02-03-2020
AMBER TEASER
"Human Ritual"
(ScentAir Records)
Time: CD (38:55)
Rating : 7.5
Dopo gli Outpost Of Progress si parla nuovamente italiano nel roster della ScentAir, stavolta con gli esordienti Amber Teaser, trio di Taranto nato nel 2017 che si presenta come fautore di sonorità industrial-pop, dove il termine "industrial" si riferisce non tanto a stilemi noise, bensì al settore industriale di una città divenuta tristemente nota per le vicende dell'ILVA. Le note ufficiali ci dicono che l'act nostrano "mescola synthpop ed italo-disco con un tocco di Kraftwerk e chitarre tremolanti e sfocate che forniscono un elegante mood industrial", descrizione più che condivisibile in virtù di quanto è possibile ascoltare, specie per quel riferimento al colosso elettronico tedesco, echeggiato da un approccio retrò all'utilizzo delle macchine. Un taglio vintage che rimanda spesso e volentieri ai primi 80s accompagna l'ascoltatore sin dall'iniziale "Dioxine", che apre soffusa e notturna per poi farsi più intensa, anche grazie ad una colata di ruvidità chitarristica. Quello del trio è un approccio che rimanda a quegli act che meglio reinterpretano certe preziose lezioni del passato, come i Kite, il compagno d'etichetta Alien Skin e gli Agent Side Grinder (questi ultimi echeggiati soprattutto dall'appassionata title-track), ed ai Nostri va riconosciuto non soltanto un estro che è appannaggio dei più audaci, ma anche una grande abilità nel dare forma ad un songwriting variegato e di ampio respiro che denota personalità, carisma e raffinatezza. Senza dubbio è la matrice synthpop a fare da collante nella scrittura della band, sia nei frangenti più freschi e ritmati ("Go Out From This Chaos", "Here"), sia in quelli più fascinosi ed eleganti ("Dancing In A Restaurant", ripresa anche nel finale in un remix più carico di ritmo firmato da Nova-Spes, e "Nothing"), e se lo strumentale "Mistery" piace per il suo assemblaggio eclettico, fra i brani migliori svetta senza dubbio "Animal Ritual", il cui groove seducente rimanda direttamente ai Depeche Mode di "Songs Of Faith & Devotion". Un lavoro conciso ma ricco di validissimi spunti, oltre che ben prodotto e forte di una versatilità non comune (anche nelle vocals del convincente Mimmo Modeo), primo passo importante e molto ben riuscito da parte di un act che, nonostante la recente formazione, pare decisamente avere una marcia in più rispetto alla media degli altri gruppi synthpop.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/amberteaser099/