20-12-2008
TEATRO SATANICO
"Black Magick Block"
(Steinklang Industries)
Time: (63:42)
Rating : 8.5
Torna il Teatro Satanico, finalmente con un album di lunga durata e ad ampia tiratura, dopo le innumerevoli edizioni limitate prodotte nei formati più disparati. Uscito quasi in contemporanea con il suo CD gemello "Chidakasha", "Black Magick Block" presenta varie innovazioni sonore che vanno ad intersecarsi ad alcuni spunti già noti, oltre al cambio vocale che vede (ormai da qualche tempo) l'abbandono di Kundalini. Il nodo centrale dell'album va ricercato in un connubio importante tra testi e musica: i primi mettono a nudo, forse mai come prima, alcuni punti di riferimento concettuali del Teatro, mentre i suoni fanno leva su ritmiche circolari, a volte sperimentali e ricavate da rumori, altre sincopate e potenti, quasi assistessimo ad un rituale gestito da marchingegni elettronici; sullo sfondo si stagliano schegge audio di frammenti minimali e voci rielaborate. I riferimenti all'universo magico sono molteplici ed iniziano già dal brano di apertura "L.H.P." (ossia Left Hand Path), il sistema magico-religioso noto anche come 'via della mano sinistra' (a tal proposito vi rimando alle dichiarazioni rilasciate in merito da Freya Aswynn nell'intervista apparsa su queste stesse pagine), e continuano con una "Baby Babalon" che, prendendo le mosse da un fatto reale, ci introduce in un universo esoterico e crowleyano, poi arricchito dai testi di Spare e dello stesso Crowley, che segnano "Images & Oracles By A.O.S." e "Hymn To Lucifer", per terminare con il collegamento all'opera di Evola in "La Magia Quale Scienza Dell'Io". In "L.H.P.", "Baby Babalon" e Hymn To Lucifer" si riscontra quella ritmica poderosa, sintetica e circolare che va a combinarsi in modo magnetico con argomenti magici, creando qualcosa di totalmente nuovo. Le frequenze minimali di "Gatto" hanno per contro una resa retrò che stride con la voce malignamente filtrata di Kalamun, autore anche delle parole, le quali vanno a riprendere l'ironica vena anti-cattolica di certi classici brani del Teatro. La chiusa è affidata al sound esoterico di una traccia senza titolo, il cui testo, racchiuso in una frase in lingua inglese, suona come un avvertimento ed un programma, concludendo in modo sibillino un disco pregno di significati nascosti. La Steinklang Industries ha avuto l'occhio lungo nel produrre "Black Magick Block", un album che rinverdisce il settore industriale della label austriaca e che, si spera, ispirerà un cambiamento all'interno di una scena talvolta ripetitiva e spesso povera di idee proprio nei concetti. Il Teatro Satanico riesce a trattare in modo arguto tematiche tutt'altro che semplici sfiorando molti progetti del passato (dai primi Current 93 ai Rosemary's Baby, attraversando le produzioni della Nekrophile Rekords, ma la lista sarebbe lunga...), e lo fa sviluppando un linguaggio musicale diverso e imprevedibile, arrivando a costruire una sorta di ritualismo industrial mai creato prima. Il risultato è un disco formidabile, al tempo stesso punto di arrivo e, forse, punto di partenza per una carriera dalle prospettive più ampie.
Michele Viali
http://www.steinklang-records.at