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03-11-2009
ARDITI
Elogio della guerra
di Michele Viali
Di norma noi uomini moderni siamo abituati a vivere la guerra come un argomento tabù, tanto da chiamare 'missioni di pace' azioni che di pacifico non hanno nulla, ma da che mondo è mondo la guerra è stata una caratteristica peculiare del genere umano, un avvenimento necessario che aveva i suoi risvolti positivi anche direttamente sull'animo di chi la combatteva. La vitalità che scatena lo scontro è il punto di partenza e la base concettuale del lavoro del duo svedese Arditi, band solo apparentemente controversa, visto che in questa intervista non ci sono risposte ambigue, ma solo una schiettezza tale da suscitare ammirazione. La scena marziale ha assunto sempre più le fattezze di un fantoccio utile ad attirare creduloni che ne comprino i dischi, ma per fortuna c'è ancora qualche nome che riesce a giustificare quel che fa, dando un senso con le idee alla propria produzione, per quanto alcuni punti di vista possano essere discutibili. Ovviamente quest'intervista sarebbe dovuta giungere molto prima di oggi, ma la sua gestazione si è allungata oltre misura, non certo per volontà nostra, anche se alla fine siamo lieti di potervela proporre nonostante il forte ritardo. A spiegarci il pensiero di questi moderni Arditi è, qui di seguito, Marten Björkman...
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Puoi raccontarci come è nata l'idea di creare Arditi accanto al progetto Puissance?
"Quando abbiamo creato Arditi eravamo tutti e due coinvolti in altri progetti. Nulla dei precedenti progetti aveva a che fare con quel che noi volevamo fare sotto il nome Arditi, per questo fu naturale fondare una nuova band. Non mi piacciono i gruppi che cambiano totalmente ideologia da un album all'altro, ragion per cui nessuno di noi due ha voluto un cambio radicale da questo punto di vista."
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Il vostro è un nome molto controverso: perché lo avete scelto? E cosa vi affascina di questo vecchio corpo speciale dell'esercito italiano?
"Capisco che il nostro nome possa essere controverso in Italia, ma al di fuori della vostra nazione non è un termine così conosciuto. Siamo molto affascinati e abbiamo una grande ammirazione per lo spirito dei reparti d'assalto, e la scelta di riprenderne il nome è un modo per onorarli. Ciò che loro fecero allora è ciò che noi vogliamo adesso."
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Il vostro nome e la vostra iconografia dura e diretta vi hanno mai causato problemi? Qual è stata l'opinione generale di fans e stampa al riguardo?
"Non abbiamo avuto molti problemi al riguardo, certamente non dai fans. In rare occasioni una parte della stampa, in alcuni paesi che sono particolarmente suscettibili all'iconografia, ha cercato di fare una scenata, ma mai nulla di serio."
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Come è cambiato il suono di Arditi dal primo 7" "Unity Of Blood" all'ultimo album "Omne Ensis Impera"? Sembra abbiate aumentato gli elementi percussivi...
"È naturale che il suono si sia evoluto durante tutti questi anni trascorsi dall'inizio del progetto. È altrettanto naturale migliorare quel che vogliamo fare. Ciò che otto anni fa era solo una grande idea è stata poi messa in pratica attraverso varie realizzazioni. Penso che siamo migliorati sempre più nel definire quell'idea che avevamo all'inizio."
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La vostra è una musica molto intensa, prossima a quella di una colonna sonora. Avete mai avuto proposte per realizzare musiche per immagini? Per quali film del passato vorreste mettere a punto una colonna sonora?
"No, non abbiamo mai ricevuto una proposta di questo tipo, ma non è un'idea così improbabile. Non sei il primo a notare che la nostra musica è simile ad una colonna sonora. Se riceveremo la proposta giusta probabilmente ne faremo una, ma credo che debba essere qualcosa sul genere di Pulgasari perché ciò avvenga."
"Nella nostra epoca di decadenza poche persone sono 'vive' per qualcosa. Anche se la gente non muore di fame, virtualmente è morta nello spirito e conduce una vita inutile. Noi crediamo che lo spirito della guerra sia il sale che riporterà il fuoco della vita nella gente."
(Marten Björkman)
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"Cantiamo la lode della guerra. Non perché essa è il mezzo per far morire la gente, ma perché rende le persone vive": è il motto che campeggia nel vostro ultimo album. Potrebbe sembrare un onore alla vittoria... Puoi spiegarcene il significato?
"La frase non significa onorare la vittoria, quanto onorare chi effettivamente combatte. Nella nostra epoca di decadenza poche persone sono 'vive' per qualcosa. Anche se la gente non muore di fame, virtualmente è morta nello spirito e conduce una vita inutile. Noi crediamo che lo spirito della guerra sia il sale che riporterà il fuoco della vita nella gente. E allora se qualche persona è già morta per ogni significativo valore di questa parola, che muoia anche fisicamente, se un'altra grande guerra ci farà sentire vivi di nuovo come siamo stati abituati ad essere."
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Qual è la vostra opinione riguardo le guerre combattute oggigiorno nel mondo (penso al recente conflitto in Iraq o all'infinita guerra israelo-palestinese)?
"Le due guerre a cui fai riferimento sono di base la stessa guerra combattuta su due fronti diversi: di certo ho opinioni solide al riguardo, ma temo che scriverei un libro intero e non una breve risposta come conviene per questa intervista. Riguardo la guerra in generale, ho detto prima che non ci interessiamo a tutti i conflitti solo perché siamo dei 'romantici delle guerre'. Alcuni sono solo conflitti territoriali in cui due buoni vicini iniziano ad accoltellarsi alla schiena. La posizione di Arditi riguardo la guerra si fonda sui più grandi ideali, e non su furti e saccheggi."
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Avete avuto esperienze nel campo militare che possono avere in parte ispirato i vostri suoni?
"Siamo entrambi svedesi e la Svezia non è in guerra da quando abbiamo perso la Finlandia nel 1810 contro la Russia, per cui non abbiamo avuto personali esperienze militari. La Svezia ha alcune truppe impegnate in conflitti internazionali, in Afghanistan ad esempio: in realtà dovrei considerare di combattere in quelle guerre, ma di certo non nell'area occidentale."
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Ci sono progetti o compositori del passato che influenzano il vostro stile?
"Sicuramente tanti: ci piacciono tutte le più vecchie marce militari, Wagner, la musica folk nordica, oltre ad alcuni nomi della scena industrial come il primo Der Blutharsch, Blood Axis e In Slaughter Natives."
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Quali sono i periodi storici a cui siete più interessati? Le copertine di alcuni vostri lavori ricordano l'impero romano... cosa può ricollegarvi all'antica gloria imperiale?
"Non siamo così vicini all'antica Roma. Ci sono vari altri periodi storici che sono fonte di ispirazione per noi. Onestamente quella realtà è troppo lontana nel tempo per essere un abbinamento perfetto e la loro società era molto diversa dalla nostra, per cui mi sembra troppo difficile tentare di 'riportare indietro' Roma. Esistono alternative successive più vicine al nostro cuore."
"Di certo condividiamo col fascismo alcuni generici ideali, come l'anti-liberalismo e il militarismo. Un'idea relazionata al fascismo, che è stata per noi di grande influenza, è il concetto di 'trincerocrazia' che era stato argomentato da Benito Mussolini durante la prima guerra mondiale, una decade prima del fascismo."
(Marten Björkman)
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Nella vostra discografia c'è anche una collaborazione con Toroidh: come è nato il progetto per il fortunato CD "United In Blood"? Come avete lavorato per realizzare quest'album?
"Il titolare di Toroidh è un buon amico di Henry Möller dai tempi in cui erano entrambi alla Cold Meat Industry, rispettivamente coi progetti Puissance ed MZ.412. Henrik ha fatto cose eccellenti anche come Toroidh, per cui la collaborazione è venuta in modo abbastanza naturale. Entrambi avevamo alcune idee per come realizzare il disco, quindi abbiamo creato singolarmente alcuni pezzi che poi abbiamo unito insieme nelle intere tracce. Era un mix perfetto delle due band e siamo veramente soddisfatti del risultato. Stiamo pianificando un altro album di cui abbiamo discusso recentemente. Il primo CD sarà ristampato ed uscirà anche in vinile, sempre per la Neuropa Records. Abbiamo collaborato anche dopo "United In Blood" e Björkk ha contribuito inoltre al mastering del nostro ultimo album "Omne Ensis Impera"."
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Qualche tempo fa avete pubblicato un nastro contenente i vostri primi due 7". È molto strano realizzare cassette nell'era del digitale: come è nata quest'idea? Qual è la tua opinione riguardo i nuovi formati digitali?
"Le cassette sono ancora un mezzo usato in molte parti del mondo. La realizzazione di cui parli è stata fatta abbastanza tempo fa e non ricordo esattamente le circostanze, ma non ci siamo mai opposti a nessun formato specifico se è buono e se il prodotto è fatto da gente competente. Personalmente ho un debole per il vinile, e non penso che qualcuno si sia perso il fatto che stampiamo anche in vinile tutto quel che realizziamo, sebbene ci troviamo nell''era del digitale'."
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Henry Möller è membro di un altro importante progetto: Puissance. Secondo te quanto il suono e lo stile di Arditi può essere relazionato all'esperienza dei Puissance?
"Henry Möller è parte dei Puissance, non io, anche se un certo numero di persone sembra pensarlo. Questa cosa non mi da fastidio, anzi, mi onora essere associato ad una grande band come i Puissance. Tuttavia i due progetti non sono così vicini musicalmente ed esprimono finalità diverse di una stessa ideologia. Entrambi servono un buon proposito."
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A volte i vostri testi sembrano prendere ispirazione dal ventennio fascista. Qual è la vostra opinione riguardo questa ideologia e quanto essa ispira la musica di Arditi?
"Il fascismo italiano ha ereditato molte caratteristiche dal futurismo, il quale è stato la nostra principale fonte di ispirazione. Non mi sembra che abbiamo rovistato all'interno delle politiche economiche del passato, o che lo faremo in futuro, ma di certo condividiamo col fascismo alcuni generici ideali, come l'anti-liberalismo e il militarismo. Un'idea relazionata al fascismo, che è stata per noi di grande influenza, è il concetto di 'trincerocrazia' che era stato argomentato da Benito Mussolini durante la prima guerra mondiale, una decade prima del fascismo."
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I vostri brani e la vostra musica sono segnati da temi molto distanti dall'attuale pensiero occidentale, basato sulla cosiddetta democrazia. Qual è la vostra opinione su questa forma governativa?
"La democrazia è fallita in meno di 50 anni, quando i greci l'hanno messa in pratica nei tempi antichi. La grande mancanza consiste in come noi non abbiamo imparato dal loro esempio e ancora ci aggrappiamo a ideali che sono destinati a fallire, ed è dimostrato dalla storia che falliranno, in quanto abbiamo già tentato di praticarli. In breve la democrazia è solo uno stupido modo di governare, non riesco a vedere altro che fallimenti in chi si occupa di questo. Da qualche parte è considerata 'più corretta' solo perché supposizioni alquanto ignoranti ritengono che sia giusta. Se ciò fosse una verità, la terra sarebbe piatta e i poli si toccherebbero."
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Patria, coraggio, tradizione sembrano essere temi importanti per voi. Che opinione avete riguardo questi valori?
"Per come la vedo io, nessuno di questi valori è assoluto. Sono strumenti per far acquisire alla gente una maggiore ricchezza spirituale. Sono sicuramente ottimi per questo genere di finalità. Ma io non preferisco categoricamente la tradizione al totale rifiuto di essa, come avevano proposto i futuristi italiani. Tali questioni riguardano colui che sta andando verso un progetto più grande e gli effetti che produce sulle menti della gente."
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Al momento state pianificando qualche nuova uscita discografica?
"Stiamo lavorando al nostro prossimo album che sarà realizzato dalla Equilibrium Music nel 2010. Sarà presto prodotto anche un vinile split con una band tedesca chiamata Signa Inferre. Sarà un 10" con copertina apribile e uscirà sempre per Equilibrium Music. Lo stile di questo split differirà un po' dai soliti standard di Arditi, essendo più orientato verso il folk."
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È molto raro vedere il nome di Arditi nelle compilation. Ricordo solo una vostra traccia inclusa in un box della Eternal Soul Records. Non siete interessati a partecipare a questo tipo di produzioni?
"È vero, siamo apparsi in una sola compilation, ma abbiamo collaborato con altre band in molte occasioni. Il problema di fornire una traccia per una compilation è che non puoi avere il controllo sul pezzo, il quale andrà probabilmente a finire insieme a materiale demo di 19 orribili band, che per lo più sostengono cose che noi aborriamo."
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Passando alla promozione, state pensando di proporre i nuovi pezzi anche dal vivo? Avete in mente altre idee per promuovere il nuovo disco?
"Abbiamo parlato riguardo il fatto di proporre la nostra musica dal vivo alquanto spesso negli ultimi tempi: penso che faremo dei concerti se le opportunità e le circostanze saranno quelle giuste. Non conosco altri tipi di promozione eccetto questo. Ho fiducia nella Equilibrium che farà un buon lavoro con la promozione dei nostri prossimi album, così come hanno fatto con le precedenti uscite."
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Come avrai forse sentito i cosiddetti 'antifa' stanno dando grossi problemi alle band dark/gothic in Svizzera, basta solo vedere quanto successo alla Camerata Mediolanense... e si sono persino mossi per boicottare il concerto di Heimataerde: la cosa bella è che queste band non hanno nulla a che fare con la politica! Come giudichi queste patetiche situazioni e come potrebbero essere risolte?
"Gli 'antifa' creano problemi in quasi tutte le situazioni e raramente ci sono occasioni in cui le loro azioni hanno senso. Penso che il problema si risolverebbe da sé in una società migliore."
"La democrazia è fallita in meno di 50 anni, quando i greci l'hanno messa in pratica nei tempi antichi. La grande mancanza consiste in come noi non abbiamo imparato dal loro esempio e ancora ci aggrappiamo a ideali che sono destinati a fallire, ed è dimostrato dalla storia che falliranno, in quanto abbiamo già tentato di praticarli."
(Marten Björkman)
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Tornando infine alla musica: qual è il messaggio principale che volete esprimere con la vostra arte, ed in particolare tramite il vostro ultimo album?
"Penso che il nostro messaggio sia lo stesso in tutti gli album, ed è chiaro: vogliamo glorificare la guerra non come mezzo per uccidere le persone, ma come strumento per rendere vive la gente."
http://www.arditi.tk/
http://www.equilibriummusic.com/