17-05-2022
KLOOB & ONASANDER
"Tempestarii"
(Winter-Light)
Time: CD (58:03)
Rating : 7
Dopo meno di due anni, l'act spagnolo Kloob e quello italiano Onasander concedono il bis, sfornando un altro lavoro in collaborazione dopo il ben accolto "Mundus Patet", sempre per quella Winter-Light che ha anche curato altre uscite dei due progetti (tre album del primo e un'ulteriore collaborazione - con Ajna - per il nostro connazionale). Edito nella consueta confezione digifile apribile in 200 esemplari, il nuovo album di Daniel Ferreira e Maurizio Landini prende spunto - come il precedente - da un tema suggestivo, che stavolta è la figura dei Tempestarii, personalità che nel Medioevo erano ritenute maghi del tempo, e che si diceva essere capaci di controllare i venti attraverso incantesimi, scatenando o impedendo tempeste e favorendo l'irrigazione dei campi. I cenni storici narrano anche di come si riteneva che costoro fossero in combutta con una mitologica razza di abitanti delle nuvole da una terra chiamata Magonia, ma starà all'ascoltatore più attento indagare oltre. Venendo al contenuto sonoro, appare subito evidente come i due progetti abbiano imparato a conoscersi bene, al punto di compenetrarsi pienamente nelle misteriche trame dark ambient delle otto tracce dell'opera, esaltate nella resa audio dal sempre prezioso mastering di Robin Storey (Rapoon). Anche stavolta le soluzioni impiegate sono quelle tipiche della scuola di rifermento, senza che affiorino grosse sorprese (il beat soffuso di una "The Malefici" più "elettrica" è l'unica eccezione), fra respiri antichi ("Nocturnal Harvest"), tessiture arcigne ("Storm Raising"), tensione oscura ("Immissores Tempestatum") e densità misterica ("Furious Dawn"). Il punto di forza dell'opera sta nella sapiente e certosina rifinitura della materia dark ambient, padroneggiata dai due sodali con cura, saggezza e tanta qualità, per un lavoro che ben rappresenta la dark ambient dei nostri tempi ed il suo mai sopito potenziale evocativo, sempre ideale per sonorizzare visioni al di fuori della propria realtà.
Roberto Alessandro Filippozzi