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Room 108

09-09-2023

LIKE THE SNOW

"The Visions Of A Dream Traveller"

Cover LIKE THE SNOW

(St.An.Da.)

Time: CD (42:26)

Rating : 7

Prosegue il viaggio solista di Luca Mazzariol (già attivo da fine anni '80 in formazioni goth come In The Night Time e The Sunset Boulevard) sotto il monicker Like The Snow, giunto alla sua terza tappa dopo il debut eponimo del 2020 ed il seguente "As Leaves Fall" dello scorso anno. Sempre rigorosamente sotto l'egida della St.An.Da. (divisione della Silentes, che pubblica "The Visions..." in un bel digisleeve a sei pannelli limitato a 200 esemplari), l'act del Nord-Est continua ad esplorare gli ampi spazi di un suono che è sì figlio di certa darkwave, ma che nelle sue ariose tessiture melodiche non teme di esondare nell'ambient, né di spingersi oltre i vasti ed indefinibili confini dell'universo new age. Verosimilmente ispirato soprattutto da certa scuola Projekt (da Roach ad Alio Die, più tutto quel che può starvi nel mezzo), Luca combina un gusto melodico ad ampio respiro ad un apporto ritmico che spazia tra pulsioni elettroniche e battiti dal sapore più organico, includendo a più riprese vocalizzi femminili che donano ulteriore ariosità ai brani. Non sempre i pattern ritmici, benché apprezzabili nella loro volontà di uscire talvolta da certi schemi, si rivelano pienamente funzionali alla piena fruibilità della canzone o alle orchestrazioni para-sinfoniche del momento, ma l'album scorre comunque piacevolmente (anche grazie ad una durata complessiva saggiamente contenuta), e non mancano buoni picchi qualitativi come "Lux Interni", dal sapore new age ed arricchita dai cori, e quella drammatica "I Will Always Remember You" che si fregia degli interventi alla chitarra dell'ospite Giuseppe Verticchio (Nimh, anche curatore del mastering dell'album). Bene anche il taglio sci-fi dei synth di "You Can Go Again", l'impeto più diretto di "China Landscape", il minimalismo notturno di "The Preacher's Revelation", la darkwave serrata ed incalzante di "Arabia Whirlwind" e la sacrale solennità della conclusiva "Divine Liturgy", in un disco che non manca di mettere sul piatto una buona varietà di soluzioni. Tanti validi spunti da mettere definitivamente a fuoco, da rifinire e, soprattutto, da affinare, per giungere attraverso un "lavoro di cesello" e la ricerca del giusto grado di raffinatezza (quella che fa la differenza tra i maestri ed i pur bravi allievi, per intenderci) a meritare un posto proprio al fianco dei colossi di casa Projekt. Una meta a cui Luca potrà puntare, se alzerà drasticamente e sotto ogni aspetto l'asticella (ambizioni incluse): se Ted Tringo è l'esempio da seguire in tal senso, è anche vero che non è necessario spingersi sino ai colossali livelli di personale coinvolto degli Autumn Tears, ma è anche vero che qualche ospite ad hoc in più potrebbe solo giovare alla ricerca della piena concretizzazione della visione artistica del progetto ed alla sua evoluzione.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://soundcloud.com/user-329942928

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