31-01-2019
BLESSED CHILD OPERA
"Love Songs/Complications"
(Seahorse Recordings)
Time: CD 1 (45:08); CD 2 (46:11)
Rating : 6.5
Nona release in 15 anni di attività per la creatura di Paolo Messere, uscita in un sontuoso digipak a sei pannelli con doppio CD, ovviamente per la sua Seahorse. Ad un solo anno di distanza dalle atmosfere wave di "A Wonderful Breath Of Life", l'oramai consolidatissimo progetto cantautoriale dell'artista partenopeo - trapiantato stabilmente in quel di Siracusa - torna con un'uscita alquanto ambiziosa, funzionante come un doppio album dalle atmosfere ed approcci nettamente separati anche in termini di resa generale e di composizione, registrato e suonato interamente in solitaria nel suo studio siciliano. Il primo CD, "Love Songs", prende vita appunto da quello che è il rapporto con l'amore di Messere, a sua detta sempre complesso come complesse sono le nostre anime. L'album si presenta di per sé abbastanza spiazzante e non ben chiaro nei suoi intenti, forse proprio per accentuare questa idea intrinseca di complicatezza e l'ostico avvicinarsi a tematiche sentimentali, producendo una pletora di tracce senza un particolare mordente che passano quasi totalmente in sordina rispetto alle proposte insite nel secondo album. "Complications", il secondo CD, basa il suo esistere su di una forte dicotomia tra quelle che sono le complicazioni del rapporto amoroso - e le forti sensazioni negative che esse comportano - ed il grande senso espiatorio e liberatorio che allo stesso tempo questi momenti ci regalano. Qui troviamo un Messere più classico e particolarmente ispirato, al solito portatore di quelle sonorità più tipicamente alt-rock cantautoriali, lente ed allungate ballad agrodolci dal sapore psichedelico scorrevolmente piacevoli e toccanti negli arrangiamenti e nel cantato sentitamente ammaliante dell'artista. Una doppia uscita che si fa specchio delle differenti anime che vivono dentro Blessed Child Opera, una più complicata e difficilmente comprensibile, l'altra più apertamente sensibile e pregna di quella ispirazione languida e spensieratamente triste che è da sempre l'indelebile marchio di fabbrica del longevo progetto nostrano.
Lorenzo Nobili
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