17-01-2022
LHAM
"Leaving Hardly A Mark"
(13)
Time: CD (60:49)
Rating : 7.5
Quando alla musica si richiedono emozioni profonde, si finisce per rivolgersi a quei nomi che registrano dischi non per il miraggio di un tornaconto economico, bensì per la sincera necessità di condividere qualcosa di autentico, riunendo spiritualmente quelle poche anime ancora capaci di sentire in una catarsi vestita di bellezza, ancora legata a doppio filo alla Natura. Senza dubbio tutto ciò è parte integrante dello spirito artistico di Giuseppe Verticchio (Nimh, Twist Of Fate, We Promise To Betray, etc.), il quale trova in quel Bruno De Angelis (Mana Erg) di cui si erano perse le tracce il sodale ideale per il nuovo progetto a quattro mani denominato LHAM. Uscito a novembre nelle 200 copie del bel digisleeve a sei pannelli, con una grafica che celebra le meraviglie cromatiche autunnali, questo ammirevole esordio ricalca anche musicalmente i colori dell'autunno nel suo intimo mix elettroacustico interamente strumentale, dove le corde vibrano assieme agli afflati dronico/ambientali ed alle melodie sospese in un flusso denso di emozioni. Un intreccio dai contorni filmici che sa essere maestoso ("Access"), radioso ("Rhesus Negative", "Beneath The Ice", "Quasi Stable") e toccante ("Hail On Mary", il gioiello "Martenot" ed il malinconico atto finale "Maha Nakhon"), lasciando a tratti un gradevolissimo retrogusto alla primi Anathema nei momenti in cui la chitarra è protagonista ("Zdravilo", "Thalassa"). Collaborazione pienamente riuscita, sia sul piano pratico che, soprattutto, su quello emozionale: il giusto tipo di evasione emozionale per gli animi più sensibili, per un'ora d'aria limpida oggi più salvifica che mai.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.oltreilsuono.com/nimh/