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Room 108

01-03-2016

VIRIDANSE

"Viridanse"

Cover VIRIDANSE

(Danze Moderne/Fonoarte)

Time: CD (61:29)

Rating : 7.5

La storia dei piemontesi Viridanse comincia molto tempo fa, durante gli anni nei quali la new wave attecchì prepotentemente su suolo italiano nella figura di gruppi come Diaframma, Litfiba o Pankow. Reduci dal progetto Blaue Reiter, il bassista Flavio Gemma ed il cantante Paolo Boveri decidono di dire la loro all'interno di questa scena sempre più dilagante. Nascono così i Viridanse, che con il loro EP d'esordio datato 1984 "Benvenuto Cellini", inciso per la storica etichetta Contempo assieme ai nuovi compagni Enrico Ferraris ed Antonello Debellis, rispettivamente chitarra e batteria, entrano ufficialmente tra le formazioni più rappresentative della scena wave italiana grazie al loro sound darkwave/post-punk sporco ed i testi in italiano sentiti e malinconici. A questa pietra miliare della scena italiana segue anche un lavoro sulla lunga durata, "Mediterranea", uscito nel 1985 e vera consacrazione del progetto a pilastro della nuova ondata musicale in Italia. Dopo una frenetica attività live, coadiuvata da svariate apparizioni televisive, il quartetto alessandrino comincia a dedicarsi ad un secondo album, che però non vedrà mai la luce per via di alcuni screzi con la Contempo e di una generale disillusione che oramai si era impadronita della band. Nel 1988 i Viridanse si sciolgono. Risorti dalle proprie ceneri nel 2014 in occasione di un concerto nella loro provincia nel quale hanno spalleggiato sul palco i Diaframma, gli unici reduci della formazione originale, Flavio Gemma ed Enrico Ferraris, decidono di riesumare il progetto cominciando a lavorare su di un album omonimo che vede la luce lo scorso novembre, aiutati dai nuovi compagni di viaggio Gianluca Piscitiello alla voce, Fabrizio Calabrese alla batteria e Giancarlo Sansone alle tastiere. L'album, più che suonare come un successore del suo lontanissimo precursore, si rivela essere una vera e propria rinascita prorompente che rinnova totalmente lo stilema musicale targato Viridanse, fautori di un'opera che è un grido possente che marca un ritorno solido ed inattaccabile sulla scena italiana, attraverso accorgimenti stilistici vecchi e nuovi. Li vediamo nell'apertura prorompente di "Disordine", un abbraccio appassionato all'alternative rock pregno di riferimenti alla scena italiana del genere, danza cadenzata di percussioni e chitarre granitiche a braccetto con testi visionari ed intimisti, dal sapore grunge verso il finale; o nel tour de force di "Samsara", uno dei pezzi più rappresentativi dei redivivi e rinnovati Viridanse, nove minuti che aprono con linee di basso espanse poi in baluginii chitarristici tipici dell'ondata wave contemporanea, orecchiabili ed impressivi, fatti indurire a tratti da una rocciosa attitudine cadenzata riscontrabile anche nella voce del leader, terminando in arabeschi progressive dove basso, tastiere, chitarre ed acuti vocalizzi si prodigano in una danza eseguita ad arte nella quale vecchio e nuovo trovano un punto di contatto meravigliosamente orchestrato. Ancora attaccamento al passato nelle ridondanti ritmiche di "Cambierai", tra marce percussive post-punk incessanti e graffianti riff taglienti sul finale, e nella rediviva "Ixaxar", già presente nel primo album e qui riproposta attraverso passaggi di apertura tipicamente electro-ambient risucchiati poi dai tristi e lenti vortici di una chitarra puramente darkwave, tra un incedere percussivo sempre presente e viscerali vocalità ispirate, senza tralasciare certi passaggi progressivi che sbocciano dalla lineare potenza generale. Si continua in questo viaggio all'insegna di un'espressività tonante ed indelebile con le derive gothic rock riscontrabili nel duetto di synth e chitarre di "Martire Di Sabbia", elemento quest'ultimo, assieme alla versatile voce del frontman capace di spaziare da toni caldi a viscerali urla, perno dell'intera opera. Quando lo struggente commiato di "Credi" ci investe un'ultima volta, capiamo di trovarci di fronte ad una possente opera rock contemporanea dalle mille sfaccettature, un ritorno che fa nuovamente la storia come la fece anni fa, frutto di una voglia di esprimersi in musica sopita per troppo tempo ed ora finalmente, e prepotentemente, sfogata. Menzione particolare va anche alle splendide opere surreali di Antonio De Nardis e Roberta Pizzorno che decorano il booklet del CD, ulteriore segno di ricercatezza artistica al di là del suono che segna un altro punto a favore alla resa generale.

Lorenzo Nobili

 

http://www.viridanse.com/

http://fonoarteblog.blogspot.it/