09-12-2019
ARTCORE MACHINE
"Dubh"
(Xonar Records)
Time: CD (32:21)
Rating : 7
Dopo dieci anni di attività, il progetto formato da Moreno Padoan e Roberto Beltrame giunge alla fine del proprio ciclo vitale, dicendoci addio con l'album in esame, nona release complessiva per l'act veneto. Realizzato in una confezione in cartoncino apribile "total black" di formato A5, "Dubh" prosegue nel solco dei tre EP digitali realizzati dal progetto nel 2017, e cioè verso soluzioni che si distaccano dall'impeto rhythmic-industrial di quell'apice compositivo che fu "Lamina" (2014) per inseguire stilemi glitch/IDM opportunamente contaminati da abrasioni noise ed oscurità ambientale, con la consueta alta qualità della produzione che da sempre contraddistingue le uscite del duo. Emblematiche le due parti in cui è divisa la title-track: nella prima i glitch si muovono nel buio più totale, prima che la furia noise prenda il sopravvento, mentre nella seconda sono invece le pulsioni electro-industrial a farsi largo fra le ambientazioni notturne, non senza lambire certa dub in salsa oscura, come si avverte in particolar modo nella più minimale "Nyeusi". Ampio spazio anche per un'IDM altamente cervellotica: con riflessi noise in "Hita-m", con autentiche abrasioni industriali in "Sort 888" e con maggior groove in "Qara", sempre in un clima ansiogeno dove non filtra la luce. La chiusura è all'insegna del noise con "Xap Swart", il cui crescendo tracima in un caos controllato entro i cui confini il duo si muove con la consueta sicurezza. Un commiato conciso ed inatteso che ci lascia l'amara consapevolezza di aver perso un act di alto livello tecnico e compositivo, con la consolazione di sapere che ritroveremo almeno Moreno in altri progetti (Otur Boyd, Mhole) di pari abilità. Addio, o magari arrivederci, e grazie per aver tenuto alto il nome dell'Italia in ambiti sonori così impervi.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/artcoremachine/