31-03-2014
ARTCORE MACHINE
"This Isolation"
(Xonar Records)
Time: (37:07)
Rating : 7.5
Avevamo lasciato il duo di Rovigo a fine 2010 col primo full-length "Polybius", cui era seguito un anno dopo il remix-album "Polymixed". I segnali lanciati con la cervellotica e ricercata elettronica strumentale di "Polybius" erano stati senza dubbio incoraggianti, e solo lo scorso settembre Moreno Padoan e Roberto Beltrame sono finalmente tornati per dare un seguito alle buone prove della ancor giovane carriera di Artcore Machine, segnatamente con un EP che funge da 'antipasto' per il nuovo album "Lamina" (al momento già uscito, e di cui parleremo presto). Di tale EP, edito solamente in formato digitale, ci occupiamo ora proprio per introdurre a dovere l'album, sul quale ritroveremo la title-track nella sua versione strumentale. La peculiarità della versione di "This Isolation" attorno a cui ruota l'EP è quella di ospitare la voce di Evan Friedel, noto produttore/musicista/tecnico del suono e sound designer americano dotato di un timbro pulito ed efficace in ottica synthpop e/o future-pop. Detto che l'EP include sia la 'instrumental version' che la versione coi cantati, "This Isolation" brilla per il groove vorticoso e per un modernismo scattante che ne fanno una possibile hit dai toni aggrotech, e le vocals di Evan funzionano a dovere sia nelle strofe che sul refrain, per quella che può dirsi una traccia azzeccata e con del potenziale ben espresso. Il brano viene proposto anche in cinque remix, ed i primi tre risultano davvero ottimi e intriganti: la song assume raffinate ma solide fattezze synthpop nella rilettura ben dotata di groove dei Blank, mentre i First Black Pope infondono durezza e ruvidità in chiave danceable, puntando dritti ai club e filtrando le vocals in una chiave a loro più consona; molto bene anche Kreyk, il cui mix macchinoso e industriale piace per i suoi toni arcigni. Valida anche la concitata rilettura di TemplezOne, scattante e scura in chiave future-pop, mentre otur | boyd si produce in un remix a dir poco strabordante nei suoi toni dance volutamente eccessivi, fracassoni, harsh e noisy; chiude l'EP la traccia inedita "Worms In My Head (Mob)", buon 'groviglio' di rumori industriali e sintetici che incarna il lato più imperscrutabile degli Artcore Machine. Un EP molto ben assortito e ricco di materiale degno di nota, che a nostro avviso avrebbe meritato anche la stampa nel formato fisico: non sottovalutatelo.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://artcoremachine.blogspot.it/
https://soundcloud.com/xonar-records