07-05-2020
NAM-KHAR
"Sur Chöd"
(Winter-Light)
Time: CD (61:52)
Rating : 7.5
Delle dieci uscite sulle quali il collettivo europeo ha apposto la firma in poco più di una decade, sette sono state create in collaborazione con altri act, mentre le restanti sono ascrivibili unicamente a Nam-Khar, proprio come quest'ultima in esame, seconda produzione recante il marchio dell'eccellente label Winter-Light dopo "Secret Essence/Sangwa Dupa" del 2018. L'altro album rilasciato per l'etichetta olandese è il giusto termine di paragone per comprendere dove si sia spinto il suono di Nam-Khar: laddove in "Secret Essence/Sangwa Dupa" la drone/ambient manteneva toni cupi e misterici senza uscire da schemi ben circoscritti, con "Sur Chöd" - racchiuso in un elegante digipack e prodotto in 300 esemplari - il progetto implementa soluzioni di più ampio respiro, compiendo al contempo un significativo salto in avanti in termini di qualità del suono, anche grazie al mastering firmato da Robin Storey (Rapoon). Le varie tracce risultano quindi più variegate e capaci di evolversi strada facendo, come l'opener "Dgra Lah", in cui gli scampanii si muovono fra droni arcigni nel buio siderale, prima che percussioni severe inducano una ritualità particolarmente oscura. Soluzioni mai statiche, anche in un frangente lungo e dilatato a base di evocativa dark ambient come "aDre", e ancor di più nell'oscuro cerimoniale "Dregs Pa", in cui corni e riverberi minacciosi squarciano il buio con forza, laddove il più ricercato intreccio fra percussioni, melodie ed ambientazioni di "gNod sybyin" offre scenari in divenire dal retrogusto piacevolmente misterico. Le movenze droniche di "Gangs chen mdzod lnga" lasciano intravedere orizzonti più sottili e meno arcigni, in cui però irrompono riverberi più affilati e scossoni industriali, mentre la conclusiva "T'ew rang", realizzata assieme ad Akoustik Timbre Frekuency, impone temi ambientali meno plumbei dai quali emerge un assunto para-melodico che si fregia di qualche colpo ritmico ben piazzato. Molta più varietà di soluzioni nell'opera più matura e meglio riuscita del collettivo europeo, il quale, in virtù dell'importante salto di qualità effettuato, può legittimamente rivendicare un posto di rilievo fra i nomi emergenti del vastissimo panorama drone/dark/ritual ambient.
Roberto Alessandro Filippozzi
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