01-02-2020
SPK
"Zamia Lehmanni (Songs Of Byzantine Flowers)"
(Cold Spring)
Time: CD (48:13)
Rating : 8
Ristampa di grande prestigio per la Cold Spring, che rende nuovamente disponibile - sia in CD che in due distinte e lussuose edizioni in vinile - a seguito della rimasterizzazione curata da Martin Bowes (Attrition) l'album del 1986 del seminale act australiano SPK, originariamente uscito per la Side Effects e ristampato per l'ultima volta nel lontano 1992 da una divisione della Mute. Un vero e proprio spartiacque nella discografia di questi pionieri dell'industrial, sia perché si trattò della prima opera ascrivibile a progetto solista del mastermind Graeme Revell, sia perché il suo autore abbandonò di fatto il rumorismo industriale per aprirsi ad un post-industrial di più ampio raggio, cambio di rotta decisivo che avrebbe poi dato il "la" alla proficua e prestigiosa attività del Nostro quale rinomato compositore di colonne sonore hollywoodiane. Coadiuvato da un intero coro della vecchia chiesa ortodossa russa di Sydney, oltre che in alcuni tratti dalla storica sodale e moglie Sinan Leong, e con a disposizione una pletora di strumenti che include fiati, campane, corni, percussioni, violoncello, violino etc., Graeme accantona l'aspetto più propriamente noisy della sua creatura, districandosi fra sonorità filmiche di ampio respiro che abbracciano etnicismi/tribalismi di derivazione africana ed asiatica ("Invocation (To Secular Heresies)", "Palms Crossed In Sorrow", "Alocasia Metallica", "The Garden Of Earthly Delights") e pulsioni sinfoniche cariche di pathos (la drammatica "In Flagrante Delicto" e l'ariosa "Necropolis"). A svettare sul resto sono sempre le trame spettrali della serpeggiante "In The Dying Moments", mentre la percussiva "The Doctrine Of Eternal Ice", apparsa sulla suddetta ristampa del 1992, è presente anche in questa nuova versione in CD, racchiusa in una magnifica confezione digipack a sei pannelli molto ben curata e completa di citazioni letterarie ed ampie note illustrative, queste ultime scritte ex novo dallo stesso Revell. Una irrinunciabile occasione per recuperare un pezzo di storia fondamentale del post-industrial e per comprendere l'evoluzione artistica del suo celebrato creatore.
Roberto Alessandro Filippozzi
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