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Room 104

31-03-2014

HYBRYDS

"Music For Rituals"

Cover HYBRYDS

(Zoharum)

Time: CD 1 (77:53); CD 2 (74:29)

Rating : 8.5

Torna a rivivere "Music For Rituals", gioiello ritual-industriale dei primi anni '90. La Zoharum ne pubblica una expanded version confezionata in un massiccio digipak, contenente anche un secondo dischetto con rarità e materiale inedito. L'album segnava la seconda fatica discografica sulla lunga distanza del collettivo belga Hybryds, di fatto uno dei tanti inclassificabili progetti di fine anni '80 che raccoglievano dalle ceneri di un grande passato i semi per la creazione di qualcosa di nuovo. I primi lavori della band rappresentano forse la parte più geniale e innovativa di una carriera che non è stata un esempio di uniformità, segnata da varie sperimentazioni e cambi di rotta alla costante ricerca di una diversità che, di questi tempi, farebbe paura. Stilisticamente l'album è il gemello del debut "Mythical Music From The 21st Century", anch'esso ristampato di recente dalla Zoharum. Tecnicamente entrambi i titoli possono essere definiti come 'mail art music': musica raccolta in luoghi diversi e da gente diversa, successivamente rielaborata con un registratore multitraccia (nella fattispecie un 'vecchio' TASCAM a quattro tracce). Dalla sovrapposizione delle registrazioni nascevano questi splendidi lavori che incrociavano, con piglio lo-fi, tonalità etniche e sentori industriali, dando luogo ad un genere che non avrà mai un seguito preciso. Le similitudini sono possibili con i coevi The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud, con Zero Kama o anche coi Voice Of Eye, o ancora con Allerseelen e coi giapponesi Vasilisk, a prescindere dai metodi di composizione completamente diversi che intercorrono tra un progetto e l'altro. Iniziava così l'esplorazione della magia rituale da parte della nuova grey area: un'evoluzione di quella oscurità che negli anni '80 si sapeva meglio concedere al grande pubblico, e che adesso si addentrava in tematiche e soluzioni molto più ostiche, figlie dei primi Psychic TV. I 16 brani si basano su una circolarità tribale fatta di percussioni, linee para-melodiche ossessive, litanie ancestrali e piccoli rumori evocativi. La ripetizione dei singoli elementi sovrapposti crea uno stato di trance mistica, base per quella "musica mitica del XXI secolo" veicolo di conoscenza interna e legame tra la cultura antica e quella contemporanea. Ad arricchire la già consistente opera abbiamo un secondo CD composto da cinque tracce risalenti ad un periodo antecedente l'album, compreso tra il 1983 e il 1988. Il clou è costituito dalle due lunghe tracce "Saxapulations" e "Soundpainting Part 2", messe a punto in collaborazione con il sassofonista Barry Edgar Pilcher (in seguito membro fisso degli Hybryds): qui il sax si fonde con i delay di una Korg creando un'aura magica inimmaginabile e, nonostante i tempi (erano ancora gli anni '80), molto più efficace di tanti esperimenti odierni supportati dai software. I pezzi furono stampati in una compilation della 3RioTapes, label della band, insieme ad "Azjemz", altro breve brano perfettamente in linea con il gusto espresso nell'opera. Altrettanto aderente alle ritmiche tribali è l'inedito "Crowds Of People", realizzato insieme ad Alpha Project, mentre ben più curioso appare lo sterminato "Girl Hunter": circa mezz'ora di suoni sperimentali che ripercorrono la collaborazione involontaria ed estemporanea con un certo Michel, tra note di koto, campionamenti da film sadomaso e qualche inserimento di violoncello, per un risultato orientaleggiante e seducente. Se da un lato "Music For Rituals" rimane un lavoro imperdibile per chi ancora non l'ha ascoltato, dall'altra questa edizione allargata farà gola anche a chi possiede la pubblicazione originaria del 1992, data la notevole caratura del materiale inedito e recuperato. Ad avvalorare il tutto concorre anche una bella veste grafica, che rivede con gusto artwork e simbologia della band. Un titolo esemplare oggi come allora.

Michele Viali

 

http://www.hybryds.be/

http://zoharum.com/