23-07-2016
ATARAXIA
"Ena"
(Infinite Fog Productions)
Time: CD (45:00)
Rating : 8
È con notevole ritardo - sicuramente non voluto - che giungiamo a parlare dell'ultima fatica discografica degli Ataraxia, uscita ormai lo scorso settembre a poco più di un anno dal precedente "Wind At Mount Elo". Aspettando l'imminente nuovo album "Deep Blue Firmament", previsto in uscita a settembre, è per noi un piacere addentrarci in quest'ennesima fatica in studio della storica band emiliana, formatasi ormai trent'anni or sono e giunta ben oltre quota 20 per quanto concerne i lavori di lunga durata, in una impeccabile carriera costellata di uscite memorabili. "Ena", che ha visto i Nostri tornare alla corte dell'ottima label russa Infinite Fog (già produttrice dell'album del 2013 "Spasms"), segna un ritorno alle sonorità più classiche degli Ataraxia dopo le aperture più 'sperimentali' del precedente opus, come il fascino evocativo della title-track evidenzia da subito rimandando alla miglior produzione passata del quartetto. Francesca è sempre quella magnifica e coraggiosa performer in grado di modulare la voce con forza, ardimento, pathos e grazia, pronta in ogni occasione a prendere per mano l'ascoltatore nei viaggi oltre il tempo che le chitarre di Vittorio, le tastiere di Giovanni e le percussioni - in parte anche elettroniche - di Riccardo sanno dipingere con l'abilità di chi padroneggia magistralmente l'arte pittorica, e ne danno ampia dimostrazione sia l'incedere squisitamente regale di "Roy Richart" che il connubio tra forza e delicatezza di "Agnus Dei" (due dei tre motivi tradizionali splendidamente riarrangiati dai Nostri per l'occasione). "Ena" è opera d'immane carica evocativa che, come detto, ci riporta alle vette espressive più alte della band e a quel fascino secolare di cui profuma la loro inebriante Arte, tant'è che riesce difficile immaginare qualcosa di più inconfondibilmente Ataraxia dell'appassionata ballata acustica "La'awiyah", ed il terzo traditional in scaletta - "Magnificat" - non è certo da meno, coi suoi possenti rulli marziali e Giovanni quale ottimo protagonista vocale. La dolcezza folk di "Where The Sea Turns Into Gold" illumina ed avvolge, laddove una "The Bleeding Trunk" più vicina alla forma-canzone svela umori mesti con sentimento ed eleganza; chiude l'album "le Nozze Di Yis", indubbiamente il momento più 'ardito' con le sue cadenze elettroniche in bilico fra sentori eterei e il dream-pop. L'evidente ispirazione e la maestria con cui i brani vengono arrangiati sono chiari segnali di come la fiamma sia ben lungi dall'essersi esaurita, e se dopo trent'anni cotanto amore per la creazione brucia ancora con simile forza dentro a questi magnifici interpreti di una tradizione musicale senza tempo né confini spazio-culturali, si possono solo augurare almeno altri trent'anni di piena salute ed ispirazione ad un'entità artistica che, alla resa dei conti, si può solo ammirare per l'impronta indelebile che è stata in grado di lasciare in tutti gli angoli del globo. Applausi meritatissimi, anche stavolta. Consigliamo vivamente di recuperare una delle due versioni limitate: quella in digibook (380 esemplari) o il sontuoso box in legno (solo 30 le copie disponibili), entrambe contenenti anche un DVD di oltre due ore.
Roberto Alessandro Filippozzi