10-04-2008
ONIRIC
"Boulevard Cinéma"
(Autoproduzione)
Time: (13:54)
Rating : 7
Piccolo passo in avanti per questo duo di Benevento, già approdato con il primo demo "Suggestioni" sulle pagine di Darkroom Magazine. "Boulevard Cinéma", questo il titolo della nuova fatica di Carlo De Filippo (pianoforte, synth) e Gian Vigo (voce, chitarre, basso, batteria e testi), ci presenta un piccolo concept suddiviso in quattro tracce ricche di melodie sognanti ed eteree (non prive di qualche accenno retrò e cabarettista), totalmente ispirato al mondo cinematografico, ai suoi protagonisti ed ai suoi immensi capolavori. Ormai slegata dalla più marcata attitudine rock del passato, la musica dei due ragazzi appare oggi molto più incentrata sulla componente tastieristica, senza però invalidare la compattezza del sound: i suadenti rintocchi del pianoforte ed i tappeti quasi sinfonici elaborati da Carlo, che emergono soprattutto nei due brevi ma intensi preludi "Le Petit Acteur" e "Leitmotiv Zarathustra", si fondono alla chitarra acustica e ad agli strumenti elettrici con frequenti e naturali rimandi a certa wave ottantiana, al dream-pop e ad alcune composizioni di Spiritual Front, Albireon ed Argine possibilmente private della loro componente neo-folk. La title-track, intrisa di continui saliscendi emotivi dettati da inaspettati quanto gradevoli cambi di tema, evidenzia un netto miglioramento nella performance vocale di Gian Vigo, un tempo minata dalla poca esperienza e da una produzione non proprio all'altezza dei brani, aspetti che, con il giusto lavoro di cesello, sono confluiti in un sound molto più morbido e fluente, nonché sfarzoso e cinematografico, considerato il concept alla base del disco. La carezzevole ugola dell'ospite Simona Giusti, in duetto con quella del padrone di casa, è l'asso nella manica della splendida "Stanley Kubrick", apice emotivo dell'opera ebbro d'una tensione mantenuta costante dalle due voci che si rincorrono (soluzione che vedremmo molto bene anche in una futura release) attraversando una fiumana di tastiere spiraliformi e d'ipnotiche cadenze rock. Il difetto di questo "Boulevard Cinéma" è essenzialmente uno: la sua brevissima durata; per il resto, è quasi impossibile muovere delle critiche ad un progetto musicale che, in soli due anni ed attraverso una fitta attività di autoproduzione, ha dimostrato di possedere una forte coerenza ed una buona capacità di maturazione. Agli Oniric non resta che mettere un po' più di carne al fuoco ed affinare ulteriormente i propri mezzi per poter un giorno spiccare il volo verso il gotha del vasto panorama alternativo italiano.
Marco Belafatti