programma. Inoltre ho voluto concentrarmi sull'opposizione di oscurità e luce: quattro dei capitoli dell'album sono molto cupi e due pieni di luminosità, in certo modo quasi sacrale. Durante la composizione ho collaborato con Nenad Brankovi anche per la musica: abbiamo messo insieme qualche buona sessione improvvisata usando vecchie radio rotte, poi utilizzate come struttura base dell'album. Il disco è composto da una varietà di suoni che includono, oltre alle suddette sessions, strumenti classici e alcune field recordings. Potrebbe sembrare che non accada molto durante i 32 minuti, ma se si ascolta con attenzione ci sono un sacco di dettagli nascosti sotto la superficie. Ho preso ispirazione da tante cose, le ho rielaborate e le ho filtrate nella mia musica. Non è facile parlare di ispirazioni precise, ma in questa occasione tutto prendeva forma da sentimenti puri e narrazione attraverso paesaggi sonori astratti."
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Com'è cambiata la tua musica dal 2002 ad oggi? Sei ancora interessato al settore marziale che influenzava i tuoi primi lavori?
"La mia musica cambia costantemente da quando è nato Phragments. Se prendi il nostro primo album "Homo Homini Lvpvs" gran parte dei componimenti erano industrial-orchestrali, ma c'erano anche una traccia dark ambient e una orientata al ritual. In "The Burning World" tutto suonava più neoclassico, direi che è stato il picco del periodo industrial-orchestrale di Phragments, per la prima volta ho introdotto le voci e praticamente non c'era orma di dark ambient. Abbiamo quindi inciso "Earth Shall Not Cover Their Blood": quest'album è più orientato alla forma canzone, ma con un'oscurità serpeggiante tra i suoni orchestrali. E alla fine "New Kings And New Queens", che è dark ambient pura. In termini strettamente musicali, per me è molto importante fare quello che mi piace. Non ci sono pressioni nei procedimenti della mia musica, tutto avviene in maniera naturale. Credo che, nonostante le nuove tecniche e le nuove strutture alla base dell'ultimo album, si senta ancora bene il suono specifico di Phragments, per me la sensazione rimane la stessa e questo è l'importante.
Riguardo il martial-industrial, come ho già detto un paio di volte in passato, non mi è mai piaciuto definire la mia musica in questo modo. Innanzitutto mi piace l'oscurità e non le uniformi. In secondo luogo sono di ampie vedute e contro i totalitarismi, per cui gran parte di ciò che avviene nel martial-industrial mi sta sul cazzo, dato che non ho mai flirtato con ideologie totalitarie. Terzo punto: ho sempre ritenuto che martial fosse una descrizione troppo riduttiva per la mia musica. Preferisco chiamare il genere di Phragments orchestral-industrial, apocalyptic electronics o forse orchestral dark ambient. "New Kings And New Queens" è un esperimento e il mio futuro lavoro sarà più orientato verso la dark ambient. Questa non è la fine della mia evoluzione, sono sicuro che ci saranno componimenti con strutture più elaborate ed altri con architetture più semplici."
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So che la vostra attenzione è rivolta anche alla realizzazione di video: come vengono assemblati e come vengono scelti?
"I video di Phragments sono sempre stati creati da mia moglie Sonia e vengono usati in sede live. Sono una parte importante delle mie perfomance dal vivo e ne completano l'esperienza. Nel periodo relativo al primo album, lei usava dei vecchi e folli documentari di propaganda comunista completati con dei propri filmati originali. I video successivi erano più astratti, con molta natura in decadenza e lo scontro tra il mondo naturale e quello concreto. L'ultimo video che ha realizzato si intitola "Micropolis" ed è un viaggio di 45 minuti tra bei paesaggi autunnali, di certo lo userò per il mio prossimo concerto."
"Non mi è mai piaciuto definire la mia musica come martial-industrial. Innanzitutto mi piace l'oscurità e non le uniformi. In secondo luogo sono di ampie vedute e contro i totalitarismi, per cui gran parte di ciò che avviene nel martial-industrial mi sta sul cazzo. Terzo punto: ho sempre ritenuto che martial fosse una descrizione troppo riduttiva per la mia musica..."
(Matej)
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Parlaci dei futuri progetti di Phragments, concerti, side-projects...
"L'anno scorso ho messo a punto con alcuni amici il progetto Metrom, una dark ambient-orchestral- drone band slovacca. Abbiamo anche fatto un progetto collaborativo chiamato "Machines Of Both Wires And Flesh": un'improvvisazione live. Abbiamo suonato due volte con questo monicker e la registrazione di un concerto è disponibile su youtube. È stata una bella esperienza, ho sentito il bisogno di improvvisare e suonare dal vivo con gli amici. Il futuro di Phragments è luminoso, sono stato molto ispirato negli ultimi mesi: ho realizzato molte tracce per compilation oltre a varie collaborazioni (Metrom, Atranenia, Rasalhague, Shock Frontier), e dato che è tutto materiale di qualità credo che in futuro lo raccoglierò in un album. In cantiere c'è anche un nuovo disco, ma ci vorrà un po' di tempo per realizzarlo, visto che io e Sonia diventeremo genitori il prossimo autunno.
Suono dal vivo dal 2005, abbiamo fatto concerti in Svizzera, Francia, Germania, Repubblica Ceca e Slovacchia. Fare concerti è divertente e ti dà modo di incontrare i fans e di fare grandi esperienze. Continuerò ad esibirmi live, ma adesso voglio concentrarmi sulla mia famiglia, per cui bisognerà aspettare un po' prima di fare nuovi concerti.
Non ho ulteriori progetti paralleli, di solito se voglio fare qualcosa di diverso opto per la collaborazione con altri artisti."
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Cosa ci puoi dire riguardo la scena slovacca? Qui conosciamo alcune band, soprattutto relazionate alla label Aliens Production (Disharmony, Oxyd...), ma non sappiamo molto della scena dark ambient locale...
"C'è una piccola scena in Slovacchia che diventa sempre più grande. Gli artisti che hai citato hanno per lo più un background EBM, mentre io vengo da un retroterra metal e industriale. Raccomando a tutti i progetti Metrom, Atranenia e Korinth, a me molto vicini sia per sonorità che per concettualità. C'è poi un nuovo progetto chiamato BIOS che ha catturato la mia attenzione. Per chi ama il noise ascoltatevi il leggendario Einleitungszeit, se già non lo avete fatto."
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Grazie per la disponibilità. A te l'ultima parola...
"Grazie a voi per la bella intervista. Per chi vuole ascoltare la mia musica esiste un profilo bandcamp con buona parte del mio catalogo, disponibile anche per la vendita online (phragments.bandcamp.com). Phragments ha inoltre una pagina facebook (https://www.facebook.com/pages/Phragments/45150080350?ref=ts&fref=ts) dove potete trovare news, informazioni e aggiornamenti su album e concerti. Se volete acquistare dischi o t-shirt di Phragments, potete farlo attraverso bandcamp o mandarmi un messaggio su facebook. Grazie di nuovo, e ricordate: non c'è luce senza oscurità!"
https://myspace.com/phragmentsindustrial
http://www.malignantrecords.com/