15-10-2013
AUSWALHT
"Pagan Theory"
(Rage In Eden)
Time: (44:52)
Rating : 7
Terzo capitolo discografico per il progetto parallelo del francese Stéphane Ayas, noto sia per il suo passato EBM/dark-electro negli Skoyz che soprattutto per il monicker Liyr, che aveva conquistato una buona fetta di pubblico grazie alle sue venature a metà tra l'industriale e il neoclassico. Auswalht rappresenta il lato più duro e aggressivo dell'opera di Stéphane, incentrato principalmente sull'evocazione bellica e collocabile all'interno di quell'ambient marziale che mantiene ormai da vari anni uno standard compositivo immediatamente riconoscibile. "Pagan Theory" non si discosta dai canoni del genere, ad iniziare dal concept di base incentrato su una terminologia al tempo stesso battagliera ("Final Battle", "Strength", "Sens Of Duty") e runica ("Wodamaz", "Runes And Order"), senza lesinare qualche riferimento ideologico di evoliana memoria. La musica ripete con attenzione uno schema tipico, finalizzato ad evocare atmosfere guerresche con ritmiche possenti, echi di bombardamenti, voci campionate che ordinano e declamano e toni corali. A completare il quadro non possono mancare i tappeti di synth e i rumori appositamente scelti per rifinire, riempire e dare spessore al tutto. Sentori mitologici vengono mescolati ad echi di guerre meccanizzate in un alternarsi di ambientazioni antiche e prettamente novecentesche. Toni nitidi e puliti rendono squillante ogni singolo frangente del disco e la resa audio poderosa riesce, alla fine dei conti, a fare la differenza, regalandoci un disco capace di dare emozioni e rinvigorire con perizia una ricetta scritta da altri e usata da molti. Una sorta di 'cavalcata delle valchirie' in salsa post-industriale che rilancia il nome di Auswalht dopo il deludente "Paroxysm". L'album paga un profondo tributo ai padri del genere, ma è sorretto da una buona ispirazione, idee chiare, riferimenti precisi ed un supporto tecnico sopraffino. Chi cerca nuovi titoli per la propria collezione marziale troverà in questo disco pane per i suoi denti.
Michele Viali
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