04-02-2007
ACT NOIR
"Automatisme Psychique"
(My Kingdom Music/Masterpiece)
Time: (55:22)
Rating : 9
Nelle note ufficiali che accompagnano le nuove uscite discografiche si leggono sovente dichiarazioni altisonanti, spesso e volentieri accompagnate da paragoni a dir poco azzardati e da definizioni sul sound proposto per lo meno curiose, quando non addirittura prossime all'assurdità... Fortunatamente, però, ci sono anche gruppi come gli Act Noir ed etichette serie come la nostrana My Kingdom Music, capaci di redigere note biografiche in grado di rendere piena giustizia ad un disco effettivamente etichettabile come electro psychedelic rock e realmente influenzato (positivamente) da artisti del calibro di Pink Floyd, Depeche Mode, Porcupine Tree e David Sylvian. E lo fanno quasi in punta di piedi, pur consci di mettere sul mercato un prodotto di grandissimo spessore come questo debut album, che giunge all'incirca a tre anni dall'apprezzato demo-CD "Cosmo Minimized EP". Gli Act Noir sono una band di origine ferrarese, ma il loro principale compositore, ovvero la 'mente elettronica' Sergio Calzoni, dopo aver posto fine all'esperienza artistica con gli Alma Mater nel '98 e creato questo nuovo progetto, è stato per alcuni anni residente in Danimarca, dove ha potuto portare avanti la sua creazione artistica grazie all'apporto di internet. E proprio in Danimarca Sergio ha scovato Nicholas Hill, cantante e leader del collettivo artistico The Universals che ha prestato la sua voce anche al progetto Act Noir, rivelandosi fondamentale per il risultato finale ottenuto da quello che, in un modo o nell'altro, possiamo definire un quintetto. Nonostante le passate distanze chilometriche (ormai azzerate) ed ogni problema ad esse collegato, Act Noir impressionano anzitutto per coesione: una sezione ritmica 'psichica' e di assoluto livello (col drumming fantasioso e vario di Claudio Pilati ed il superbo basso 'a macchia d'olio' di Michele Gozzi), una chitarra capace di tessere trame dark-rock mai scontate e/o forzate, i sapienti e calibrati innesti elettronici di Sergio e la voce ombrosa e suadente di Nicholas si fondono in un sound che, come una goccia d'acido lisergico, permea ogni strato della psiche e s'impossessa, lentamente ed inesorabilmente, della totalità del corpo. Se già la biografia ci ha detto la verità su quanto proposto dalla band, noi ci permettiamo solo di aggiungere qualche piccola influenza da parte degli Antimatter dei primi due album, qualche netto richiamo ai migliori Massive Attack e magari anche qualcosina - a livello strettamente emozionale - dei migliori Anathema (quelli del capolavoro "Alternative 4", per intenderci), senza scordare un certo (intelligente) approccio prog e talune concrete influenze trip-hop, jazz, chillout e persino etniche. Da un lavoro totalmente privo di cedimenti che si sviluppa come un continuo flusso sonoro psicoattivo, avvolto da emozioni forti ed atmosfere palpabili, ci sentiamo di segnalare con menzione speciale la potenziale hit "Unheimlich" (più ritmata e lineare rispetto al resto, nonché impreziosita dalla piacevole voce di Anna Magi) e la gemma multiforme "Drag Me Away", capace di infiammarsi in maniera avvincente - anche in chiave elettronica - dopo un incipit ipnotico e seducente. Come bonus-tracks, a degno completamento di un lavoro oltretutto ottimamente prodotto e mirabilmente confezionato, troviamo infine il pregevole 'mesmerizemix' della succitata "Unheimlich" ed il già noto - ed apprezzato - remix che gli Act Noir realizzarono qualche anno fa per il brano "Distance" dei compianti Monumentum. Dopo tanta gavetta ed un contratto che si è fatto attendere anche troppo (complici le promesse da marinaio di svariate etichette), gli Act Noir sono infine riusciti nell'impresa di realizzare un debutto che denota non solo grandi capacità, ma anche una maturità compositiva ed una sensibilità artistica rarissimamente udibili già dal primo album: nel plaudire alla band per quest'importante traguardo conseguito, ci auguriamo che possano essere profeti anche (e magari soprattutto) in patria, poiché di certo entreranno di diritto fra i newcomers italici più apprezzati all'estero. Meritatamente.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.mykingdommusic.net/