05-01-2019
PROJECT-TO
"IRO"
(A21 Productions)
Time: CD (42:24)
Rating : 7.5
Dopo aver rivendicato la propria appartenenza al lato oscuro della musica col secondo album "Black Revised", rilasciato in formato LP un anno fa, il progetto creato nel 2015 dal compositore Riccardo Mazza (docente presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, nonché produttore e titolare degli Experimental Studios di Torino) e completato dalla fotografa/videomaker Laura Pol torna con la terza fatica sulla lunga distanza. Il nuovo album del collettivo torinese, racchiuso in un elegante digipack a sei pannelli (e disponibile anche in formato LP), è dedicato all'antico componimento poetico giapponese denominato haiku, ed ognuna delle sei tracce dell'opera è ispirata ad uno essi in relazione al tema delle stagioni. Premesse concettuali che non spostano le coordinate sonore verso facili esotismi di maniera, poiché l'act prosegue nel solco di una techno sempre più oscura sino a spingersi verso evidenti derive noise, implementando anche una vocalità in lingua giapponese - a cura di Ryunosuke Komatsu - che corrobora la centralità dei suddetti haiku. Un apporto vocale mai invasivo o preponderante, atto a rinforzare la carica ipnotica delle strutture technoidi create da Riccardo con inebriante ossessività, come si evince già dall'iniziale "Sumire Odo", il cui impianto danceable prende le mosse da un incipit marcatamente noisy, conservando una ruvidità di fondo costante. All'ossessività della cassa sopperiscono ampie infusioni di tribalismi ritmici, come nella club-friendly "Haru No Umi", nell'ipnotica "No Mo Yama Mo" o nella più cervellotica "Yaku To Shite" (che chiude i giochi in un vortice caotico di buon effetto, fra samples più inclini a richiamare l'Oriente), ma in tal senso anche "Sakura Chiru" si distingue per ritmiche altamente penetranti che confluiscono in un mirabile crescendo noise, così come fa anche la suadente e pulsante "Inazuma Ya", che principia nel rumore industriale per poi farvi ritorno, come a chiudere un cerchio. Una strada ricca di interessanti derive a tinte scure che l'act piemontese ha imboccato con decisione e con la saggezza di non eccedere, sia nel minutaggio che in altri sensi, approdando ad una formula con i numeri giusti - dalle capacità individuali al know-how produttivo - per sedurre quegli appassionati di elettronica intrigati dalle sfumature technoidi più intelligenti e costruttive.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/projectto/