07-12-2018
MERZBOW/GENESIS BREYER P-ORRIDGE
"A Perfect Pain"
(Cold Spring)
Time: CD (56:46)
Rating : 8
L'atto collaborativo fra i due colossi dell'industrial e del noise, registrato in esclusiva per la britannica Cold Spring e già ampiamente celebrato nella sua prima stampa in CD del 1999, viene ora riproposto dalla medesima label - dopo un'attenta operazione di remastering - sia in CD (un elegante digipack, fedele nel riproporre la splendida grafica originaria e completo di booklet con tutti i testi) che in due distinte edizioni in vinile (in cui però un paio di brani risentono di una durata ridotta). Parliamo di due nomi fondamentali che, insieme, superano gli 80 anni complessivi di carriera: da un lato l'inglese Genesis P-Orridge, che coi Throbbing Gristle ha ridefinito i termini del suono introducendo il concetto di 'musica industriale' (subito dopo l'esperienza COUM Transmissions e prima di fondare gli Psychic TV), e dall'altro il giapponese Masami Akita, vero pioniere del rumore senza compromessi e massimo esponente del cosiddetto 'japanoise'. Un incontro/scontro, all'epoca a dir poco atteso dalla scena intera, che ha lasciato un segno indelebile non soltanto in virtù degli altisonanti nomi coinvolti, ma anche e soprattutto per l'indiscutibile qualità dei suoi contenuti. Da un lato Masami, impegnato a generare i vortici noise con l'ausilio dei suoi macchinari, e dall'altro Genesis coi suoi penetranti e pregnanti spoken words, in un connubio di rara e sferzante efficacia, sia strutturale che tematica. La materia noise è subito circolare ed ipnotica nell'iniziale "A Perfect Restraint", ma è negli oltre 10 minuti della seguente "Flowering Pain Give Space" che prende realmente forma, dapprima in modo sottile e strisciante per lasciare spazio ad uno spoken word particolarmente algido e caricato di effetti, e poi in un crescendo degno della fama del noisier nipponico (qui autore di una delle sue prove più efficaci in una discografia a dir poco sterminata). Il pezzo forte dell'opera è senza dubbio "Source Are Rare", che nei suoi 25 minuti apre con fare stridente a supporto di uno spoken word sulfureo, prima che l'ansiogena tensione dilaghi verso scariche malvagie e furiose in un delirio noise estremamente prolungato, ma mai prolisso; bene anche la più breve e nervosa "Kreeme Horne", mentre i 12 minuti della conclusiva "All Beauty Is Our Enemy" pongono l'accento su di una recitazione più istrionica e salmodiante che è anche il miglior contributo di Genesis alla causa dell'opera. Disco imprescindibile per i più sinceri amanti del rumore industriale, che potranno ora recuperarlo nel caso in cui all'epoca fosse loro sfuggita la prima edizione, oppure aggiungere alla loro collezione anche questa nuova versione abilmente rimasterizzata.
Roberto Alessandro Filippozzi