21-04-2014
ARTCORE MACHINE
"Lamina"
(Xonar Records)
Time: (54:50)
Rating : 7.5
Dopo aver recuperato in sede di recensione il notevole EP "This Isolation", giungiamo finalmente a parlare di "Lamina", secondo album del duo di Rovigo rilasciato a gennaio nel formato digitale, oltre che in una pregevole edizione CD (limitata a soli 50 esemplari numerati a mano) in confezione A5. Intesa come traccia, "This Isolation" si era rivelata un'ottima apripista per "Lamina", in quanto foriera delle migliori peculiarità del progetto, ma con un dinamismo ideale per i dancefloor più ardimentosi. Nel nuovo full-length essa (ovviamente nella sua versione strumentale, come rimane prerogativa del progetto) rappresenta infatti l'episodio più accessibile, in un contesto perfettamente coerente coi trascorsi del duo, ma oggi più orientato verso un sound rhythmic-industrial che non rinuncia a gustose varianti e ad un'intelligenza di fondo sconosciuta a chi guarda esclusivamente ai club. Siamo sicuramente lontani dal quadrato fragore tutto muscoli e impatto frontale di gente come S.A.M. o Phosgore, ed in buona sostanza anche dalla distorta ballabilità di Asche: gli Artcore Machine giocano una mano sovraccaricata di tensione ed intensità, ma nel pieno controllo di una matrice realmente industriale e noisy, sfruttata al meglio per trasmettere tutto il nervosismo che ritmiche così taglienti e concitate possono convogliare. Moreno Padoan e Roberto Beltrame sanno martellare senza pietà quando serve (l'abrasiva "Exon", la fragorosa "Retina Dentata" ed una "Testa / Coda" che deflagra letteralmente dopo un attimo di silenzio), per poi rincarare la dose a colpi di scudisciate industrial tremendamente opprimenti (il caos organizzato di "Overload Engine", la devastante durezza di "Genes" e le furiose scariche della conclusiva "Killer T"). Ma, come detto, "Lamina" non è solo muscoli e devastazione, e a dimostrarlo troviamo episodi come "Alfa Elica" (più atmosferica nei suoi splendidi suoni e nella ricercatezza ritmica in orbita IDM), "Molecula" (ipnotica nelle sue movenze acquose) ed "Heliquod" (raffinata e sottile song che prende vita con fare cerebrale e con stile), ottimi esempi della versatilità compositiva dei Nostri. La solida e calzante produzione è la fatidica ciliegina sulla torta in un lavoro ben riuscito, che legittima il duo ad ambire a raggiungere i livelli (sia qualitativi che di popolarità) di pesi massimi del 'rumore ritmico' come W.A.S.T.E. e The Outside Agency: la strada intrapresa è quella giusta.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://artcoremachine.blogspot.it/
https://soundcloud.com/xonar-records