30-04-2016
Z'EV
"Eleven Mirrors To The Light"
(Cold Spring)
Time: CD (77:00)
Rating : 6.5
Il veterano Z'EV chiude con questo album la trilogia riguardante l'esplorazione di concordanze e dissonanze sonore iniziata nel 2009 con "Sum Things" e proseguita nel 2013 con "A Handful Of Elements". "Eleven Mirrors To The Light" è un lavoro che mette in mostra classe e mestiere, notevole se inserito nel grande panorama della sperimentazione post-industriale, più normale se accostato alla maiuscola carriera di Stefan costellata da molteplici sperimentazioni trasversali. L'alchimia dell'autore statunitense è sempre la stessa: modellare un percussionismo istrionico sulle forme di un linguaggio nuovo ed esclusivo fatto di drones, cenni noise e rumorismi allusivi, mix che nessuno riuscirebbe a sviluppare privandosi dell'elettronica. I rumori parlanti del disco creano una soundtrack lisergica che riesce a mimare tanto i sentori naturali quanto i flussi da cosmic-music, delineando le fattezze di un caleidoscopio emozionale. Tutto è percorso da un soffio di ermetica sacralità, perpetuata da una numerologia non casuale che vede 11 tracce sviluppate per 7 minuti ciascuna. Toni caldi e freddi, affastellamenti che conducono a riferimenti ambientali, incursioni tonali che ricordano una fresa in piena attività diventano spunti per ascendenze sonore e sviluppi lineari sconfinati. Alla fine del tutto scintillano le luci di qualcosa di superiore ("Marama") o i gorghi perpetui di un buco nero ("Mirall"), spalancando le porte ad interrogativi che difficilmente possono scaturire da un suono. Se da un lato "Eleven..." nulla aggiunge a quanto già espresso da Z'EV, dall'altro è impossibile non rimanere piacevolmente coinvolti dalla grande cattedrale sonica, ulteriore tassello per i tanti appassionati di Z'EV. Confezione povera ed economica in jewel-case, accompagnata da un inserto minimo e da un artwork naturalistico a tema.
Michele Viali