23-10-2015
HIROSHIMA MON AMOUR
"Australasia"
(Danze Moderne/Fonoarte)
Time: CD (36:13)
Rating : 8
È una lunga storia quella degli Hiroshima Mon Amour, una storia che parte a metà degli anni '90 dalla città abruzzese di Teramo, una classica realtà di provincia lontana dalle coordinate di certa musica alternativa, ma dove il sacro fuoco della sperimentazione e dell'innovazione cova spesso sotto la cenere. Una storia tormentata la loro, fatta di pochi album e tanta attività live, fra interruzioni e cambi di line-up che non hanno però influenzato il valore artistico della loro proposta. Adesso, a quattro anni da quel "Quinta Stagione" che sanciva un allontanamento dalla wave asettica ed elettronica a favore di un suono più chitarristico, esce questo "Australasia", in cui i nostri confermano le atmosfere del precedente album aggiungendo un pizzico di eclettismo. Probabilmente tutto ciò è reso possibile dal cambiamento quasi totale della line-up rispetto agli esordi: l'unico superstite Carlo Furii (voce e tastiere) è stato per l'occasione accompagnato da Massimo Di Gaetano alla chitarra, Marcello Malatesta (basso, voce e tastiere) e dal batterista e percussionista Livio Rapini. Il risultato è quello di una new wave contaminata che sfocia a volte nel pop sintetico e a volte nell'elettronica minimalista, strizzando l'occhio agli anni '80 senza copiarne gli stilemi. La caratteristica predominante del lavoro è l'intreccio tra chitarra e tastiere, che accompagna molti dei brani presenti in scaletta, come "Uomo Allo Specchio" o "Disco", sempre sostenuti dai testi intelligenti e mai banali declamati da Furii. Il climax della combinazione chitarra/tastiere si raggiunge con la bellissima "Catene", fra le cose migliori dell'album e forse dell'intera carriera del gruppo. Ma "Australasia" non è solo chitarre e tastiere wave: in esso ci sono anche momenti introspettivi come nella conclusiva "Io Sono Qui", esotismi assortisti come nella title-track e partiture minimaliste ma al tempo stesso evocative ed emozionanti come in "Suggestione", altro top del disco. "Australasia" è quindi un disco compatto, completo e maturo, che si ispira agli anni '80 come periodo aureo della new wave, pur mantenendosi a debita distanza da essi. Nella musica degli Hiroshima Mon Amour non c'è nulla di artificioso, ma c'è solo la schiettezza di chi vede il mondo con occhi disincantati ma non rassegnati, occhi che celano uno spirito arguto e curioso. Quello stesso spirito che ha portato Furii e compagni a scrivere, dopo 20 anni dalla nascita, uno dei dischi più significativi della loro carriera.
Ferruccio Filippi
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