29-05-2020
THIS ETERNAL DECAY
"Silence"
(Trisol/Rehab Records)
Time: CDr (42:59)
Rating : 7.5
Dopo il buon esordio di fine 2018 "I Choose An Eternity Of This", la band romana composta da nomi ben noti e navigati del panorama nazionale a tinte scure come Riccardo Sabetti (Spiral69), Pasquale Vico (Date At Midnight) ed Andrea Freda (Spiritual Front) torna col suo secondo album, stavolta patrocinato anche dalla blasonata Trisol assieme alla Rehab Records. Racchiusa in un essenziale digipack, la nuova fatica prosegue nel solco di quell'incontro fra darkwave, synthpop ed industrial già tracciato col debut e da sempre nelle intenzioni del trio, spingendo stavolta meno sulla componente elettronica, comunque sempre ben presente sia al fianco del drumming di Andrea, sia nella tessitura delle linee di basso di Pasquale. Emerge sin dalle prime battute la volontà di sfruttare l'impatto del post-punk, come la potenziale hit "Future Anthem" (scelta per il primo videoclip) evidenzia subito fra tensione e magnetismo e come ribadisce l'ancor più diretta "I Want", prima che "Fade Away" pieghi verso la darkwave facendo scorrere il pathos. In vero le sfere industrial e synthpop non vengono mai abbracciate pienamente e nel senso più comune del termine, tanto che la ritmata e danceable "I Am Nothing" si pone al crocevia delle correnti che influenzano la scrittura dei TED, sfruttando anche stilemi techno, mentre la drammatica "A Secret" risponde in pieno ai dettami di quella darkwave che anima anche la magnetica e carismatica title-track (con ospite ai cori Alex Svenson dei Then Comes Silence), non senza robuste venature post-punk. La tensione tipica della darkwave permea anche l'intensa "White Moon - Cold Lights", cantata da Riccardo assieme a Sonya Scarlet dei Theatres Des Vampires, mentre la chiusura è affidata alla sofferta e dolente "Ghost", ottima nel contestualizzare un battito dance e malizie di derivazione techno fra le proprie drammatiche pieghe. Un act che, guidato abilmente da Riccardo (non solo singer capace e di comprovata versatilità, oltre che chitarrista, ma anche autore di tutte le musiche ed i testi, nonché produttore dell'album), riesce a muoversi con grande agilità fra le proprie influenze per sfoderare un songwriting completo e maturo, frutto non soltanto di un bagaglio d'esperienze importante, ma anche di un affiatamento certamente non comune fra quelli che a torto o ragione vengono definiti "progetti paralleli". Fattori, questi, che elevano i TED al rango di vera e propria band tutt'altro che estemporanea, ed anzi meritevole di tutte le attenzioni del caso: le possibilità per ambire ad ancor più alti traguardi ci sono tutte.
Roberto Alessandro Filippozzi
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