18-05-2015
SIMON BALESTRAZZI
"Ultrasonic Bathing Apparatus"
(Sincope)
Time: (42:25)
Rating : 7
Difficile se non impossibile definire in modo univoco l'opera di Simon Balestrazzi, soprattutto se si prendono in esame le sue ultime produzioni che, di proposito e in maniera del tutto riuscita, si collocano nel limbo indefinito del suono sperimentale oltre le tante barriere dei generi e delle catalogazioni. Attualmente il compositore parmense ha dato vita in più occasioni ad un melange elettronico che si avvale anche di field recordings, strumenti usuali ed altri preparati o modificati all'uopo, coniato con alle spalle un background compositivo ultratrentennale. "Ultrasonic Bathing Apparatus" è la punta di un iceberg da scoprire, ma anche un punto di arrivo nel tentativo compiuto di non ripetersi e non ripetere quanto fatto da altri. Se da un lato rimane chiara una matrice astratta in cui frammenti tonali si perdono e si ritrovano formando un universo gelido in cui tutto ruota ordinato alla deriva, dall'altro emergono passaggi singolari come "In My Own Transfigured Time", in cui modificando strumenti e macchinari (il piano preparato, il metronomo rotto) si crea un'improvvisazione di note scomposte amelodiche ma non rumorose, oppure "Oscillation", dove le ritmiche vengono generate da un curioso intreccio strumentale. Permane in alcuni frangenti un'eco oscura e dronica (su tutte la conclusiva "Last Immersion"), forse l'unico vero leit-motiv che in misura variabile ha accompagnato ogni uscita di Simon. In assoluto l'album si concretizza in una costante esplorazione delle possibilità audio interconnesse alla modernità e al passato, alla realtà e alla modifica di essa. Un tentativo di comunicare attraverso l'essenza dell'incomunicabilità, plasmando una voce dal caos. Solo 200 le copie realizzate e accompagnate da un lineare digisleeve apribile.
Michele Viali
http://sincoperec.altervista.org/