05-05-2014
NID
"A Fair Masquerade"
(La Esencia)
Time: (61:20)
Rating : 8
L'Italia ha una tradizione consolidata di gruppi che hanno interpretato il neofolk non copiando pedissequamente certi esili schemi di pochi accordi che hanno raccolto consensi nella Mitteleuropa, ma mettendo in evidenza una capacità strumentale sopra la media che ha permesso loro di spingersi ben oltre l'essenzialità di uno stile che ha offerto i riflettori anche a gente dalle abilità tecniche sotto la media. Sono molti gli esempi che potremmo qui citare (Camerata Mediolanense, Argine, Lia Fail etc...), la cui ricchezza di soluzioni ha portato linfa vitale al neofolk tricolore ed ha fatto breccia anche nel resto d'Europa, e senza dubbio i pugliesi NID hanno le carte in regola per unirsi a questa rispettabile cerchia. Formatisi nel 2011 ed autori nello stesso anno dell'EP digitale "Nature In Disguise", i quattro musicisti si sono guadagnati il supporto di un'etichetta dall'attività non fitta ma di qualità come la spagnola La Esencia, la quale ha consentito alla band di debuttare in grande stile con un lavoro splendidamente confezionato in un digipack a sei pannelli completo di intrigante booklet, per un'edizione limitata a 500 copie. Più che da certi minimali menestrelli, i NID si lasciano ispirare dalle cose strumentalmente più alte di calibri come Sol Invictus, :Of The Wand And The Moon:, Darkwood e Neutral, intessendo trame ricche di soluzioni sicuramente non nuove, ma interpretate magnificamente e combinate al meglio con un gusto per la melodia ed un pathos sempre palpabili. Privi di reali percussioni (abilmente ricreate però dal programming di Alessandro Mangione), i brani dei NID si fregiano del raffinato ed emozionante lavoro alla chitarra acustica di Luca Mazzotta, col basso di Cosimo Barbaro a creare gli sfondi più adatti assieme al synth di Luca Attanasio, quest'ultimo anche autore della convincente prova vocale di cui beneficia l'intera opera. Un disco che sfora l'ora di durata senza mai mostrare la corda, dalla solenne introduzione "1-982" sino alla dolce melodia che prelude ai bei ricami acustici della conclusiva "White Rooms", fra emozionante dolcezza e severità marziale, arioso impeto dell'anima e magnetica intensità. Non mancano momenti davvero sontuosi come "Shattered Flowers", tesa nel ritmo con beat elettronici e suoni fascinosi che richiamano i Kirlian Camera, o "North's Fire", scura e perfetta per mettere in risalto l'abilità dei Nostri nello sfruttare i samples con gusto, o il tributo alla nostra lingua "Ultimo", mesto all'altezza dello spoken word ma capace di accendersi con fare marziale, o ancora "Always", coi sussurri femminili e la voce di Luca a intrecciarsi in un vortice melodico che rimanda agli Ordo Rosarius Equilibrio, e poi l'ariosa "Golden Beast" (ripresa dall'EP, come anche "Again"), il cui ottimo refrain parla da solo, nonché una "Loss" che sfoggia un'ottima coralità ed una costruzione mirabilmente curata. Tante importanti qualità per una band che ha dalla sua delle capacità tecniche e compositive superiori alla media, che di certo non passeranno in sordina: "A Fair Masquerade" è un esordio da non perdere.
Roberto Alessandro Filippozzi
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