31-05-2014
COIL/NINE INCH NAILS
"Recoiled"
(Cold Spring)
Time: (39:29)
Rating : 7.5
La prima impressione che viene in mente vedendo questo CD è quella di essere davanti ad un'intelligente operazione commerciale, considerando quanti negli ultimi anni hanno lucrato in modo più o meno lecito sull'arte dei defunti Coil. Ma credo che, al di là delle impressioni immediate, vadano fatti dei distinguo tra "Recoiled" e altri titoli in cui Balance e Cristopherson sono stati coinvolti post mortem. Innanzitutto l'amicizia e la collaborazione artistica di lunga data che legava i nostri a Trent Reznor, nonché la sana passione che lo stesso Reznor nutre verso i prodotti dei due musicisti inglesi e verso la scena industriale (quella vera!) in generale. Detto questo, "Recoiled" appare come il tassello conclusivo delle varie partecipazioni in veste di remixer che gli autori di "Horse Rotorvator" hanno siglato negli ormai celebri 'side-album' a firma Nine Inch Nails. Ad essere precisi compaiono in questa definitiva occasione Peter Cristopherson e Danny Hide, quest'ultimo già collaboratore dei Coil e di altri nomi importanti della scena come Psychic TV e gli stessi Nine Inch Nails. I cinque brani del disco risalgono agli anni '90 e vedono interpretazioni/variazioni di una traccia originariamente apparsa nell'EP "Broken" del 1992 (già trattata dai Coil nell'EP "Fixed") e di ben quattro temi editi nel celebre "The Downward Spiral" del 1994 (anche in questo caso due pezzi furono già trattati da Balance e Cristopherson per l'EP "Further Down The Spiral"). Tutto il materiale, ad eccezione della conclusiva "Eraser (Baby Alarm Remix)", risulta già disponibile in download sotto la dicitura "Uncoiled". Sul piano artistico il pezzo più interessante e dotato di maggior compiutezza è la versione "[Unrecalled]" di "Closer" approntata per il film "Seven", sorta di unhit-single molto cupa. Gli altri pezzi, più votati alla sperimentazione unpop, hanno le fattezze di ruvidi bassorilievi sonori al cui magnetismo è difficile sottrarsi. In generale si segue la scia (ben nota agli appassionati) di elettrificare e rileggere in chiave industrial-rumorosa il rock moderno di Reznor, mantendosi a metà strada tra il recupero dei motivi originali e la lacerazione tonale. Nonostante la datazione dei brani ci riporti ad un periodo in cui i computer non avevano ancora invaso il territorio musicale, la qualità tecnico-artistica che ne risulta è nettamente superiore a quella di un qualsiasi lavoro moderno eseguito con un laptop. L'attenzione richiamata da un titolo del genere viene opportunamente sfruttata dai produttori, che non esitano a riempire il mercato di una grossa quantità di versioni (oltre al CD ne dovrebbero circolare tre diverse in vinile), ma credo che anche questo rientri nello stile degli artisti chiamati in causa e in quello dell'intera scena. Lavoro che stimola emozioni e nostalgie in chi seguiva 20 anni fa questo tipo di produzioni, estemporanea lectio magistralis per chi oggi 'gioca' a fare musica coi pc. Forse il primo recupero a nome Coil fatto con passione e sincero affetto.
Michele Viali