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Room 104

24-05-2016

IONOPHORE

"Sinter Pools"

Cover IONOPHORE

(Malignant Antibody)

Time: CD (38:19)

Rating : 8

Verosimilmente in pochi conoscono già questo trio radicato negli States e composto da Leila Abdul-Rauf, Ryan Honaker e Jan Hendrich, visto che la cassetta autoprodotta d'esordio del 2014 "Through Light Fractures" è stata rilasciata in soli 50 esemplari e, più in generale, il progetto non si è rivelato 'presenzialista' neppure a livello di compilation. Approdati alla Malignant Antibody - divisione più 'melodica' e 'soft' della ben nota label americana Malignant Records - ognuno col proprio bagaglio d'esperienze (Jan con Qepe, Ryan nei Gift Anon e Leila, oltre che da solista, con diversi progetti di aree sonore anche molto differenti tra loro, fra cui Amber Asylum, Hammers Of Misfortune, Bastard Noise etc...), i tre sono riusciti a mettere ancor meglio a fuoco le mirabili intuizioni del debut, sfruttando a dovere la buona combinazione fra strumenti come tromba, violino, chitarra, basso e le imprescindibili basi sintetiche di matrice dark ambient, industrial e drone. Il risultato colpisce non solo per la raffinatezza delle soluzioni e la qualità di suoni e dettagli (esaltati dal superbo mastering firmato dal navigato Myles Boisen), ma anche e soprattutto per la caratura di brani sempre ricchi di spunti avvincenti. Guidati dalla voce mistico/ectoplasmatica dell'ispirata Leila, gli Ionophore tratteggiano con grande classe i contorni di brani carichi di un fascino oscuro e sfuggente sfruttando tanto l'epicità della tromba quanto le misurate recrudescenze industriali, come svela da subito l'iniziale title-track con la sua sontuosa impennata noisy. Tra le atmosfere plumbee della spettrale "Infantman" ed i riflessi darkwave di una "Underground Man" capace di riverberi minacciosi spunta un gioiello del calibro di "Unchecked", dove il pathos viene sprigionato in dosi massicce tanto nel crescendo industrial quanto nella bella prova vocale di Leila (vera protagonista di un'opera molto affine al suo valido "Insomnia", uscito lo scorso anno sempre per la Malignant Antibody), tra finezze 'rumorose' e melodie sottilissime. Alle ombre scure di "Post" si contrappongono i toni sacrali/divini di "Sequester", cui seguono le macchinazioni ad ampio respiro di una "12 Minutes" dotata di un taglio epico, mentre "Checked" chiude i giochi con movenze più electro-oriented ed un groove educato. Bilancio altamente positivo per un progetto in ascesa e con una chiara visione delle atmosfere da catturare, in grado di traslare con ottimi risultati esperienze industrial-drone-ambientali in un contesto più 'accessibile' e song-oriented senza privarsi di quel fascino filmico tipico di certe oscure sonorità. Decisamente da sentire, senza preclusioni.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://ionophore.bandcamp.com/

http://www.malignantrecords.com/