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Room 108

05-05-2014

LUPI GLADIUS

"Veritas"

Cover LUPI GLADIUS

(SPQR)

Time: (34:31)

Rating : 9

Nati da una costola degli Hidden Place, i Lupi Gladius iniziarono la loro attività nel 2003 quando misero a punto un demo lasciato nel cassetto fino al 2013, anno in cui fu rivisto e stampato dalla Castellum Stoufenburc riscontrando un inatteso successo. Sebbene gli albori collocassero la band lucana nel grande marasma neofolk, presto reinterpretato alla luce di nuove esigenze compositive, con il nuovo full-lentgh "Veritas" i Nostri riescono ad arrivare alla completa maturazione sviluppando un incrocio tra toni acustici, ritmiche new wave in odore di anni '80 e partiture divise tra il gelo sintetico e il calore di alcuni strumenti tradizionali. È così che viene a crearsi un album fresco e innovativo, ricco di linfa vitale riscontrabile soprattutto in melodie immediate e gestite con ottima capacità esecutiva. La fisarmonica, a cui viene affidata l'intro "Sulle Rive Del Basento" e parte degli arrangiamenti, dà un tocco localistico che viene accostato sia ad orchestrazioni malinconiche prossime a certi pezzi dei Kirlian Camera, sia ad un apparato acustico-strumentale che non può non ricordare progetti come Argine ed Egida Aurea. Oltre ad un plumbeo velo di nostalgia, dagli otto brani emerge un profondo senso di rovina e precarietà finalizzato a descrivere situazioni in bilico e ad immortalare una società sull'orlo del tramonto; i battiti wave sembrano invece incarnare quella forza che aiuta a non soccombere nel nulla imperante, a restare in piedi in cerca di qualcosa che possa ancora trasmettere stabilità. Diego Banchero firma, oltre al mastering, tutti i testi ritrovando il graffio provocatorio che aveva segnato le prime liriche di Egida Aurea, affidandosi a pensieri diretti e crudi che non lasciano spazio ad interpretazione e rappresentano la perla aggiunta di un album esemplare. Mai titolo fu più consono per chi cerca di svelare coi suoni la "Veritas" che in troppi non vogliono vedere. Lavoro denso di significati e di spunti stilistici, sicuramente da collocare tra le uscite di maggior rilievo della scena italica indipendente. Un grido di disperazione fissato su disco e una luce fulgida per i tanti che necessitano di essere scossi dal torpore.

Michele Viali

 

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