02-05-2008
XP8
"The Art Of Revenge"
(Infacted/Audioglobe)
Time: (59:09)
Rating : 7.5
Nell'era di internet non sono solo le comunicazioni a viaggiare più velocemente, ma anche tutto il resto, incluso il 'consumo' di musica, con la conseguente saturazione di un mercato dove assentarsi per più di un anno e mezzo può già rappresentare un rischio. Non siamo qui per parlare di tutto ciò che comporta tale situazione, ma tale premessa era necessaria per evidenziare come i romani XP8 abbiano fatto bene - a prescindere dalle reali motivazioni - ad attendere pazientemente il momento giusto per dare un successore a quel "Hrs:Min:Sec" risalente al settembre del 2005. Sicuramente la fuoriuscita dal gruppo del vocalist Paul Toohill ed il conseguente ridimensionamento al rango di duo, con Marko Resurreccion chiamato al doppio ruolo di tastierista e cantante, hanno richiesto tempo per trovare soluzioni adeguate, e ad ogni modo, vista l'attesa attorno al ritorno dell'act capitolino, bene hanno fatto Marko & Marco a non bruciare le tappe assoggettandosi a quella foga che sta rovinando anche artisti di un certo peso. Il terzo full-lenght degli XP8 (anche se ricordiamo che il debut "Forgive(n)" è in pratica la ristampa del demo "Forgive", e quindi non un vero e proprio album) nasce sotto ulteriori buone premesse, incarnate nella fattispecie dalla presenza di Krischan Wesenberg nelle vesti di produttore, ed il contributo del mastermind dei Rotersand si è di certo fatto sentire: il suono, che nella precedente prova non aveva convinto pienamente, è stato finalmente portato ad un livello superiore, e di riflesso ne ha giovato tutto il resto. L'album si apre bene con la strumentale "Juggernaut", giocata su talune sortite techno-trance di buon effetto e seguita a ruota dalla solida e ritmata "Our Time", la quale trae in inganno riguardo alle vocals di Marko, che in questo primissimo assaggio sembrano funzionare poco... Fortunatamente si tratta soltanto di una parentesi poco felice, perché di qui in avanti Marko dimostrerà come la scelta di sostituirsi al dimissionario Toohill sia stata tutto sommato felice e come la sua prima prova nelle vesti di cantante abbia soddisfatto le aspettative superando di gran lunga le performance di Paul, anche se i margini di miglioramento restano ancora ampi. C'era inoltre bisogno di un songwriting più variegato rispetto al precedente album, ed anche in questo caso i Nostri hanno fatto le cose per bene: accanto a potenziali hit in grado di scaldare il dancefloor come "Your Nature" (fra i brani migliori dell'intero lotto), l'ossessiva ed algida "Dead Sky (Still Lives Redux)", l'incisiva "Cracked" (dotata di chitarre ben dosate) e l'acida e nervosa "Ready2Go" trovano posto episodi apprezzabili come la più controllata e groovy "I.C.E." (cattivella e d'estrazione 90s, con la chitarra ben integrata), la melodica dance-song "Waiting", una "Eklypse" capace di soluzioni interessanti ed una "New Self" ben costruita attorno a sonorità notturne dal retrogusto synthpop. Bene anche la title-track, esemplificativa della solidità e della coesione raggiunta da un act oggi assai più vicino a certa EBM moderna e melodica (non priva di forti venature techno) rispetto al passato. Un netto passo in avanti per il duo, che sicuramente potrà progredire oltre e togliersi ulteriori soddisfazioni se eviterà accuratamente di sedersi sugli allori.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.infacted-recordings.de/