01-12-2016
GAAP KVLT
"Jinn"
(Zoharum)
Time: CD (60:46)
Rating : 6
Oscuro e giovane progetto di probabile provenienza polacca, Gaap Kvlt prosegue la sua avventura nell'elettronica sperimentale dopo l'esordio sulla lunga distanza di due anni fa segnato da "Void". Nel nuovo lavoro vengono apportate alcune modifiche stilistiche non indifferenti rispetto al debut. Rimane evidente in più punti un approccio compositivo minimale fatto di toni essenziali, a cui vengono aggiunti adesso temi e sfumature sonore di matrice orientale, ricollegabili al Marocco. Non a caso l'album è dedicato a Paul Bowles, scrittore statunitense profondamente legato alle terre del Nord Africa. In varie tracce ("Prayer", "Abu Kamal", "Peninsula"", "Prayer 8 (Death)") vengono intrecciati riferimenti audio orientali tra cui voci salmodianti, motivi al limite del dub e soundscape che rimandano al deserto ad un imprinting di stampo industrial, fatto che avvicina il progetto a nomi cardine come Muslimgauze o Rapoon, capaci di unire sfumature arabeggianti ed esotiche a strutture sonore prettamente europee. In altri passaggi tale peculiarità viene meno in favore di pulsazioni secche più vicine alla minimal wave ("Larache") o di rumori assemblati in strutture circolari di provenienza tipicamente dark ambient ("Tangsir"), a volte variate da venature elettro-sinfoniche ("Ovidius"). Nel complesso un lavoro che raccoglie in sé più tradizioni sonore cercando di mantenere, soprattutto nella prima parte, un'aderenza tematica che gradualmente svanisce, lasciando traccia del sostrato arabeggiante solo nel bell'artwork e nei titoli. Nulla di nuovo per un disco che rischia di perdersi nei meandri sconfinati dei cloni di genere, valorizzato comunque da un buon supporto tecnico e da una discreta capacità di assemblaggio delle parti utilizzate. 300 le copie prodotte nel tipico elegante ecopak della Zoharum.
Michele Viali
https://soundcloud.com/gaapkvlt