Logo DarkRoom Magazine
Darkroom List menu Room101 Room102 Room103 Room104 Room105 Room106 Room107 Room108 Room109 Reception
SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO

Mailing-List:

Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista


 

Cerca nel sito



Room 108

09-05-2015

A HAPPY DEATH./SHIVER

"split"

Cover A HAPPY DEATH./SHIVER

(Diazepam/Angst)

Time: (40:00)

Rating : 7

Nastro split realizzato dai rispettivi gestori delle etichette coinvolte nella produzione: da una parte A Happy Death., capitanato da Antonio Olivieri, titolare della romana Angst, e dall'altra Shiver, al secolo Mauro Sciaccaluga, proprietario dell'ottima Diazepam di stanza a Genova. Entrambi producono e realizzano materiale di stampo post-industrial e noise, rozzo quanto basta per attrarre, da vari anni a questa parte, le attenzioni del pubblico più esigente della grey area. Un lato a testa dedicato a sentori mortiferi evidenti, prima che nei suoni, nei titoli lugubri e duri. A Happy Death. rappresenta l'aspetto più ferino del disco, con due brani introdotti da campane a morte e da un eloquente sample filmico. I pezzi si dipanano attraverso esplosioni di cacofonie esemplate in toni che mimano una raspa intenta a limare l'asfalto con sadica lentezza, o su gorghi rumoristici che interessano sia frequenze basse che stridenti venature alte. Una sorta di concerto per motori in piena attività accostati a urticanti graffi audio e urla lancinanti, il tutto registrato con il gusto di voler saturare ogni spazio tonale. Shiver appare più artistico e meno truce del suo degno compare. Se l'avvio si attesta su coordinate power-electro che sembrano uscire dal collo di una bottiglia ("Waiting"), successivamente si opta per il contrasto tra melodie nervose e noise distruttivo ("You Are Already Ashes"), basi lineari e monocordi con voci ovattate in stile primi Genocide Organ ("Wandering") e sferzate elettrificate, ancora con puntate semi-melodiche, ma condite da un'eco retrò dal sapore 70s ("I Want To Die Alone"). Se un progetto appare maggiormente uniforme e diretto, l'altro sembra essere più attento alle sfumature rumoristico-ambientali, mentre il filo conduttore dell'opera rimane la passione per il noise malsano, strutturato per evocare immagini di sofferenza ben trasposte nei martoriati timpani dell'ascoltatore. Confezione deliziosa corredata di J-card essenziale e busta cartonata apribile di formato A5, in linea con lo stile grafico che fu già di etichette come Slaughter e Old Europa Cafe. Edizione limitata a 100 copie.

Michele Viali

 

http://dzpm.blogspot.it/

http://angstrecords.blogspot.it/