21-03-2014
HALO MANASH
"Wesieni Wainajat"
(Aural Hypnox)
Time: (39:13)
Rating : 7.5
Torna finalmente alla piena operatività la finlandese Aural Hypnox, etichetta che ha fornito dal 2004 in avanti il più consono asilo ai progetti del 'Collettivo Helixes' (in quasi tutti milita Antti Haapapuro, fondatore della label stessa), ma che dopo il 2009 sembrava trovarsi in un momento di defaillance, vista anche la sospetta migrazione di Arktau Eos alla corte della Svart Records. Sul finire del 2013 è invece iniziato un nuovo ciclo per la label finnica, che è tornata in attività con diverse uscite, fra cui la nona fatica complessiva per Halo Manash, uno dei migliori progetti del roster di un'etichetta che ha svolto e continua a svolgere un lavoro importantissimo per le sonorità ritual-ambientali più legate agli elementi. Per l'occasione Halo Manash torna ad essere un trio, come agli albori ma con una lieve variazione di personale, per un lavoro facente capo alla serie 'Underworld Editions' recentemente inaugurata dalla Aural Hypnox: in pratica le registrazioni live di sedute private tenutesi presso la loggia sotterranea che lo stesso Helixes Collective utilizza, dove di volta in volta gli invitati possono variare a prescindere dalle line-up dei progetti che poi firmeranno le uscite, sempre con le finalità nobili di chi ha indirizzato la propria vita e la propria arte verso le più profonde ricerche spirituali e la piena comunione con gli elementi. Una serie in cui le pubblicazioni escono sia in cassetta che in CD, sempre nelle particolari e ricercate confezioni tipiche della Aural Hypnox, come questa nuova fatica di Halo Manash: 350 copie su disco ottico più 50 su nastro, col comune denominatore in un magnifico package in cartone completo di tre stampe fotografiche realizzate a mano ed un ulteriore inserto. Un "inno lunare" nelle parole dei suoi autori, composto da tre lunghe tracce ossessivamente droniche sul cui sfondo si muovono field recordings ed innesti di natura organica, all'insegna di un suono stavolta più elementale che non propriamente rituale, pur conservando una ciclicità propria del ritualismo sacrale. Gli incessanti temi dronici sembrano quasi mimare un organo: di qui la sacralità, tangibile sia in "Kwlwsta" che in "Varjoista", anche se in quest'ultima emergono accenni di corde e pattern percussivi che donano un quid in più. Chiudono i quasi 19 minuti di "Tulelle", incessante traccia dove i toni spingono verso un misterioso e cupo vuoto cosmico dagli intangibili orizzonti. Un lavoro che si allinea alle cose più minimali della discografia antecedente (si pensi ad esempio a "Language Of Red Goats"), carico di quell'inconfondibile fascino spirituale ed arcaico che i musicisti dell'Helixes Collective riescono sempre a conferire alle proprie creazioni: indispensabile per i cultori più navigati del suono rituale, come sempre accade per le uscite targate Aural Hypnox.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.helixes.org/halomanash/
http://helixes.org/auralhypnox/