05-06-2017
BURIAL HEX
"Throne"
(Cold Spring)
Time: CD (67:45)
Rating : 6
Progetto di punta delle ultime generazioni post-industriali, Burial Hex (gestito dall'americano Clay Ruby) torna con una compilation (l'ennesima) che accorpa alcuni brani usciti in split e singoli vinilici all'interno di una discografia sterminata. "Throne" inizia con l'omonimo pezzo datato 2008, che vede esplosioni di noise vocale e sonoro incastonate su pulsazioni plastiche che sussistono per tutta la durata del brano. La successiva coppia di tracce deriva da uno split del 2011 con Iron Fist Of The Sun: si tratta, da un lato, di rumori oscuri e pungenti che fanno da contrappunto a declamazioni urlate tipiche del post-industrial più crudo con spegnimento finale su tema para-sinfonico, e dall'altro di clangori di base arricchiti da grugniti sovrimpressi. Con la seguente "The Feast Of Saints Peter And Paul", pezzo estratto da un EP di tre brani del 2010, si torna ad un dark-noise molto cupo e funereo fatto di litanie messe in tensione con rumori martellanti e metallici, mentre la conclusiva "Armagiddion" è una gigantesca suite (in origine lato A di un EP del 2009) in cui si alternano ambientazioni oscure a passaggi quasi improvvisati, procedendo con variazioni tonali minime, intrecci vocali, rimandi percussivi e distorsioni sonore in una sorta di ritualismo lisergico in cui i riverberi mimano i movimenti di una mente preda di estasi e oscure follie. In generale e rispetto ad altre realizzazioni di Burial Hex, si ha una minore adesione al ritualismo che ne ha segnato, nel corso della carriera, il lato migliore, ciò a favore di strutture insistenti e ripetitive lontane da schemi prefissati e mediamente più spigolose del solito. L'assemblaggio dei brani lascia a desiderare, senza una logica precisa e con un paio di EP curiosamente recuperati a metà. Confezione fin troppo scarna con informazioni minime. Per chi può, meglio reperire i titoli originali ancora disponibili a prezzi umani.
Michele Viali
https://burialhex.bandcamp.com/