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Room 108

14-10-2019

DEVIATE DAMAEN

"In Sanctitate, Benignitatis Non Miseretur!"

Cover DEVIATE DAMAEN

(Masked Dead Records/Vomit Arcanus Productions/Dvra Crvx)

Time: CD (73:36)

Rating : 7

"Ci voglion le palle per produrre un lavoro come questo. Palle e idealismo, tutta merce sempre più rara in un mondo fattosi di pusillanimi e servi. Siamo, siamo stati e sempre saremo il peggior incubo di chi ha paura dell'Arte libera." Queste le parole con cui il leader delle Dame Deviate, G/Ab Svenym Volgar dei Xacrestani, introduce il nuovo album - il quarto dopo l'abbandono del vecchio monicker Deviate Ladies, ad oltre quattro anni e mezzo dal precedente "Retro-Marsch Kiss" - del controverso e longevo combo capitolino. E, visti i tempi che corrono, non potremmo essere più d'accordo, poiché i DD hanno il coraggio, la forza, la volontà e l'audacia di portare avanti un discorso legato non soltanto alla congiunzione dell'uomo col Sacro (rappresentato dalla figura di Dio), ma anche alla difesa di Patria, Tradizione e Identità, in totale contrasto alla vulgata globalista. Se col precedente opus la band sputava in faccia alle "anime belle" verità inconfutabili quanto crude con tutta la durezza del caso e senza mezzi termini, nel nuovo capitolo G/Ab e soci - più gli oltre 30 ospiti che hanno prestato i loro contributi alla causa - scelgono una via a suo modo più sottile (ma neanche troppo, a tratti), traslando gran parte del concept attraverso le lenti della Spiritualità e della Bellezza per rafforzare il messaggio. Contenuti ben esplicati nell'ampio booklet che accompagna l'opera (prodotta in 1000 esemplari dopo una gestazione protrattasi per tre anni), impreziosito da un dipinto che Mario "The Black" Di Donato ha voluto donare ai Nostri, e che ben si sposa con l'alto livello culturale/spirituale che permea l'ispirazione delle liriche di G/Ab. Al netto dell'importante mole concettuale e grafica, la nuova fatica del collettivo romano spazia anche stavolta fra generi differenti con la consueta indole teatrale veicolata da G/Ab (cantore/narratore di enorme estro ed immane istrionismo), anche se, a conti fatti, la matrice più segnante è senza dubbio quella metal. Dopo un incipit come "L'Angelo Preferito, Il Primo Insorto, Il Più Antico Dannato", giostrato come altri episodi passati fra samples, rumori e recitazioni vocali, "Tethrus" spinge subito verso cadenze doom che sfociano in crude sfuriate metal, ed anche nella seguente "Sacre Gesta Cavalcano Il Metallo / Heilige Taten Reiten Das Metall" la componente metallica è prominente, oltre che particolarmente potente. "Santo Frà Diavolo, Spara Per Noi!", pur aprendo come un brano d'antan, esplode presto in una caotica e cruda furia metal, al pari di quella "Font Near The Ossuary" che alterna sfuriate in bilico fra doom-death e black-death con punte di autentica rabbia primordiale. Ma da un disco dei DD è lecito attendersi molto di più in termini di versatilità stilistica, ed infatti, tolta la caustica ed ironicamente tagliente "I Tarocchi Della Vostra Sfiga" (altro episodio di pura recitazione), non mancano momenti capaci di spostare le coordinate sonore senza perdere di vista il fine ultimo: la dolente darkwave di "Aspetterò L'Altrove", l'apocalittica maestosità laibachiana di "Fratelli D'Occidente, Salviamo Noi Stessi Dall'Estinzione!" (il picco dell'opera, con G/Ab al suo meglio), il requiem sinfonico dalla teatralità lirica di "Signore E Dio In Te Confido" e l'abrasiva power-electro di "L'Urlo Del Cappuccino", che chiude il dischetto. Mai ligi ai dettami dell'easy listening, né tanto meno a quelli dell'avversato/odiato "politicamente corretto", i DD mantengono la propria identità ed integrità di artisti controcorrente in un album meno dispersivo e meglio focalizzato del suo predecessore, usando i propri strumenti alla stregua di armi e mostrando ancora una volta di possedere quella scintilla che infiamma gli spiriti più audaci, indomiti ed arditi.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://www.facebook.com/deviatedamaen/

https://maskedeadrecords.bandcamp.com/