22-01-2024
CANAAN
"Ai Margini"
(Eibon Records/Toten Schwan)
Time: CD (65:53)
Rating : 8.5
A poco meno di sei anni dal precedente "Images From A Broken Self", i lombardi Canaan fanno il loro atteso ritorno col decimo sigillo di una discografia avviata nel lontano 1996, rilasciato come di consueto dalla Eibon - stavolta in collaborazione con la Toten Schwan - nel pregevole digibook completo di libretto. Tornati alla formazione a tre - ed alla lingua italiana - come nell'album del 2016 "Il Giorno Dei Campanelli" (il mastermind Mauro assieme a Nico ed Alberto), i Nostri proseguono nel solco tracciato ormai da lungo tempo, modellando a propria immagine un suono che, con estrema personalità, incrocia elementi che vanno dalla downtempo all'industrial, dalla coldwave al trip-hop, dall'ambient alla synthwave. La coesione tra i tre è totale, e permette loro di sciogliere e mescolare suoni, campioni, ritmi e strumenti, amalgamandoli in quei colori freddi che utilizzano come vere e proprie pennellate sonore, sempre nell'ambito di un intimismo totale e completo, prerogativa indispensabile per chi ha da sempre scelto di tradurre in canzoni un malessere reale, alienante e sfinente. Spargendo melodie come fossero polveri fra i synth ariosi, le molte abrasioni industriali, le lente cadenze ritmiche e le grigie ambientazioni, il trio inanella undici brani tutti di grande effetto, toccanti e struggenti nel loro decifrare frustrazioni ed impotenze, esaltati nella ricercatezza dei suoni da una produzione certosina che ben sottolinea i tanti gustosi dettagli audio. Le parole "La quiete è il mio contrario, io mi nutro di fastidio" campeggiano dall'interno della confezione come il manifesto del sentimento attuale, e Mauro, nelle sue amare declamazioni (quasi interamente sepolte da effetti che le distorcono ad arte), non fa che rincarare la dose con la consapevolezza e l'onestà intellettuale maturate sul campo. Dalle eleganti movenze dell'iniziale "La Città Che Respira" alla vena downtempo dell'atto finale "Semi Nella Polvere", passando per la freddezza di una "La Grande Finzione" in bilico sul buio, il minimalismo filmico della strumentale "Come Un Buco Nel Cielo", le cupe atmosfere della minacciosa "Colui Che Torna" e via dicendo, anche stavolta il viaggio è di quelli dolorosi e segnanti, ma necessari per tentare ancora una volta di trovare una soluzione, un'alternativa, un senso. L'ascoltatore attento e consapevole non faticherà a trovare qualcosa di preziosamente recondito - e magari anche affine - in "Ai Margini", ennesimo tassello pregiato di una discografia encomiabile da parte di un progetto che resta un unicum non soltanto per la scena nazionale, ma anche per il panorama internazionale. È musica dolente e dolorosa, ma è comunque sempre un piacere, anche perché artisti di questa levatura escono allo scoperto solo quando hanno davvero qualcosa di significativo da dire.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://totenschwan.bandcamp.com/