03-09-2022
KOLLAPS
"Until The Day I Die"
(Cold Spring)
Time: CD (33:34)
Rating : 7.5
Tre anni dopo "Mechanical Christ", l'act australiano torna per l'atteso terzo album, rivoluzionando la formazione (dalla quale fuoriescono sia Damian Coward che Robin W. Marsh) per ruotare definitivamente attorno alla figura di Wade Black (chitarra, elettronica e voce), ora rimasto unico compositore e mente del progetto, avvalsosi per l'occasione di musicisti italiani per completare la nuova opera: il bassista Andrea Collaro (di norma chitarrista in formazioni di metal più o meno estremo come Fuoco Fatuo, Devoid Of Thought e Warstorm) ed il percussionista/sound designer Giorgio Salmoiraghi (già collaboratore di Viscera///). Registrato a Lugano nello studio costruito in proprio sopra ad un museo di scultura (tranne le parti di Andrea, al lavoro su cinque dei sette brani inclusi), "Until..." prosegue nel solco industrial già ben tracciato in precedenza, facendo ruotare sia gli strumenti che i materiali impiegati e/o percossi (grate di metallo, montacarichi arrugginiti, cilindri di cemento...) attorno ad una vocalità dura, severa, urlata, rabbiosa e furibonda, quando non addirittura alienata come nell'iniziale ed opprimente "Relapse Theatre". Le cadenze si fanno dure e minacciose nella sferragliante e più ritmica "D-IX", e se "I Believe In The Closed Fist" introduce una tensione drammatica dai tratti sofferti, la lacerante, vorticosa e martellante "Hate Is Forever" è invece la rappresentazione plastica di cosa dovrebbe realmente significare "industrial metal", se tale definizione non fosse stata usurpata per commercializzare suoni che non hanno alcuna attinenza col rumore sonico. L'apice di purezza industrial è incarnato dalla sulfurea "The Hand Of Death", e se stavolta le maggiori sorprese le offre la title-track, col suo dolente dark-folk dal respiro algido, tocca invece alle bordate ritmiche della feroce e martellante "Iron Sight Halo" porre fine alle ostilità incarnando il degno assalto finale. Conciso e compatto, "Until..." (edito dalla Cold Spring in un bel digipack a sei pannelli, e presto anche in vinile) consolida la posizione di prestigio di un progetto capace, agguerrito e ben indirizzato anche in termini di produzione (il mastering del veterano James Plotkin è la classica ciliegina sulla torta), senza dubbio fra i più convincenti, completi e di ampio potenziale usciti dal calderone industrial degli ultimi anni.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://kollaps-noise.bandcamp.com/