20-01-2008
AETHERE
"The Long Dark Tea-Time Of The Soul"
(War Office Propaganda/Rage in Eden)
Time: (50:14)
Rating : 6.5
Aethere è uno dei tanti progetti italiani che vengono prodotti da piccole etichette straniere: il primo album "Il Giardino Epicureo" fu stampato nel 2006 su CDr da un'etichetta polacca, ed ora il debutto ufficiale su CD è stato garantito dalla più nota War Office Propaganda (ribattezzatasi di recente Rage In Eden). Emanuele Ratti, padre del progetto, opta per sonorità elettroniche di fattura ambientale e divide l'album in 6 momenti, evitando la classica suddivisione per titoli. I suoni di tastiera sono densi e dilatati e procedono lentamente, creando atmosfere cupe e cosmiche che derivano in modo evidente da nomi celebri del settore dark-ambient di matrice germanica e scandinava. Le inserzioni di poderosi elementi percussivi danno una buona vitalità ad un disco che, forse, rischia a tratti di specchiarsi su sé stesso e di girare sempre sui medesimi temi: in particolare la seconda traccia viene arricchita anche da un (presunto) motivo di chitarra, memore della scuola 'dark' dei decenni passati. Ma la cima più alta del lavoro arriva con il quinto brano, strutturato simmetricamente con avvio a base di percussioni potenti, successivo inserimento di organo (presumo si tratti di un campionamento) e nodo centrale elaborato su rumori catacombali, ripetendo poi lo stesso procedimento nella chiusa. "The Long Dark..." è per Aethere un primo vagito, un momento con cui stabilire contatti con il mondo esterno, e ciò avviene in modo consapevole, coraggioso e intelligente. Emanuele percorre strade già battute da altri (soprattutto nella scelta unilaterale dei suoni sintetici e dei droni), aggiunge una buona dose di percussioni imponenti già usate in precedenza da una lista immane di altri autori, ma è anche in grado di arricchire il proprio lavoro con tocchi più personali (le folate malinconiche della seconda traccia e la struttura della quinta ne sono testimonianza), salvo poi usare (per fortuna di rado) una voce gutturale che non spaventa né è utile alla causa, tutta costretta in un'impostazione evidentemente metal. Che l'album sia a volte derivativo non è in discussione, ma alcuni passaggi meritano un ascolto attento in attesa di lavori che sanciscano una piena maturità.
Michele Viali
http://www.myspace.com/aethere