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Room 104

24-05-2016

LIYR

"Autour Des Ombres"

Cover LIYR

(Rage In Eden)

Time: CD (60:08)

Rating : 6.5

A più di quattro anni dal precedente "Sub Terra Inferis", il progetto di Sven Mann - al secolo Stéphane Ayas - torna col terzo album, praticamente in concomitanza con la nuova fatica dell'altro suo monicker di area marzial-industriale Auswalht. L'attivissimo musicista francese, che oltre ad Auswalht è impegnato anche con l'act di matrice dark ambient Aesterii e quello dark-electro/EBM Embryoid ('figlio' di un passato affine nelle fila dei validi Skoyz), era stato affiancato da Alexandra Nordrac già nella precedente uscita: un assetto a due voci che viene confermato col nuovo album, dove la Nostra è anche autrice delle liriche (purtroppo assenti nello spartano booklet dell'edizione standard in jewel-case). Se in precedenza il progetto si era mosso all'interno delle più classiche coordinate del suono marziale, anche stavolta i confini del genere vengono rispettati e mai neppure lontanamente lambiti, per una formula che gioca sul sicuro senza velleità di ridefinire canoni rigidissimi. Non necessariamente un male, anche perché Sven, unico incaricato della parte strumentale e forte dell'ampia esperienza accumulata sin dagli anni '90, sa orchestrare abilmente le proprie trame fra potenti rulli marziali, spoken words stentoree ed efficaci orchestrazioni sinfoniche. Quel che pesa maggiormente sul risultato finale è la mancanza di reali varianti ed una gamma di soluzioni - soprattutto ritmiche - limitata, e con simili prerogative non è certo facile tenere alta la tensione per ben 14 brani. Tuttavia il suono di Liyr, bellicoso, austero e minaccioso come è lecito attendersi da chi ha fatto della marzialità il proprio credo, saprà allietare - anche in virtù di una produzione dignitosa - quegli ascoltatori che delle filmiche, pompose e belligeranti atmosfere martial-industrial non ne hanno mai abbastanza con momenti apprezzabili quali l'intensa "Freija", la sontuosa title-track, la minacciosa "Der Tod", una "Melanchoelia" quasi regale e la tesa e vorticosa "Semo Sed Ruotua". Per molti ciò sarà più che abbastanza, anche se il genere avrebbe bisogno di maggior audacia nell'osare da parte dei suoi protagonisti, sia per trovare nuova linfa vitale che per uscire dall'evidente appiattimento degli ultimi anni.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://liyrauswalht.bandcamp.com/

http://rageineden.org/