18-08-2008
BRAVE
"Monuments"
(Autoproduzione)
Time: (59:04)
Rating : 7.5
Dopo aver recensito due realtà semisconosciute ed a dir poco promettenti quali Estrum e Todesbonden, eccoci nuovamente alle prese con l'ennesima metal band 'al femminile' proveniente dagli Stati Uniti d'America, la cui scena, negli ultimi anni, sembra essere risorta dalla piattezza generale di un tempo per farsi valere in un contesto che molto spesso garantisce un consenso su larga scala da parte del pubblico ed un rapido successo commerciale (Evanescence docet), nonostante il monopolio della suddetta appartenga di diritto al vecchio continente. Ad onor del vero, dobbiamo ricordare ai nostri lettori che questa non è la prima volta che i Brave fanno la propria comparsa sotto i riflettori: nati nel 1997 con il monicker Arise From Thorns (con il quale hanno rilasciato due dischi), i Nostri hanno già alle spalle un full-length ("Searching For The Sun", pubblicato nel 2002 dalla Dark Symphonies) ed un EP ("Passages", autoprodotto nel 2004), nonché una consolidata esperienza live, che li ha visti condividere il palco con nomi illustri del calibro di Moonspell, Katatonia, Opeth e Lacuna Coil. La band dei fratelli Michelle e Scott Loose ritorna oggi sulle scene con "Monuments", un'autoproduzione che, senza troppi indugi, risulta essere la migliore opera finora composta dal sestetto di Washington: un album brillantemente prodotto e ben calibrato in ogni suo aspetto, tanto elegante e curato da risultare decisamente più appetibile di certe patetiche uscite che le varie label di tutto il mondo ci propinano con cadenze settimanali talvolta tutt'altro che piacevoli. I territori presso i quali il disco va ad accasarsi sono quelli del metal più progressivo, malinconico ed atmosferico, ma alcune caratteristiche lo distinguono da quella massa di lavori 'al femminile' scontati e privi di mordente che negli ultimi tempi sta invadendo e saturando il mercato discografico metallico. In primo luogo la presenza del violino (che, in un certo qual modo, avvicina i Brave agli Stream Of Passion di Marcela Bovio), strumento che spesso si esibisce, facendo le veci delle chitarre, in affascinanti siparietti solisti, impreziosisce una formula musicale in partenza già raffinata, intrigante e lontana da facili cliché pseudo-operistici ed orchestrali; la calda e malleabile voce di Michelle, inoltre, pilota abilmente 12 appassionanti episodi a cavallo tra il rock più classico ("Driven") ed il prog metal più teatrale ed emozionante di scuola europea ("Hero", "To Remain Unseen"), mentre le sporadiche incursioni di tastiera, negli episodi più soffusi ("Without You"), donano al disco un delicato e primaverile tocco romantico che non guasta affatto in contesti di questo tipo. Grazie a queste notevoli credenziali, "Monuments" non sfigurerà affatto tra gli amanti di tutte quelle band mosse dal coraggio e dalla passione, che proseguono per la propria strada e difficilmente permettono alla propria musica d'essere compromessa dalle mode del momento, ma potrebbe altresì diventare una perla rara nelle collezioni degli aficionados del female fronted metal, che sin da ora dovrebbero cominciare ad interessarsi a prodotti di questa portata, sempre più rari in un mercato ormai sciatto e prevedibile.
Marco Belafatti