07-02-2017
ROSARIUM2
"Revelatio"
(Nihil Obstat)
Time: CDr (38:44)
Rating : 8
Il progetto del sardo Alessio Pinna vede la sua chiosa proprio in questi primi giorni di febbraio, arrivato all'album numero 7 ("Apocrypha III - Escathon"), come sette sono le Lettere alle Chiese dell'Apocalisse di San Giovanni, ed al numero di 59 tracce prodotte a partire dall'esordio "Exempla" del 2011, come 59 sono i grani di un rosario standard. Indossate le vesti di Frater Alias, Pinna ha creato negli ultimi anni un universo sonoro unico ed originale, che mescola la sacralità della preghiera o del canto cristiani con l'asprigno impatto sonoro dell'elettronica industriale, del drone e dell'ambient assieme, una dicotomia che accentua il fascino della spiritualità cristiana sulla contemporaneità caotica e complessa. "Revelatio", uscito nel giugno del 2016, risulta a tutt'oggi il migliore dei capitoli che compongono il cammino spirituale del progetto, passato dai minimali quanto ipnotici mantra vocali che componevano il primo album, alle meraviglie sospese ed emozionali delle tracce di "Apocrypha", crescendo con la durezza militar-elettronica di "Imprimatur" e quella più acida ed atmosferica di "Sigillum", sino ai remix e varianti dubstep di vecchi e nuovi brani in "Apocrypha II". Il lavoro porta con sé una chiave di lettura traccia per traccia donata dallo stesso autore, e che non può essere ignorata per capire a fondo la complessità ideologica e compositiva dalla quale scaturisce, facendolo balzare in testa a tutti gli altri lavori in termini di varietà sonora e contenutistica. Ad aprire è un rimaneggiamento dell'Inno Pontificio mescolato con un discorso di Hugo Chavez, con quel sapore marziale che ritroveremo anche nelle tracce successive. Difatti "Commilitones Christi Templique Ultimi" si districa tra tribalismi elettrico-industriali, veste molto più ricercata per il sound del progetto che sceglie un approccio ritmicamente rimarcabile e valente, così come la successiva "V-XI (Iustum Necare Reges Impios)" dilaga attraverso un industrial militante fatto di scrosci percussivi ed un'attenzione melodica onnipresente, mentre la voce di Pinna declama la nota filastrocca canzonatoria sulla "Congiura Delle Polveri" trovandone un parallelismo con il Titulum Crucis - l'INRI impresso sopra Cristo in croce, qui nella versione attribuita ai dissidenti cattolici traducibile come "è giusto far fuori i regnanti dissidenti" -, entrambe formule che dall'iniziale valenza negativa di scherno hanno poi assunto forma di emblema stesso per la missione dei sovversivi che ne sono protagonisti. Altro bell'esperimento dal forte significato è "Ave Regina Pacis", classica preghiera monotonica alla quale Pinna ci ha abituati negli anni, poggiata su di un sottofondo di campionamenti di esplosioni guerresche ben presto sostituite da dolci note allungate di organo, in una rappresentazione della potenza della preghiera che può trasformare la guerra in pace. "Requiem", scritta per una compilation dedicata al ricordo del massacro polacco di Katyn, musica un funerale nel quale il Cielo in lacrime tributa gli onori ad una persona comune, attraverso campionamenti di pioggia e ritmiche di rullante e piatti su sospensioni di organi emozionali, per un effetto militaresco dal sapore agrodolce davvero efficace. "Anathema" viene etichettato dall'autore come pezzo Undarkambient o Unblack Metal, brulicante di riverberi oscuri e possenti di organo che saturano l'aria quando non è impegnato in segnali monotonali estranianti su parche percussioni sporche. "Excercitia Spiritualia" prende invece il testo introduttivo degli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola, figura ammirata dall'autore per il suo essere allo stesso tempo un uomo di chiesa ed un combattente, recitati su tappeti elettronici ed arpeggi acustici minimali e sognanti. "Ave Maria X-12 Multicolor" è una "corona di fiori digitali per Nostra Signora", nella quale la preghiera viene recitata con distorsioni varie e robotiche della voce di Pinna, una versione sci-fi della preghiera davvero originale, che vive di una melodia tutta sua nei diversi cambi tonali. "Stella Maris" omaggia il mare con il campionamento oscuro ed attufato del canto gregoriano "Ave Maris Stella", che venera una Vergine legata al mare, versione meno conosciuta rispetto alla dimensione terrena o celeste che le si affibbia nella maggior parte dei casi. Pezzo denso e buio, che apre la strada alla chiusura di "R0SaRiUm 000B", coacervo di preghiere accatastate e destrutturate dall'effetto ipnotico e terrifico che è sempre stato prerogativa di un progetto unico nel suo genere, in questo frangente arrivato alla massima espressione della sua forma mentis in termini di varietà e sperimentazione insite nelle dieci tracce che lo compongono, ma che va obbligatoriamente approfondito con l'ascolto dell'intera discografia per esserne completamente rapiti.
Lorenzo Nobili
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