29-12-2024
WELJAR
"Tur"
(autoproduzione)
Time: CD (49:10)
Rating : 8.5
Vista la mole della scena che trattiamo, è inevitabile che, per un motivo o per l'altro, si perdano di vista tante uscite che avrebbero meritato la nostra piena attenzione. Quando la cosa è ancora fresca e gli artisti in causa ricambiano il nostro interesse, ci fa piacere poter recuperare titoli degni di nota, ed è ciò che ci accingiamo a fare coi polacchi Weljar, i quali ci hanno fatto gentilmente pervenire il loro album d'esordio "Tur" - rilasciato in proprio nel settembre del 2023 - nella bella confezione digisleeve completa di libretto e poster con le traduzioni dei testi in inglese. Dopo un primo EP nel maggio 2022, per certi versi ancora un po' grezzo a livello di suoni ma già stimolante nei contenuti, la band ha saputo compiere in poco più di un anno enormi passi in avanti, esordendo sulla lunga distanza con un lavoro, "Tur", che l'ha posta meritatamente all'attenzione della scena folk a tinte scure. Cresciuto rapidamente sia a livello di singole performance che in termini di professionalità, il collettivo polacco (sono ben sette, fra voci e strumentisti, gli artisti che hanno preso parte alle registrazioni) torna in piena forza col suo folk intriso di sciamanesimo e Tradizione slava, in un lavoro che nell'ultimo anno non ha mancato di lasciare il segno, fruttando anche tanta preziosa esperienza live. Già dall'oscura e potente ritualità sciamanica dell'iniziale "Welesowy" si evince la centralità di una coralità magnificamente padroneggiata (in alcuni tratti non lontana da quella delle ben note e celebrate Le Mystère Des Voix Bulgares), fulcro attorno al quale ruotano brani che rimandano ad un folk senza tempo, di cui è chiaro esempio anche quella "Oj Maly" che profuma di autentica Tradizione. Dal suddetto EP vengono riprese due tracce, rese più ricche di dettagli dalla nuova registrazione: la drammatica "Topielica" e, soprattutto, "Gon", gioiello d'antico folk evocativo che è fra i momenti più alti dell'opera, assieme a quella "Wygnanie" capace di ricordare con la sua dolcezza gli inarrivabili Theodor Bastard ed all'intensa, potente danza stregonesca "Zmije", magnifica nella sua espressione corale. Ma ogni passaggio, fra tanta bellezza vocale e strumentale, merita menzione ed attenzione, dall'immediato folk di "O Wiedzmach" all'aura sciamanica di "Pierwsza Posrod Fal", per finire con l'evocativa passionalità di "Uczta Krukow" e le inebrianti pulsioni della conclusiva "Pradawny Zmij". Un lavoro intellettualmente e spiritualmente onesto, sinceramente appassionato e di alto livello in ogni senso, frutto di una band capace, coesa, forte e già professionalmente matura che sta imponendosi con la propria qualità, e che in breve tempo è destinata a conquistarsi un posto di assoluto rilievo ai vertici della scena folk a tinte scure.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/weljarofficial/