Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 108

14-05-2008

PERMAFROST

"Cold Vision I"

Cover PERMAFROST

(Invisibile Eye Productions)

Time: (33:21)

Rating : 6.5

Non è una novità che il tema del gelo perenne faccia larga presa sulla scena ambient, tant'è che anche il nostro Marco Grosso (già conosciuto per i lavori a nome Ouroboros, Mind Infinity, Lumina 444 e vari altri) decide di dedicargli un apposito progetto che non lascia adito a dubbi sin dal nome, Permafrost, che si ricollega al brano composto dallo stesso autore per il mini "Dozen Of Cans" firmato Dust Eater. Tre tracce di circa dieci minuti ciascuna si dipanano gelide e compatte per descrivere una totale assenza di vita, ben commentata anche dalla copertina che ritrae degli imponenti iceberg. Si ha l'impressione di trovarsi all'interno di una cella frigorifera in cui rumori di macchinari condizionano un gelo forse più interiore che paesaggistico, infatti ciò che colpisce è l'uso di droni fortemente sintetici i quali, rispetto ad altri lavori sullo stesso tema, sembrano voler sottolineare più una morte glaciale che il gelo prodotto da Madre Natura. Scendendo nel particolare, l'iniziale "Permafrost Movement" si ricollega bene per modus operandi all'album "Lux Arcana" di Ouroboros, pur eliminando le atmosfere plumbee in favore di ventosi droni ambientali ottimi per una colonna sonora. La successiva "Cold Vision I" appare più silenziosa e calma rispetto al brano precedente, i rumori minimali si assestano su un moto ondulatorio elettronico che dà una sensazione di morte definitiva gestita da attrezzature che condizionano la temperatura. La conclusiva "Snow Blind" è ancor più ridotta ai minimi termini, strutturata su piccoli rumori frammentati che si snodano sulla superficie di fluttuanti tappeti sonori. Permafrost riesce a descrivere sensazioni tipiche del filone ambient con un gusto personale, lontano dagli standard cui siamo abituati e con una inaspettata ed evidente vena sintetica. Chi ama il sound ipotermico troverà in "Cold Vision I" ampi motivi di interesse!

Michele Viali

 

http://www.marcogrosso.cjb.net/

http://www.myspace.com/invisibleeyeproductions