11-08-2008
L'ÂGE D'OR
"The Spiral... And The Return"
(Autoproduzione)
Time: (28:27)
Rating : 8.5
"Each Man Kills The Thing He Loves...": con la canzone di Jeanne Moreu, che forse i più ricorderanno per la presenza in varie tracce dei Death In June più che per la sua connotazione cinematografica all'interno del film "Querelle De Brest", si apre il primo full-lenght di L'Âge D'Or; essa è eseguita al pianoforte, e la voce di Kissed è sommessa ed addolorata come sovviene ad un brano tormentoso come questo. Senza perdere la sua evocativa propensione per la prosaicità musicale, ma aprendo invece l'orizzonte della musicalità del duo romano, fatta di dolori, di sensibilità umane ed artistiche, con grande senso del melodramma italico e della tendenza alla poetica estetica. In questo L'Âge D'Or si allinea prepotentemente con Ianva, Egida Aurea e con tutte quelle band che sanno creare musica e poesia ridando smalto al nostro patrimonio culturale e sonoro, e le sonorità oscure diventano strumento di condivisione lirica di rara bellezza estetica. Disco corto per presentare ben 11 tracce, ma la lunghezza non può essere il metro con cui misurare la musica: i picchi emotivi sono alti per tutta la mezz'ora scarsa di ascolto, con punte d'eccellenza in momenti come "To Crack", la quale si fa forza del binomio che contrappone la chitarra arpeggiata su dolcissime plettrate ai riff acidi di matrice elettrica, il tutto condito da luminose e quanto mai vitali orchestrazioni di tastiera. Così pure "Les Couloirs Noirs Et Gluants", soffice ballata darkwave ben riuscita anche grazie alla voce di Kissed (la quale - e qui correggiamo l'inesattezza nella precedente recensione - non cantò sull'EP di debutto, sul quale invece figurava una guest), così vicina ad And Also The Trees o In Mitra Medusa Inri nella sua melancolica essenza, per un brano che vive anche di reminescenze post-rock nella sinfonica presenza del synth o nel piano, con la mente che vola subito ai Sigur Ros, ed il risultato è piacevolissimo all'ascolto. Decadenza e malinconia nelle note di "Like Roses Flow", malinconica chanson con protagonista il pianoforte e il declino mesto delle foglie cadenti nella solitudine autunnale, metafisico nell'immagine di lunghi viali brumosi; ancora di più la percezione di solitudine e disperazione si amplifica in "The Bed", il piano afflitto contrapposto alla luminosità del synth ed al cantato francese riporta verso le prime uscite di Autumna Et Sa Rose. Nella penultima traccia il fantasma di David Tibet si affaccia timidamente, e solo in questa occasione: non riusciamo però ad identificare la musica di Kissed e Rrose come figlia dei Current 93, in quanto l'etereogenea miscellanea tra generi rende il loro sound molto personale, ed il citare riferimenti serve solo a rendere un'idea che nasce e muore tra le parole, mentre l'ascolto è sempre fondamentale. Se questo dischetto ha una pecca, quella è la masterizzazione: l'autoproduzione nega a volte sfumature deliziose che meritano una digitalizzazione professionale, regalando allora un prodotto musicale di tutto rispetto. Concludendo voglio anche io, come Kissed, rendere omaggio alle parole della canzone conclusiva, parole che a loro volta omaggiano un grande del teatro italiano, salentino (come salentina è parte dell'identità del duo), parole di Carmelo Bene dalla piece "Nostra Signora Dei Turchi": "Amami! È tanto sai? È tanto se abbiamo salvato gli occhi! Flora, vestiti e vattene! Non c'era nessuna Flora! Oppure s'è vestita e se n'è andata. Tornando verso lo specchio adorami!". Sulle note di "Each Man Kills The Thing He Loves...", e il cerchio si chiude...
Nicola Tenani
http://www.myspace.com/lagedormusic