22-01-2024
L'AMARA
"In Vino Veritas"
(SPQR)
Time: CD (40:59)
Rating : 7.5
Ad oltre tre anni dal precedente album "Cronache Dal Sottosuolo" e dopo un paio di mini (uno in studio ed uno live), la losca cricca de L'Amara si ritrova per il suo terzo full-length, stavolta riunita principalmente attorno alla figura di Giovanni Leonardi, col fidato sodale Adriano Vincenti per l'occasione più defilato. Com'è già intuibile dal titolo che campeggia sull'essenziale digipack, la terza fatica del collettivo italico è una celebrazione del vino ed un'ode al dio Bacco, ed a L'Amara spetta il compito di irrorare del pregiato nettare le proprie storie di sangue, osteria, rancore, dolore e sofferenza, in un impianto sonoro che continua a rifarsi con sincera passione alla tradizione popolare italiana, ma che sa anche guardare oltre nel suo ampliare collaborazioni ed orizzonti. A superare gli stilemi del folk acustico è già l'iniziale title-track, suadente nelle sue pulsioni electro, magnetica e vibrante, ed è sempre Giovanni, col suo canto appassionato, a guidare la sofferta e intensa "Giudicato e Proscritto", picco dell'intero lavoro in cui un sottile beatwork fa da sfondo ai tasti di Andrea De Colle (Nomotion), da sempre fiancheggiatore del combo. Sono ben due le cover in scaletta, e se Giovanni ben si cimenta con "Il Vino" di Piero Ciampi (brano del '71, qui reso in un arrangiamento più mesto), non è da meno Adriano nella rilettura sospesa e quasi "industriale" di "Ma Mi", brano dialettale milanese di fine anni '50 firmato da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi. C'è lo zampino di Calle Della Morte (Vinz e Jonny B.) dietro "Osteria Della Morte", puntualmente sanguigna ma non priva di bei ricami melodici, mentre è il solo Vido, con la sua chitarra, a mettere pathos nei versi della più ariosa e leggera "Sul Fondo Di Un Bicchiere". "Il Malcontento II" segue quella prima song apparsa sul precedente album, aggiungendo alla formula i bei vocalizzi di Aima Lichtblau, mentre ritroviamo Vinz, stavolta con Giovanni, nella teatrale e ubriaca "Y Te Dire Poque", solare nel ritmo ed a suo modo elegante. Resta comunque il folk tradizionale e popolare la materia che più L'Amara sa e intende plasmare a propria immagine e somiglianza, come nell'appassionata "Il Calice, La Lama e L'inferno" (prezioso contributo a cura del solo Miky Bengala), nell'aggraziata "Verso Il Fondo" (dove ritroviamo, tra gli altri, Daniele Iannacone di Sun's Spectrum alla voce) e nella conclusiva "Quando È Finito Il Vino", il cui mesto incedere, dettato dalla fisarmonica, ospita sullo sfondo campionamenti tratti da un film di Alberto Sordi. Ancora una volta, coltello alla mano, L'Amara ci canta d'amore e di sangue, dipingendo la propria tela col rosso intenso di un vino che inebria, annienta i freni inibitori e, infine, lascia spazio solo all'oblio e all'amarezza. Italica genuinità per una tradizione musicale che non è andata perduta, e che in queste note sincere vive forte e vigorosa.
Roberto Alessandro Filippozzi