18-01-2016
M-BRANE
"Omega"
(Dusty Buddha Recordings/Selenophonia)
Time: CDr (54:42)
Rating : 7
Prima del più recente Haze, il pavese Croce fondò nel biennio 2005-2006 un primo progetto sperimentale assieme al chitarrista suo concittadino Davide Quaroni, già membro della band di metal estremo Necroart. Forte di una componente intrinseca molto articolata e complessa, com'è prerogativa del suo progetto solista attuale, il duo M-Brane confezionò quest'unica opera volta a rivivere attraverso sonorità ostiche come la chitarra drone/doom, sospensioni noise e space ambient ed elementi power electronics, il diniego verso il mondo umano ed il progressivo allontanamento da esso verso le alte sfere cosmiche, dalle quali ci ritroviamo ad osservare la fine dell'ultimo Kali Yuga, richiamo alla filosofia induista che tanto influenza Croce. Tanti gli elementi da mettere in evidenza, a cominciare dal nome stesso del progetto - riferimento alla Teoria M della fisica teorica -, il titolo dell'opera e tutti i significati che l'Omega porta con sé, e soprattutto la cura nel confezionamento dell'album, già vista in precedenza con l'esordio a nome Haze. Anche stavolta il packaging è curato da Luigi Maria Mennella, consistente in una busta in simil-broccato con chiusura a spirale e sovra-copertina lucida, con all'interno un mini poster A3 contenente i crediti ed un CDr porpora limitato a 50 esemplari. Si tratta infine di una ristampa del lavoro originale - oramai esaurito da tempo ed anch'esso limitato a 50 copie - con artwork rinnovato, uscita nell'agosto del 2014 sempre in collaborazione con la Dusty Buddha di Croce e Selenophonia di Mennella. Come sempre l'album funziona come un viaggio sonico che può essere esterno o interno a noi, a seconda dell'approccio personale che utilizzeremo nell'affrontare un'opera ostica e prorompente come "Omega". Abbandonate certe ricercatezze più orecchiabili ed atmosferiche presenti nei lavori a nome Haze, il Croce degli esordi lascia sfogare liberamente il suo lato animalesco e rumorista, imbastendo un album che viaggia attraverso tre lunghi movimenti dalla precisa ragion d'essere: l'iniziale "Commiserating Life Yet Honouring The Beyond And The Other Spheres" - suite più lunga delle tre - si dipana attraverso la chitarra di Davide e la sua collosa ed opprimente marcia dronica dalla cadenzata pesantezza doom, quasi mezz'ora di ondate elettriche pantagrueliche e devastanti che nel finale vengono raggiunte da uno spoken word distorto ed impegnato in un'elegia della nullificazione, dell'abbandono della propria prigione corporea verso l'Oltre e l'Assoluta Verità insiti nei meandri infiniti del cosmo. Sonorizzato il caos della caduta del mondo terreno, la nostra ascesa verso lidi cosmici salvifici continua con il secondo movimento, "The Cosmos, Now", viaggio sonoro attraverso il minaccioso complesso di stelle e pianeti traducibile nelle sospensioni noise di apertura, superati i quali ci ritroviamo a fluttuare nell'immenso vuoto dell'Universo, aggrappati ad incalzanti svolazzi ambient, luminescenti quanto oscuri nel loro palesarsi mistico ed ipnoticamente teso. A concludere il trittico è "Serpe (La Grande)", composta da insistenti e penetranti pulsazioni ostili, che nel loro ritmico palesarsi sferzano i timpani con acuti lampi cosmici e possenti rimbombi ovattati, in un crescendo inarrestabile riconducibile al battere incessante di un gong siderale il cui suono si spande in onde divergenti attraverso il buio universo. Il finale è lasciato al palesarsi di mareggiate power electronics graffianti e penetranti, un apice sonico dalla devastante presenza che annienta e disorienta col suo ribollire lacerante e torturatore, suggello annichilente che ci mostra la fine della realtà fisica, la vittoria della cosmologia sulla mera fisicità tangibile, traguardo di un viaggio ostico che tanto ha da creare ed evocare tra i suoi suoni perigliosi, come da sempre fa la musica di Croce.
Lorenzo Nobili