21-06-2018
SPIRITUAL FRONT
"Amour Braque"
(Prophecy Productions)
Time: CD (51:36)
Rating : 8
Sebbene il 2013 abbia salutato ben due uscite della band capitolina (la raccolta di vecchi brani rimaneggiati "Open Wounds" e quel "Black Hearts In Black Suits" che nella sostanza è da considerarsi alla stregua di un side-project), che l'anno seguente è apparsa anche al fianco di Lydia Lunch e Cypress Grove nello split "Twin Horses", è da "Rotten Roma Casino" del 2010 che i Nostri mancano all'appuntamento col nuovo album. Lo scorso 23 marzo l'attesa è finita, con l'uscita di "Amour Braque" in tutte le edizioni del caso (digitale, due distinte versioni in vinile, CD e doppio CD) a sancire l'inizio del sodalizio fra la tedesca Prophecy ed il trio romano. Nella loro sesta fatica in studio, Simone Salvatori e soci riversano saggiamente tutta la grande esperienza maturata soprattutto in sede live (evidente dall'abile sfruttamento di quelle malizie in grado di esaltare la resa on stage), recuperando punti sul piano dell'ispirazione e del pathos rispetto a quella perfezione formale inseguita col precedente opus. Il songwriting di "Amour Braque" rimane ancorato alla ricetta vincente già nota, ossia quel seducente ed accattivante folk-pop nichilista che s'inebria del miglior cantautorato country e blues, ma la scaletta rivela una completezza più affine all'onestà della ricerca e dell'autoanalisi che traspare dai testi (tutti presenti nell'ampio booklet incluso nel sontuoso digipack a sei pannelli), specie nei momenti più intimi ed appassionati come la toccante "Pain Is Love" e la delicata "An End Named Hope", non a caso fra i picchi dell'opera. A Simone, attorniato anche stavolta sia dai suoi impeccabili sodali che da uno stuolo di importanti collaboratori (fondamentali in tal senso le presenze di tromba, fisarmonica e soprattutto archi, per arrangiare i quali il combo romano è tornato a collaborare con quello Stefano Puri che giocò un ruolo decisivo per la riuscita di "Armageddon Gigolò"), spetta il compito di fare da cerimoniere ed infondere il giusto carisma attraverso una voce ormai inconfondibile, e in tal senso "Tenderness Through Violence" è emblematica di come il compito sia pienamente assolto, al pari della morriconiana "The Abyss Of Heaven" e dell'intensa "Devoted To You". Tutto funziona a dovere, sia nei momenti più pop e accattivanti (la scoppiettante "Disaffection" dal contagioso refrain, l'arioso pop-folk di "Beauty And Decay", la maliziosa "Battuage" e la catchy "The Man I've Become"), sia quando riemerge dal passato una certa solennità marziale fra arrangiamenti d'altri tempi ("This Past Was Only Mine"), sino al sofferto atto finale "Vladimir Central", già presentato nell'omonimo vinile del 2014. Un lavoro ispirato e sagacemente assortito che, senza alcun dubbio, allieterà vecchi e nuovi fans di una band capace, per spirito ed eclettismo, di rappresentare un unicum nell'ampio quadro del dark-folk contemporaneo.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.spiritualfront.com/